A febbraio 2022 i tassi sui mutui si sono attestati in media a 1,49%, in aumento rispetto all’1,45% di gennaio e all’1,4% di dicembre 2021. È quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo. Il tasso medio calcolato dall’associazione bancaria era pari a 1,29% un anno fa ma si mantiene comunque su lavori più bassi rispetto ai livelli di fine 2007 (5,72%).
Tassi di interesse bancari nel 2022 (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento | Tassi sui mutui (nuove operazioni) | Tasso di riferimento Bce | Euribor a 3 mesi (Area euro) | Irs a 10 anni (Area euro) |
Gennaio 2022 | 1,45% | 0,00% | -0,56% | 0,38% |
Febbraio 2022 | 1,49% | 0,00% | -0,53% | 0,76% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
L’andamento dei tassi sui mutui nel 2021
All’inizio del 2021 il tasso dell’Abi era pari a 1,27%. È poi passato a 1,29% a febbraio, a 1,37% a marzo, 1,38% ad aprile, 1,40% a maggio e 1,42% a giugno. Ha poi avuto un andamento altalenante, facendo registrare l’1,40% a luglio, l’1,46% ad agosto, l’1,39% a settembre e l’1,43% a ottobre. Era all’1,44% a novembre.
Tassi di interesse bancari nel 2021 (medie mensili – valori %)
Mese di riferimento | Tassi sui mutui (nuove operazioni) | Tasso di riferimento Bce | Euribor a 3 mesi (Area euro) | Irs a 10 anni (Area euro) |
Gennaio 2021 | 1,27% | 0,00% | -0,55% | 0,22% |
Febbraio 2021 | 1,29% | 0,00% | -0,54% | 0,06% |
Marzo 2021 | 1,37% | 0,00% | -0,54% | 0,02% |
Aprile 2021 | 1,38% | 0,00% | -0,54% | 0,07% |
Maggio 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,54% | 0,14% |
Giugno 2021 | 1,42% | 0,00% | -0,54% | 0,10% |
Luglio 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,55% | 0,00% |
Agosto 2021 | 1,46% | 0,00% | -0,55% | -0,09% |
Settembre 2021 | 1,39% | 0,00% | -0,55% | 0,06% |
Ottobre 2021 | 1,43% | 0,00% | -0,55% | 0,23% |
Novembre 2021 | 1,44% | 0,00% | -0,57% | 0,18% |
Dicembre 2021 | 1,40% | 0,00% | -0,58% | 0,17% |
Fonte: Monthly outlook Abi.
Prevale ancora il tasso fisso
A febbraio sul totale delle nuove erogazioni di mutui l’88,6% è stata a tasso fisso, in aumento rispetto all’86,4% di gennaio e all’83,8% di dicembre 2021. Nel quarto trimestre del 2021 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è salita al 73% dal 71,3% del periodo precedente, avvicinandosi ai valori dell’estate del 2019. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile (loan to value, ltv) è rimasto pressoché stabile rispetto al trimestre precedente e si è attestato al 78%.
Gli altri tassi
A febbraio 2022, spiega il rapporto dell’Abi, “i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si sono mantenuti su livelli particolarmente bassi, e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,15% (stesso valore nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,10% (1,12% il mese precedente; 5,48% a fine 2007)”.
Dinamica dei prestiti bancari
A febbraio 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,3% rispetto a un anno fa. “Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni)”, precisa l’Abi.
A gennaio 2022, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dello 0,9% su base annua. L’aumento è del 4% per i prestiti alle famiglie.
Pari a 18,2 miliardi le sofferenze nette a gennaio 2022
“Le sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a gennaio 2022 sono aumentate di 3 miliardi, a 18,2 miliardi di euro, rispetto al dato di dicembre 2021 (15,2 miliardi), inferiori rispetto ai 19,9 miliardi di gennaio 2021 (-1,7 miliardi pari a -8,5%) e ai 26,3 miliardi di gennaio 2020 (-8,2 miliardi pari a -31,0%) (cfr. Tabella 10). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 70,7 miliardi (pari a -79,6%) – conclude il report – Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,04% a gennaio 2022, (era 0,87% a dicembre 2021, 1,14% a gennaio 2021, 1,55% a gennaio 2020 e 4,89% a novembre 2015)”.