Prosegue la discesa dei tassi di interesse iniziata a fine 2023. Ad aprile 2024 i tassi di interesse sui mutui si sono attestati a 3,67%, in diminuzione rispetto al 3,79% di marzo. Lo segnala il Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo. Secondo i dati pubblicati nel bollettino, il valore era pari al 4,52% ad aprile 2023 e a 1,23% ad aprile 2022.
I tassi di interesse sui mutui sono andati progressivamente diminuendo da inizio anno, perdendo lo 0,31%. Erano pari a 3,98% a gennaio e sono passati a 3,89% a febbraio, a 3,79% a marzo e a 3,67% ad aprile.
Tassi di interesse bancari nel 2024 (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento | Tassi sui mutui (nuove operazioni) | Tasso di riferimento Bce | Euribor a 3 mesi (Area euro) | Irs a 10 anni (Area euro) |
Gennaio | 3,98% | 4,50% | 3,93% | 2,63% |
Febbraio | 3,89% | 4,50% | 3,92% | 2,73% |
Marzo | 3,79% | 4,50% | 3,92% | 2,64% |
Aprile | 3,67% | 4,50% | 3,89% | 2,76% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
Su SimplyBiz è disponibile anche l’andamento dei tassi nel 2023.
Euribor scende, Irs sale nella prima settimana di maggio
Secondo i dati diffusi dall’Abi, il tasso Euribor a 3 mesi nella media del mese di aprile 2024 si è attestato a 3,89%, in lieve flessione dal 3,92% di febbraio e 3,93% di gennaio. Era pari al 3,94% a dicembre 2023. Nella prima settimana di maggio si è attestato a 3,82%.
Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni ad aprile 2024 è risultato pari a 2,76%, in aumento rispetto a 2,64% di marzo. Nei primi due mesi dell’anno si è attestato a 2,63% a gennaio e a 2,73%, a febbraio. Era pari a 2,58% a dicembre 2023. Nella prima settimana di maggio si è registrato un valore pari a 2,79%.
Ad aprile 2024, il differenziale tra il tasso Swap a 10 anni e il tasso Euribor a 3 mesi è risultato negativo e in media pari a -113 punti base (-128 p.b. il mese precedente e -17 p.b. un anno prima).
I tassi degli altri prestiti
Secondo la sintesi del bollettino mensile dell’Abi, ad aprile 2024:
- Il tasso medio sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie, quindi sottoscritti negli anni, è risultato pari a 4,80% (4,78% a gennaio; 4,80% a febbraio e marzo);
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato pari a 5,32% (5,48% a gennaio; 5,34% a febbraio; 5,26% a marzo).
Prestiti a famiglie e imprese diminuiti del 2,5%
Ad aprile 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,5% rispetto a un anno prima, in lieve flessione rispetto al -2,6% registrato a gennaio, febbraio e marzo.
Sulla base di prime stime del Si-Abi il totale prestiti a residenti in Italia (settore privato più Amministrazioni pubbliche al netto dei pronti contro termine con controparti centrali) ad aprile 2024 si è collocato a 1.648,8 miliardi di euro, con una variazione annua pari a -2,4% (-2,8% nel mese precedente), calcolata includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
I prestiti a residenti in Italia al settore privato sono risultati, nello stesso mese, pari a 1.412 miliardi di euro in calo del 2,1% rispetto ad un anno prima (-2,6% a gennaio; -2,5% a febbraio; -2,4% a marzo).
I prestiti a famiglie e società non finanziarie sono pari a 1.274,5 miliardi di euro con una variazione annua pari a -2,5% (-2,6% nei 3 mesi precedenti), calcolata includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). “Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica, che deprime la domanda di prestiti”, conclude l’Abi.
A marzo scesa al 56,9% la quota di compravendite con mutuo. Cresciuto Ltv
Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, a marzo 2024 il tasso di variazione dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultato pari a -3,9% (-3,8% nel mese precedente). Il totale dei prestiti alle famiglie è sceso dell’1,4% (come nel mese precedente).
La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata stabile rispetto al mese precedente per la componente dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (-0,2% rispetto a -0,1% nel mese precedente) e in lieve decelerazione per il credito al consumo (+3,4% rispetto a +3,7% del mese precedente).
Nel quarto trimestre del 2023 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è scesa dal 63,4% al 56,9%. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è salito al 77,6% (77,3% nel trimestre precedente).
L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a marzo 2024 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi rappresentino una quota del 58,7% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 27,3%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,3%, il comparto delle costruzioni l’8,6% mentre quello dell’agricoltura il 5,7%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,6%.
Criteri offerta nel I trimestre 2024
Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey – aprile 2024), nel primo trimestre del 2024 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono rimasti stabili. “I termini e le condizioni generali su tali finanziamenti sono stati lievemente irrigiditi, principalmente attraverso un aumento dei tassi di interesse praticati sui prestiti; i margini sono stati ampliati sui finanziamenti concessi alla clientela percepita come più rischiosa. I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati: il leggero aumento nella percezione del rischio è stato compensato dalla maggior pressione concorrenziale da altre banche. Quest’ultimo fattore ha contribuito a rendere più favorevoli i termini e le condizioni. Le politiche di offerta relative al credito al consumo sono state nel complesso irrigidite. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono un lieve allentamento dei criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie, mentre quelli alle famiglie rimarrebbero invariati”, si legge nel report di Bankitalia.
È proseguito il calo della domanda di credito da parte delle imprese, in atto da 5 trimestri consecutivi, “che continua a riflettere il maggior ricorso all’autofinanziamento, il minore fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e l’elevato livello dei tassi di interesse”. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è ridotta in misura marcata, mentre è cresciuta quella per finalità di consumo. “Nel trimestre in corso la domanda di prestiti delle imprese e delle famiglie per finalità di consumo resterebbe invariata, mentre aumenterebbe lievemente quella per l’acquisto di abitazioni”, conclude.
Pari a 16,9 miliardi le sofferenze nette a marzo 2024
Le sofferenze al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, illustrate al valore nominale, a marzo 2024 si sono attestate a 16,9 miliardi di euro (17,5 miliardi a gennaio; 17,4 miliardi a febbraio), superiori di circa 1,9 miliardi (pari a 12,3%) rispetto ad un anno prima. “La riduzione è stata di 71,9 miliardi (pari a -80,9%) rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è attestato all’1,01% (1,03% il mese precedente e 4,89% a novembre 2015)”, conclude l’Abi.