“Questo orientamento – sostiene l’Abi in un comunicato – è in netto contrasto con l’intento espresso dallo stesso presidente della Bce di fare meno affidamento sul giudizio delle agenzie di rating, evidenzia un trattamento estremamente penalizzante per le banche che non dispongono di rating, deciso sulla base di un documento di lavoro, informale e non pubblicato, della Commissione Europea”.
Si tratta dunque di “modalità di diffusione delle informazioni assolutamente prive di qualsiasi trasparenza e ufficialità” che determina “un giudizio di disvalore verso tutti quegli operatori economici che, per caratteristiche strutturali, dimensioni, o per sfiducia verso il giudizio di dette agenzie, non si sono sottoposte a determinate procedure”.
La conseguenza per l’Associazione Bancaria Italiana è un ulteriore appesantimento alla piena operatività delle banche italiane, impegnate con un’evidente specificità commerciale nel panorama europeo a sostenere famiglie e imprese.
“Il rischio– rileva Abi – è un nuovo ostacolo alla necessità di indirizzare al meglio la capacità di erogazione creditizia per le Pmi e l’economia in generale. Pertanto è urgente che il governo intervenga con vigore a livello europeo per segnalare questa criticità, evidenziando la necessità sia di appositi approfondimenti tecnici sia la definizione di una procedura di calcolo della garanzia trasparente, certa e non penalizzante”.