Abi: mutui, tassi a 1,49% a febbraio. L’88,6% delle erogazioni a tasso fisso

Abi, Rapporto mensileA febbraio 2022 i tassi sui mutui si sono attestati in media a 1,49%, in aumento rispetto all’1,45% di gennaio e all’1,4% di dicembre 2021. È quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo. Il tasso medio calcolato dall’associazione bancaria era pari a 1,29% un anno fa ma si mantiene comunque su lavori più bassi rispetto ai livelli di fine 2007 (5,72%).

Tassi di interesse bancari nel 2022 (medie mensili – valori %)

Mese di riferimento

Tassi sui mutui (nuove operazioni)

Tasso di riferimento Bce

Euribor a 3 mesi (Area euro)

Irs a 10 anni (Area euro)

Gennaio 2022

1,45%

0,00%

-0,56%

0,38%

Febbraio 2022

1,49%

0,00%

-0,53%

0,76%

Fonte: Monthly outlook Abi.

L’andamento dei tassi sui mutui nel 2021

All’inizio del 2021 il tasso dell’Abi era pari a 1,27%. È poi passato a 1,29% a febbraio, a 1,37% a marzo, 1,38% ad aprile, 1,40% a maggio e 1,42% a giugno. Ha poi avuto un andamento altalenante, facendo registrare l’1,40% a luglio, l’1,46% ad agosto, l’1,39% a settembre e l’1,43% a ottobre. Era all’1,44% a novembre.

Tassi di interesse bancari nel 2021 (medie mensili – valori %)

Mese di riferimento

Tassi sui mutui (nuove operazioni)

Tasso di riferimento Bce

Euribor a 3 mesi (Area euro)

Irs a 10 anni (Area euro)

Gennaio 2021

1,27%

0,00%

-0,55%

0,22%

Febbraio 2021

1,29%

0,00%

-0,54%

0,06%

Marzo 2021

1,37%

0,00%

-0,54%

0,02%

Aprile 2021

1,38%

0,00%

-0,54%

0,07%

Maggio 2021

1,40%

0,00%

-0,54%

0,14%

Giugno 2021

1,42%

0,00%

-0,54%

0,10%

Luglio 2021

1,40%

0,00%

-0,55%

0,00%

Agosto 2021

1,46%

0,00%

-0,55%

-0,09%

Settembre 2021

1,39%

0,00%

-0,55%

0,06%

Ottobre 2021

1,43%

0,00%

-0,55%

0,23%

Novembre 2021

1,44%

0,00%

-0,57%

0,18%

Dicembre 2021

1,40%

0,00%

-0,58%

0,17%

Fonte: Monthly outlook Abi.

Prevale ancora il tasso fisso

A febbraio sul totale delle nuove erogazioni di mutui l’88,6% è stata a tasso fisso, in aumento rispetto all’86,4% di gennaio e all’83,8% di dicembre 2021. Nel quarto trimestre del 2021 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è salita al 73% dal 71,3% del periodo precedente, avvicinandosi ai valori dell’estate del 2019. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile (loan to value, ltv) è rimasto pressoché stabile rispetto al trimestre precedente e si è attestato al 78%.

Gli altri tassi

A febbraio 2022, spiega il rapporto dell’Abi, “i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si sono mantenuti su livelli particolarmente bassi, e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,15% (stesso valore nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,10% (1,12% il mese precedente; 5,48% a fine 2007)”.

Dinamica dei prestiti bancari

A febbraio 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,3% rispetto a un anno fa. “Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni)”, precisa l’Abi.

A gennaio 2022, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dello 0,9% su base annua. L’aumento è del 4% per i prestiti alle famiglie.

Pari a 18,2 miliardi le sofferenze nette a gennaio 2022

Le sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a gennaio 2022 sono aumentate di 3 miliardi, a 18,2 miliardi di euro, rispetto al dato di dicembre 2021 (15,2 miliardi), inferiori rispetto ai 19,9 miliardi di gennaio 2021 (-1,7 miliardi pari a -8,5%) e ai 26,3 miliardi di gennaio 2020 (-8,2 miliardi pari a -31,0%) (cfr. Tabella 10). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 70,7 miliardi (pari a -79,6%) – conclude il report – Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,04% a gennaio 2022, (era 0,87% a dicembre 2021, 1,14% a gennaio 2021, 1,55% a gennaio 2020 e 4,89% a novembre 2015)”.