A dicembre 2021 i tassi sui mutui si sono attestati in media a 1,40% secondo il Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana). Erano al 5,72% a fine 2007. L’analisi sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo. In particolare, a dicembre sul totale delle nuove erogazioni di finanziamenti per acquistare casa l’83,8% erano a tasso fisso (in discesa, dall’87,2% del mese precedente).
L’andamento del tasso Abi da inizio anno
All’inizio del 2021 il tasso medio calcolato dall’Abi era pari a 1,27%. È poi passato a 1,29% a febbraio, a 1,37% a marzo, 1,38% ad aprile, 1,40% a maggio e 1,42% a giugno. Ha poi avuto un andamento altalenante, facendo registrare l’1,40% a luglio, l’1,46% ad agosto, l’1,39% a settembre e l’1,43% a ottobre. Era all’1,44% a novembre.
I tassi di riferimento: Euribor e Irs in calo
Durante tutto l’anno il tasso di riferimento della Bce si è mantenuto allo 0,00%. Il tasso Euribor a 3 mesi nella media del mese di dicembre 2021 è stato pari a -0,58%; in lieve diminuzione, dopo essere rimasto invariato a -0,55% da luglio e sceso a -0,57% a novembre. Nella media della prima settimana di gennaio 2022 è sceso a -0,57%.
Il tasso sui contratti Irs (interest rate swaps) a 10 anni si è attestato a 0,17%, in lieve flessione rispetto allo 0,18% di novembre ma comunque più alto rispetto ai valori assunti nel corso dell’anno. Nella media della prima settimana di gennaio 2022 si è registrato un valore pari a 0,35%. A dicembre 2021, il differenziale tra il tasso Swap a 10 anni e il tasso Euribor a 3 mesi è risultato, in media, di 75 punti base (74 p.b. il mese precedente e 28 p.b. un anno prima).
Tassi di interesse bancari (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento | Tassi sui mutui (nuove operazioni) | Tasso di riferimento Bce | Euribor a 3 mesi (Area euro) | Irs a 10 anni (Area euro) |
Gennaio 2021 | 1,27% | 0,00% | -0,55% | 0,22% |
Febbraio 2021 | 1,29% | 0,00% | -0,54% | 0,06% |
Marzo 2021 | 1,37% | 0,00% | -0,54% | 0,02% |
Aprile 2021 | 1,38% | 0,00% | -0,54% | 0,07% |
Maggio 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,54% | 0,14% |
Giugno 2021 | 1,42% | 0,00% | -0,54% | 0,10% |
Luglio 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,55% | 0,00% |
Agosto 2021 | 1,46% | 0,00% | -0,55% | -0,09% |
Settembre 2021 | 1,39% | 0,00% | -0,55% | 0,06% |
Ottobre 2021 | 1,43% | 0,00% | -0,55% | 0,23% |
Novembre 2021 | 1,44% | 0,00% | -0,57% | 0,18% |
Dicembre 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,58% | 0,17% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
I tassi sugli altri prestiti
A dicembre 2021 il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,16%; sostanzialmente stabile rispetto al 2,17% nel mese precedente (era al 6,18% prima della crisi, a fine 2007).
Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è attestato al’1,29% a dicembre (1,09% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).
Dinamica dei prestiti bancari
Secondo il report dell’Abi, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,5% a dicembre rispetto a un anno fa. “Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). A novembre 2021, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dello 0,4% su base annua. L’aumento è del 3,8% per i prestiti alle famiglie”, si legge nel bollettino mensile.
Qualità del credito
Le sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a novembre 2021 sono state pari a 17,6 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 16,7 miliardi di ottobre 2021 e ai 15,4 miliardi di settembre 2021. “Mentre le sofferenze sono in riduzione rispetto a un anno prima, quando registravano 23,5 miliardi a novembre 2020 (-5,9 miliardi pari a -25,1%) e ai 29,3 miliardi di novembre 2019 (-11,7 miliardi pari a -39,9%) – conclude l’Abi -. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 71,2 miliardi (pari a -80,1%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,02% a novembre 2021, (era 0,89% a settembre 2021, 0,97% a ottobre 2021, 1,35% a novembre 2020, 1,69% a novembre 2019 e 4,89% a novembre 2015)”.