Smobilizzo crediti PA
10 miliardi di euro è l’ammontare minimo del plafond “Crediti Pa” per contribuire a supportare le Pmi che soffrono dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Deriva dagli importi attivati dalle banche, sulla base della provvista messa a disposizione dalla Banca centrale europea (Bce), dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp) o attraverso altri canali di finanziamento, che consentano di praticare all’impresa condizioni vantaggiose di accesso al credito.
Le modalità tecniche per l’uso del plafond sono: lo sconto pro soluto, con l’impresa che cede il proprio credito alla banca; l’anticipazione con cessione del credito, realizzata anche nella forma dello sconto pro solvendo, dove l’impresa non esce di scena ma resta a garanzia del credito; l’anticipazione senza cessione del credito. In quest’ultimo caso, visto che non è prevista la cessione del credito, l’impresa si impegna a dare alla banca mandato irrevocabile all’incasso del credito ed è necessario che ci sia la copertura del Fondo di garanzia per le Pmi o di un altro garante equivalente.
L’anticipazione non potrà essere inferiore al 70% dell’ammontare del credito che l’impresa vanta nei confronti della Pa e la durata sarà coerente con la data di pagamento prevista.
Le imprese che possono accedere al plafond “Crediti Pa” sono le Pmi che operano in Italia, definite dalla normativa comunitaria, di tutti i settori. Al momento della domanda non devono avere posizioni classificate dalla banca come sofferenze, partite incagliate, esposizioni ristrutturate o esposizioni scadute – sconfinanti da oltre 90 giorni, ne’ procedure esecutive in corso. Per le imprese con esposizioni scadute – sconfinamenti da oltre 90 giorni fino a 180, la banca può valutare la realizzazione dell’operazione se il ritardo nel pagamento è imputabile al mancato incasso dei crediti Pa. I crediti che possono essere smobilizzati devono essere certificati come certi, liquidi ed esigibili.
Il tasso d’interesse/sconto applicabile sarà determinato dal costo della provvista per la banca e da uno spread funzione della qualità dell’impresa, del garante e della struttura/tipologia dell’operazione. Il costo della provvista è equivalente al costo di accesso effettivo per la banca alla provvista Bce ed è costituito dal tasso di riferimento principale della Bce, maggiorato di uno spread collocato all’interno di una forchetta tra 80 e 137 punti base.
Le banche che aderiscono all’iniziativa si impegnano a deliberare l’operazione entro 30 giorni dalla presentazione della domanda. Le richieste delle imprese devono essere presentate entro il 31 dicembre 2012.
Da plafond “Progetti investimenti Italia” 10 miliardi per le Pmi
Anche questa iniziativa è prevista dal recente accordo di febbraio sulle nuove misure per il credito alle Pmi – tra Abi e le Associazioni che rappresentano il mondo delle imprese – in cui si annunciavano soluzioni per assicurare adeguate risorse finanziarie alla Pmi, che registrano temporanee tensioni di liquidità, di difficoltà nel rispetto delle scadenze di rimborso dei prestiti bancari e di accesso a nuove forme di finanziamento.
L’intervento è stato possibile anche grazie alla liquidità messa a disposizione dalla Bce, tramite operazioni straordinarie di rifinanziamento con durata fino a 3 anni. Liquidità utile per interventi di sostegno finanziario alle Pmi ai tassi originari del finanziamento, nonostante il forte rialzo registrato nelle condizioni di costo della raccolta. A ciò si aggiunge la convenzione tra Abi e Cdp con cui quest’ultima mette a disposizione 10 miliardi di euro per il finanziamento delle Pmi, di cui 8 destinati a operazioni di incremento del capitale circolante e di finanziamento dei progetti di investimento.
“Progetti Investimenti Italia” è la risultante di plafond individuali costituiti dalle singole banche e intermediari finanziari aderenti all’iniziativa. Tra le sue caratteristiche principali:
– è rivolto alle Pmi operanti in Italia, così come definite dalla normativa comunitaria, appartenenti a tutti i settori;
– le richieste per il finanziamento dovranno essere presentate dalle imprese entro il 31 dicembre 2012 e possono ottenere risorse anche gli investimenti avviati nei 6 mesi precedenti al momento di presentazione della domanda;
– le Pmi, al momento di presentazione della domanda, non devono avere posizioni debitorie classificate dalla banca come sofferenze, partite incagliate, esposizioni ristrutturate o esposizioni scadute/sconfinanti, né avere procedure esecutive in corso;
– il tasso d’interesse, sarà pari al costo della provvista per la banca maggiorato di uno spread funzione della qualità dell’impresa;
– per finanziamenti uguali o inferiori ai 3 anni il costo della provvista è indicativamente pari al costo effettivo di accesso per la banca alla provvista Bce;
– per i finanziamenti di durata superiore ai 3 anni il costo della provvista è pari al costo della provvista praticato alla banca dalla Cdp sulla specifica durata,
– le operazioni di finanziamento saranno impostate su base individuale dalla banche e intermediari finanziari aderenti all’iniziativa senza alcun automatismo nella concessione del credito. Nel corso dell’istruttoria, le banche si attengono al principio di sana e prudente gestione, nel rispetto delle proprie procedure e ferma restando la loro autonoma valutazione;
– l’accordo ha validità per le operazioni con caratteristiche pari a quelle descritte. Resta fermo che le banche possono comunque offrire condizioni migliorative.