Abi: mutui, tassi al 4,42% a dicembre 2023. Il riepilogo di tassi ed erogazioni da inizio anno

Abi, Rapporto mensileA dicembre 2023 i tassi sui mutui si sono attestati in media al 4,42%, in diminuzione rispetto al 4,50% di novembre. A segnalarlo è il Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo. Nell’analisi si legge che il tasso medio era pari a 3,01% a dicembre 2022 e a 1,40% a dicembre 2021.

All’inizio dell’anno il tasso medio si attestava a 3,59%. È poi salito a 3,76% a febbraio, per portarsi al 4% a marzo, al 4,17% ad aprile, 4,22% a maggio e 4,27% a giugno. Era sceso poi a 4,19% a luglio ed è risalito a 4,29% ad agosto, per poi riscendere al 4,21% a settembre. A ottobre si è attestato a 4,35% e a novembre ha segnato il record annuale: 4,50%. Mentre a dicembre è sceso a 4,42%.

Tassi di interesse bancari nel 2023 (medie mensili – valori %)

Mese di riferimento

Tassi sui mutui (nuove operazioni)

Tasso di riferimento Bce

Euribor a 3 mesi (Area euro)

Irs a 10 anni (Area euro)

Gennaio

3,59%

2,50%

2,35%

2,81%

Febbraio

3,76%

3,00%

2,64%

2,97%

Marzo

4,00%

3,50%

2,91%

3,05%

Aprile

4,17%

3,50%

3,17%

3,00%

Maggio

4,22%

3,75%

3,37%

3,02%

Giugno

4,27%

4,00%

3,54%

3,01%

Luglio

4,19%

4,00%

3,67%

3,11%

Agosto

4,29%

4,25%

3,78%

3,17%

Settembre

4,21%

4,50%

3,88%

3,24%

Ottobre

4,35%

4,50%

3,97%

3,41%

Novembre

4,50%

4,50%

3,97%

3,10%

Dicembre

4,42%

4,50%

3,94%

2,58%

Fonte: Monthly outlook Abi.

Su SimplyBiz è disponibile anche l’andamento dei tassi nel 2022 e l’andamento dei tassi nel 2021.

Euribor in lieve flessione. Irs segna -0,52% a dicembre 2023

Il tasso Euribor a 3 mesi nella media del mese di dicembre 2023 si è attestato a 3,94%, in lieve flessione rispetto al 3,97% di novembre e ottobre. Era pari a 2,07% un anno prima, a dicembre 2022. Nella media della prima settimana di gennaio 2024 è stato pari a 3,92%.

Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni a dicembre si è risultato pari a 2,58%, in calo rispetto al 3,10% di novembre e al 3,41% di ottobre. Era pari a 2,81% a dicembre 2022. Nella media della prima settimana di gennaio 2024 si è registrato un valore pari a 2,55%.

A dicembre il differenziale tra l’Irs a 10 anni e l’Euribor a 3 mesi è risultato negativo e in media pari a -135 punti base (-87 punti base a novembre; -56 punti base a ottobre; -64  pb a settembre; -61 pb ad agosto; -57 p.b. a luglio; -53 a giugno; -35 a maggio; -17 p.b. ad aprile; 14 p.b. a marzo e 74 p.b. un anno prima).

Mutui a tasso fisso scendono al 62,5% del totale

Dalle segnalazioni del Si-Abi, si rileva che a dicembre 2023 sul totale delle nuove erogazioni di mutui il 62,5% erano mutui a tasso fisso. A novembre 2023 la percentuale era salita al 79,2% dopo la discesa a 72,6% di ottobre. I finanziamenti a tasso fisso rappresentavano il 47,4% del totale a gennaio, il 62,8% a febbraio, il 70,7% a marzo, il 73,4% ad aprile e il 74,4% a maggio. Si è assistito poi a un’altalena: 63,7% a giugno; 77,1% a luglio; 74,6% ad agosto; 82,7% a settembre e 72,6% di ottobre. A novembre erano il 79,3% del totale e a dicembre il 62,5%. A fine 2022 il fisso registrava il 34,3% delle preferenze dei mutuatari.

