Abi: mutui, tassi +0,20% a febbraio. Scelto il fisso per il 62,8% delle operazioni

Abi, Rapporto mensileA febbraio i tassi sui mutui sono saliti dello 0,20%, portandosi in media al 3,79%. Il differenziale tra Irs 10 anni ed Euribor a 3 mesi è sceso a 33 punti base, facendo lievitare la percentuale di finanziamenti di mutui a tasso fisso sul totale, che è è schizzata al 62,8% (+15,4%). Nel frattempo è proseguito il rallentamento dei prestiti a imprese e famiglie, aumentati solo dello 0,8%. E sono cresciute di un miliardo le sofferenze nette delle banche italiane. Sono alcune delle evidenze del Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo.

Il report segnala inoltre due importanti inversioni di tendenza, avvenute sul finire del 2022: nell’ultimo trimestre dello scorso anno è sceso al 77,3% il loan to value (cioè il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile) ed è diminuita anche la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario (-22% rispetto al primo trimestre).

Tassi di interesse bancari nel 2023 (medie mensili – valori %)

Mese di riferimento

Tassi sui mutui (nuove operazioni)

Tasso di riferimento Bce

Euribor a 3 mesi (Area euro)

Irs a 10 anni (Area euro)

Gennaio

3,59%

2,50%

2,35%

2,81%

Febbraio

3,79%

3,00%

2,64%

2,97%

Fonte: Monthly outlook Abi.

Su SimplyBiz è disponibile anche l’andamento dei tassi nel 2022 e l’andamento dei tassi nel 2021.

Irs sale a 3,28% nella prima settimana di marzo. A febbraio differenziale tra Irs ed Euribor sceso a 33 punti base

Il tasso Euribor a 3 mesi nella media del mese di febbraio 2023 si è attestato a 2,64%, in aumento rispetto al 2,35% di gennaio e al 2,07% di dicembre 2022. Era pari a -0,53% un anno prima, a febbraio 2022. Nella media della prima settimana di marzo 2023 è salito a 2,83%.
Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni a febbraio si è attestato a 2,97%, in crescita rispetto al 2,81% del mese precedente. Oltre due punti percentuali più elevato rispetto allo 0,76% di febbraio 2022. Nella media della prima settimana di marzo 2023 si è registrato un valore pari a 3,28%.

Continua ad assottigliarsi il differenziale tra il tasso Swap a 10 anni ed Euribor a 3 mesi. A febbraio è risultato, in media, pari a 33 punti base. Era di 46 punti base nel primo mese del 2023, di 74 p.b. a dicembre 2022 e di 101 p.b. a novembre 2022.

Percentuale di mutui tasso fisso schizza al 62,8% del totale. Frenano loan to value e acquisti con finanziamento

Dalle segnalazioni del Si-Abi, si rileva che a febbraio 2023 sul totale delle nuove erogazioni di mutui il 62,8% erano mutui a tasso fisso, in aumento del 15,4% rispetto al 47,4% di gennaio (34,3% di dicembre). A gennaio del 2022 i prestiti per comprare casa rappresentavano l’86,4% del totale.

Il Rapporto mensile dell’Abi riepiloga i dati del Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia di marzo 2023 della Banca d’Italia, in base al quale nel quarto trimestre del 2022 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è scesa al 67,5%, invertendo il trend di crescita manifestato dall’inizio dell’anno: era pari al 69,7% del I trimestre, al 67,5% nel II trimestre e al 68% nel III trimestre 2022. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è sceso al 77,3%, mostrando anche in questo caso un andamento inverso rispetto a quello del 2022. Era infatti pari al 78,4% nel primo trimestre, 78,9% nel secondo trimestre e al 79% nel terzo.

I tassi degli altri prestiti

Secondo il bollettino mensile dell’Abi, a febbraio 2023:

  • Il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è risultato pari 3,66% (3,53% nel mese precedente; 3,20% a dicembre; 6,16% a fine 2007);
  • Il tasso medio sui nuovi prestiti in euro alle società non finanziarie è salito al 3,90% dal 3,72% del mese precedente (3,55% a dicembre 2022 e 5,48% a fine 2007).

Prestiti a famiglie e imprese con il freno a mano a febbraio 2023

Prosegue il rallentamento dei prestiti a imprese e famiglie, aumentati dello 0,8% a febbraio 2023 rispetto a un anno prima. A gennaio la crescita era stata dell’1,3% e a dicembre 2022 del 2,1%.

Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).

A gennaio 2023, i prestiti sono cresciuti dell’1,6%: quelli alle imprese sono rimasti sostanzialmente stabili su base annua (+0,1%) e quelli alle famiglie sono cresciuti del 3%.

L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a gennaio 2023 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi rappresentino una quota del 58,5% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 28,0%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,5%, il comparto delle costruzioni l’8,9% mentre quello dell’agricoltura il 5,6%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,5%.

Sofferenze nette in aumento di 1 mld a gennaio 2023

Le sofferenze al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a gennaio 2023 si sono attestate a 15,3 miliardi di euro, in aumento di circa 1 miliardo rispetto al mese precedente (+7,3%) e inferiori di circa 2 miliardi rispetto a gennaio 2022.

La riduzione è stata di 73,6 miliardi (pari a -82,8%) rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è attestato allo 0,88% (era 1,04% a gennaio 2022, 1,14% a gennaio 2021 e 4,89% a dicembre 2015”, conclude il report dell’Abi.