È stato approvato oggi il “Piano di trasformazione e modello organizzativo” dell’Abi (Associazione bancaria italiana), presentato dal direttore generale Marco Elio Rottigni e votato dal comitato esecutivo.
Il documento traccia un percorso triennale volto a consolidare il ruolo strategico dell’Associazione bancaria e a potenziare il supporto offerto agli associati, con un’attenzione particolare alle dinamiche europee e internazionali.
Confermata la vice direzione generale di Gianfranco Torriero, vicario, e di Chiara Mancini. Pierfrancesco Gaggi, che il comitato ha ringraziato per la lunga e apprezzata carriera in Associazione, lascia la vice direzione generale continuando a supportare l’associazione come senior advisor del direttore generale e come segretario generale Febaf.
Il piano di trasformazione coinvolgerà anche Abi Servizi per valorizzare l’offerta dei prodotti e dei servizi sia agli associati, sia ad ambiti non associativi e per rafforzare progettualità e sinergie.
Le 8 sfide del nuovo modello operativo e organizzativo
Affrontando le trasformazioni in atto nel settore bancario, il piano – per la cui definizione Abi è stata affiancata dalle società di consulenza Bain e Deloitte – definisce le principali aree strategiche d’azione e prevede un’evoluzione del modello operativo e organizzativo dell’Associazione e del suo ecosistema, funzionali a rispondere con efficacia alle nuove sfide ed esigenze del settore.
Le linee guida del Piano si sviluppano attorno a 8 sfide, che rappresentano il filo conduttore di temi cruciali e tra loro interconnessi come:
- la regolamentazione,
- la trasformazione digitale e l’innovazione tecnologica con i connessi rischi,
- la sostenibilità e i cambiamenti climatici,
- la concorrenza da parte di attori non tradizionali,
- l’internazionalizzazione con particolare riguardo agli scenari geopolitici,
- le evoluzioni demografiche,
- l’aumento delle disuguaglianze sociali,
- la gestione dei talenti e delle risorse umane.
Un approccio improntato alla circolarità e un ruolo centrale per i comitati tecnici
Ruolo centrale lo assumeranno anche i comitati tecnici varati a novembre scorso, che agiranno in modo propulsivo per individuare le priorità di azione nell’ambito delle sfide e indirizzeranno l’attività dei gruppi di lavoro. L’approccio sarà improntato alla circolarità e focalizzato su obiettivi funzionali a rispondere con efficacia e tempestività alle esigenze espresse dagli associati ed emergenti dal dibattito economico e sociale, nazionale e internazionale.
In questo contesto, il Piano di trasformazione e modello organizzativo pone attenzione anche allo sviluppo e al rafforzamento delle competenze necessarie per affrontare le sfide, proponendo una evoluzione, anche generazionale, del modello operativo dell’Abi che valorizzerà quindi il personale più giovane, riorganizzando la struttura in cinque aree: ricerca e consulenza, internazionalizzazione e innovazione, comunicazione e relazioni istituzionali, sindacale, affari e operatività interna.
Il ricambio generazionale e il piano di uscite volontarie
Per agevolare il ricambio generazionale, avendo come modello i migliori livelli delle associazioni bancarie estere, sarà attivato un piano di uscite volontarie e di prepensionamenti e realizzati avvicendamenti nelle responsabilità delle strutture organizzative.
Il piano mira a valorizzare le persone e le competenze che ABI può esprimere: un ruolo decisivo lo avranno quindi le persone, nell’ambito di un ambizioso progetto di osmosi e scambio di professionalità e competenze.