Il Rapporto mensile dell’Abi riepiloga i dati del Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia di novembre 2023 della Banca d’Italia, in base al quale nel III trimestre del 2023 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è scesa al 63,4% dal 64,1% del trimestre precedente. Era pari al 64,1% nel primo e nel secondo trimestre. E aveva registrato progressive contrazioni nel 2022: passando dal 69,7% del I trimestre al 67,5% nel II trimestre, al 68% nel III trimestre e al 65,3% nel IV trimestre 2022.

Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile (loan to value, ltv) è salito al 77,3%. Era pari al 76,6% nel I trimestre e al 76,7% nel secondo.

I tassi degli altri prestiti 

Secondo il bollettino mensile dell’Abi, a dicembre 2023:

  • Il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è risultato pari a 4,76%, in linea con novembre e con il 4,71% di ottobre (era pari al 4,61% a settembre, al 4,49% ad agosto; 3,53% a inizio anno; 2,21% a giugno 2022; 6,16% a fine 2007).
  • Il tasso medio sui nuovi prestiti in euro alle società non finanziarie è salito al 5,69%, rispetto al 5,59% di novembre, lo 0,10% in più rispetto al 5,45% del mese precedente (5,46% a ottobre; 5,35% a settembre; 5,01% ad agosto; 3,72% a inizio anno; 1,44% a giugno 2022; 5,48% a fine 2007).

Erogazioni alle imprese -4,8%% a novembre, in miglioramento rispetto al picco di settembre

Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, a novembre i prestiti alle società non finanziarie hanno registrato una flessione del 4,8%, in miglioramento rispetto al -5,5% di ottobre e al -6,7% di settembre (0,1% a gennaio, -0,5% a febbraio, -1,1% a marzo, -1,9% ad aprile, -2,9% a maggio; -3,2% a giugno; -4% a luglio; -6,2% ad agosto; -6,7% a settembre; -5,5% a ottobre; -4,8% a novembre).

prestiti alle famiglie sono diminuiti dell’1,2% sui 12 mesi. La flessione risulta più marcata se si prendono in considerazione i dati diffusi dalla Banca d’Italia da inizio anno, con la crescita attestatasi al 3% a gennaio, al 2,5% a febbraio, all’1,9% a marzo, all’1,4% ad aprile e a 0,8% a maggio e ridottasi poi allo 0,2% a giugno. A luglio primo segno meno, con una flessione dello 0,3%, accentuatasi ad agosto con un -0,6%, a settembre con -0,9% e a ottobre con -1,1%.
La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata in rallentamento rispetto al mese precedente per la componente dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (variazione nulla rispetto a +0,2%) e in lieve aumento per il credito al consumo (+4,1% rispetto a +3,9% del mese precedente).

L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a novembre 2023 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi rappresentino una quota del 58,5% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 27,5%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,5%, il comparto delle costruzioni l’8,8% mentre quello dell’agricoltura il 5,7%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,5%.

Criteri offerta nel III trimestre 2023

Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey – ottobre 2023), “nel terzo trimestre del 2023 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese hanno registrato un ulteriore irrigidimento, ancora guidato dalla minore tolleranza e maggiore percezione del rischio. Questi fattori hanno contribuito anche all’inasprimento dei termini e delle condizioni generali su tali finanziamenti che è stato in parte attenuato dalla riduzione dei margini applicati dalle banche, in particolare sui prestiti meno rischiosi, come conseguenza di una crescente pressione concorrenziale. I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, mentre quelli per il credito al consumo sono stati inaspriti. I termini e le condizioni sono stati irrigiditi su entrambe le categorie di finanziamenti nonostante la maggior pressione concorrenziale. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono che i criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie rimangano stabili, mentre quelli sui finanziamenti alle famiglie verrebbero inaspriti. La domanda di credito da parte delle imprese è nuovamente diminuita riflettendo in particolare l’aumento del livello dei tassi di interesse, il calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e il maggior ricorso all’autofinanziamento. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie si è ridotta sia per l’acquisto di abitazioni sia per la finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia ha continuato a esercitare un contributo negativo. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie diminuirebbe ulteriormente”.

Pari a 17,7 miliardi le sofferenze nette a novembre 2023

Le sofferenze al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a novembre 2023 si sono attestate a 17,7 miliardi (17,5 miliardi a ottobre). “Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 71,1 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,05% a novembre 2023 (1,04% a ottobre 2023; 4,89% a novembre 2015)”, conclude il report dell’Abi.