I tassi sui mutui si sono attestati in media a 1,82% ad aprile 2022, in aumento rispetto all’1,66% di marzo (dato aggiornato rispetto alla precedente rilevazione). Da inizio anno si è registrato un incremento dello 0,37% È quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo. Il tasso medio calcolato dall’associazione bancaria era pari a 1,38% ad aprile 2021; aveva raggiunto invece il 5,72% a fine 2007, prima della crisi.
Tassi di interesse bancari nel 2022 (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento | Tassi sui mutui (nuove operazioni) | Tasso di riferimento Bce | Euribor a 3 mesi (Area euro) | Irs a 10 anni (Area euro) |
Gennaio 2022 | 1,45% | 0,00% | -0,56% | 0,38% |
Febbraio 2022 | 1,49% | 0,00% | -0,53% | 0,76% |
Marzo 2022 | 1,66% | 0,00% | -0,50% | 0,99% |
Aprile 2022 | 1,82% | 0,00% | -0,45% | 1,50% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
Irs a 10 anni cresciuto dello 0,51%. Nella prima settimana di maggio sale a 1,83%
Il tasso Euribor a tre mesi si è attestato a -0,45% ad aprile 2022, in aumento rispetto al -0,50% nel mese precedente. Nella media della prima settimana di maggio 2022 è salito ancora, a -0,42%.
Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni è schizzato all’1,50% ad aprile rispetto allo 0,99% del mese precedente. Nella media della prima settimana di maggio è cresciuto ancora, portandosi a 1,83%.
Ad aprile 2022, il differenziale tra Irs a 10 anni ed Euribor a 3 mesi è risultato, in media, di 195 punti base (149 p.b. il mese precedente e 61 p.b. un anno prima).
L’andamento dei tassi sui mutui nel 2021
All’inizio del 2021 il tasso dell’Abi era pari a 1,27%. È poi passato a 1,29% a febbraio, a 1,37% a marzo, 1,38% ad aprile, 1,40% a maggio e 1,42% a giugno. Ha poi avuto un andamento altalenante, facendo registrare l’1,40% a luglio, l’1,46% ad agosto, l’1,39% a settembre e l’1,43% a ottobre. Era all’1,44% a novembre.
Tassi di interesse bancari nel 2021 (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento | Tassi sui mutui (nuove operazioni) | Tasso di riferimento Bce | Euribor a 3 mesi (Area euro) | Irs a 10 anni (Area euro) |
Gennaio 2021 | 1,27% | 0,00% | -0,55% | 0,22% |
Febbraio 2021 | 1,29% | 0,00% | -0,54% | 0,06% |
Marzo 2021 | 1,37% | 0,00% | -0,54% | 0,02% |
Aprile 2021 | 1,38% | 0,00% | -0,54% | 0,07% |
Maggio 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,54% | 0,14% |
Giugno 2021 | 1,42% | 0,00% | -0,54% | 0,10% |
Luglio 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,55% | 0,00% |
Agosto 2021 | 1,46% | 0,00% | -0,55% | -0,09% |
Settembre 2021 | 1,39% | 0,00% | -0,55% | 0,06% |
Ottobre 2021 | 1,43% | 0,00% | -0,55% | 0,23% |
Novembre 2021 | 1,44% | 0,00% | -0,57% | 0,18% |
Dicembre 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,58% | 0,17% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
Percentuale di mutui tasso fisso scesa dell’1,5% da inizio anno
Dalle segnalazioni del Si-Abi, si rileva che ad aprile 2022 sul totale delle nuove erogazioni di mutui l’84,9% erano a tasso fisso. Da inizio anno la percentuale di mutui a tasso fisso è diminuita dell’1,5%. Nel dettaglio è passata dall’86,4% di gennaio all’88,6% di febbraio, all’87,6% di marzo per scendere all’84,9% ad aprile. Si mantiene comunque su valori più elevati di dicembre 2021, quando si attestava all’83,8%.
Il Rapporto mensile dell’Abi riepiloga nuovamente i dati del Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia di marzo 2022 della Banca d’Italia, secondo i quali nel quarto trimestre del 2021 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è salita al 73% dal 71,3% del periodo precedente, avvicinandosi ai valori dell’estate del 2019. E il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile (loan to value, ltv) è rimasto pressoché stabile rispetto al trimestre precedente e si è attestato al 78%.
I tassi sugli altri prestiti
Secondo il bollettino mensile dell’Abi, ad aprile 2022:
- il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,16%, in lieve aumento dal 2,14 di febbraio e marzo (6,18% prima della crisi, a fine 2007);
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è attestato a 1,26%, in crescita dall’1,23% di marzo e dall’1,09% di febbraio (5,48% a fine 2007);
Dinamica dei prestiti bancari. Mutui saliti del 5,2%
Ad aprile 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,6% rispetto a un anno fa. “Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni)”, precisa il report.
A marzo 2022:
- i prestiti alle imprese hanno fatto registrare un incremento dell’1,3% su base annua (+1,2% a febbraio).
- i prestiti alle famiglie sono cresciuti del 4% (3,8% a febbraio);
- i mutui per l’acquisto di abitazioni sono saliti del 5,2% (+5,1% del mese precedente);
- il credito al consumo è aumentato dell’1,7% (+1,5% nel mese precedente).
L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a febbraio 2022 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali e i servizi rappresentino una quota del 58,2% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 27,6%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,4%, il comparto delle costruzioni il 9,4% mentre quello dell’agricoltura il 5,5%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,5%.
Sofferenze nette scese a 16,9 mld a marzo 2022
Le sofferenze, al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, sono passate dai 18,1 miliardi di febbraio ai 16,9 miliardi di euro a marzo 2022, “in calo di circa 1 miliardo di euro rispetto al mese precedente e inferiori di circa 3 miliardi rispetto a marzo 2021 e di 71,9 rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi”. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari allo 0,96% a marzo 2022, (era 1,15% a marzo 2021, 1,53% a marzo 2020 e 4,89% a novembre 2015).