A settembre la domanda di nuovi mutui e di surroghe ha fatto registrare una crescita dell’6% su base annua. Prendendo in considerazione i primi nove mesi dell’anno l’incremento è stato complessivamente dell’11,6%. È quanto emerge dall’ultimo Barometro di Crif.
Osservando l’analisi il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi emerge in modo chiaro anche dal confronto tra il dato relativo ai primi 9 mesi del 2016 e il corrispondente periodo degli anni precedenti, seppur permanga ancora un piccolo gap da colmare rispetto al biennio 2009 e 2010, come evidenziato nella tabella seguente.
Variazione del numero di richieste di nuovi mutui e surroghe nei primi 9 mesi del 2016 (a parità di giorni lavorativi).
Numero di richieste di nuovi mutui e surroghe a parità di giorni lavorativi | Var. % gen-set 2016 vs gen-set 2015 | Var. % gen-set 2016 vs gen-set 2014 | Var. % gen-set 2016 vs gen-set 2013 | Var. % gen-set 2016 vs gen-set 2012 | Var. % gen-set 2016 vs gen-set 2011 | Var. % gen-set 2016 vs gen-set 2010 | Var. % gen-set 2016 vs gen-set 2009 |
Gen-Set | +11,6% | +76,9% | +98,0% | +85,7% | +4,6% | -7,2% | -10,2% |
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
“I primi nove mesi del 2016 hanno confermato il recupero della domanda del comparto mutui verso i volumi pre-crisi, anche grazie al contributo delle surroghe, sostenuto dai bassi tassi di interesse applicati e dalle condizioni del mercato immobiliare che continuano a mantenersi appetibili. Al contempo, anche l’offerta da parte degli istituti di credito è oggi più fluida, anche grazie alla riduzione degli indicatori di rischiosità del credito alle famiglie, con il tasso di default a 180 giorni che a marzo 2016 è sceso all’ 1,5%, il livello più basso degli ultimi 4 anni – ha sottolineato Simone Capecchi, executive director di Crif -. Vedremo se anche nell’ultimo trimestre dell’anno continuerà il trend positivo o se, al contrario, si assisterà ad un rallentamento della dinamica in corso. Non si può infatti escludere che si sia arrivati ad una ‘nuova normalità’ del mercato”.
L’IMPORTO MEDIO DEI MUTUI RICHIESTI
Per quanto riguarda l’importo medio richiesto, l’ultima rilevazione del Barometro Crif registra segnali altrettanto incoraggianti. Nello specifico, nel mese di settembre appena concluso il valore medio richiesto si è attestato a 122.945 euro, superiore del +2% a quello rilevato nel corrispondente mese dell’anno precedente, quando era risultato pari a 120.525 euro. Più in generale, nei primi 9 mesi dell’anno in corso sembra essersi invertito il trend di costante contrazione che per lungo tempo aveva caratterizzato l’intero comparto: l’importo medio complessivamente richiesto dall’inizio dell’anno è infatti risultato pari a 122.815 euro, con un seppur lieve incremento rispetto a quello del corrispondente periodo dell’anno precedente.
Solo le rilevazioni dei prossimi mesi ci diranno se si è raggiunto un nuovo punto di equilibrio o se si assisterà all’inizio di una fase di ulteriore discontinuità. Considerando però che nel mese di settembre degli anni a cavallo tra il 2009 e il 2011 l’importo medio richiesto si aggirava stabilmente intorno ai 136.000 euro, nell’immediato futuro sembra improbabile un ritorno ai valori pre-crisi. Va però messo in evidenza come, rispetto agli anni pre-crisi, oggi sia decisamente maggiore la quota dei mutui di sostituzione che, per natura, presentano un importo inferiore rispetto a quello dei nuovi mutui.
Il fatto che gli italiani negli ultimi anni si siano orientati verso importi più contenuti, nel tentativo di ridurre quanto più possibile l’impatto della rata sul reddito disponibile, è confermato anche dalla distribuzione delle richieste per fascia di importo: nei primi nove mesi del 2016 le preferenze degli italiani si sono nuovamente concentrate nella classe compresa tra 100.000 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,3% del totale.
Nel complesso quasi 4 domande su 5 (il 77,8% del totale per la precisione) presentano un importo inferiore ai 150.000 euro.
Classe di importo | % Dati Anno Corrente |
Fino a 75.000 € | 27,6% |
75.001-100.000 € | 20,9% |
100.001-150.000 € | 29,3% |
150.001-300.000 € | 19,4% |
Oltre 300.000 € | 2,8% |
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
LE CLASSI DI DURATA DEI MUTUI RICHIESTI
Per quanto riguarda invece la distribuzione della domanda di mutui per classe di durata, ancora una volta è quella compresa tra i 16 e i 20 anni ad essere risultata la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 23,8% del totale, seguita a ruota dalla fascia tra i 21 e i 25 anni, con il 20,7%.
Classe di Durata Mutuo (nr Anni) | % Dati Anno Corrente |
Fino a 5 anni | 1,2% |
6 – 10 anni | 12,3% |
11 – 15 anni | 19,5% |
16 – 20 anni | 23,8% |
21 – 25 anni | 20,7% |
26 – 30 anni | 20,5% |
Oltre 30 anni | 2,0% |
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
LA DISTRIBUZIONE DELLE DOMANDE PER FASCE DI ETÀ
Osservando infine la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif mette in evidenza una maggior concentrazione nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36,0% del totale. Come prevedibile, complessivamente circa 2/3 delle richieste sono state presentate da under 44. Altro dato degno di nota è rappresentato dall’incremento, seppur marginale, della quota di mutui richiesti dai giovani al di sotto dei 24 anni.
Classe di Età | % Dati Anno Corrente |
18-24 anni | 2,1% |
25-34 anni | 24,4% |
35-44 anni | 36,0% |
45-54 anni | 23,8% |
55-64 anni | 10,6% |
65-74 anni | 2,8% |
Oltre 74 anni | 0,3% |
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
“Per sostenere e beneficiare della ripresa del comparto, le aziende di credito dovranno continuare a lavorare alla costruzione di un’offerta sempre più innovativa del prodotto mutui, che non può prescindere da una maggiore attenzione alla customer experience e al presidio dei canali digitali, ovviamente senza tralasciare il governo del rischio dell’operazione e l’adempimento degli obblighi normativi”, ha concluso Capecchi.