Abi: mutui, tassi all’1,43% a maggio. Prosegue crescita del fisso, stabile il variabile

Abi, Rapporto mensileI tassi di interesse sui mutui si sono attestati all’1,43% a maggio. Lo rende noto l’Associazione bancaria italiana (Abi), che ha diffuso oggi i dati del proprio Monthly Outlook. Secondo il bollettino mensile, il paramentro, che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo, è in crescita dall’1,37% di aprile ed è progressivamente aumentato dall’inizio dell’anno, passando dall’1,27% di gennaio all’1,3% di febbraio, per attestarsi a 1,36% a marzo. Erano all’1,25% a gennaio 2020 ma al 5,72% a fine 2007.

Secondo i dati dell’Abi, sul totale delle nuove erogazioni di mutui l’87,9% erano finanziamenti a tasso fisso, il 2,5% in più rispetto ad aprile, quando si attestavano all’85,4%.

Il confronto con i dati della Banca d’Italia

Leggermente più alte le stime sui tassi di interesse dei mutui casa contenuti nel report di Moneta e banche della Banca Italia, che comprende nel suo calcolo anche le spese accessorie e si ferma ad aprile. Secondo i dati più recenti, diffusi all’11 giugno, i tassi si sono collocati all’1,73% ad aprile, in lieve aumento rispetto all’1,72% di marzo. Confermato l’andamento crescente da inizio anno, con tassi che sono passati all’1,61% di gennaio all’1,64% a febbraio, per arrivare a 1,72% a marzo e a 1,73% ad aprile. Per conoscere i dati di maggio bisognerà attendere il report che verrà diffuso a luglio.

L’andamento di Euribor ed Eurirs: cresce il riferimento dei mutui a tasso fisso

Il tasso Euribor a tre mesi nella media del mese di maggio 2021 era pari a -0,54%. Si è mantenuto quindi stabile rispetto ai 3 mesi precedenti. Nella media dei primi dieci giorni di giugno 2021 è rimasto a -0,54%.

Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni era pari, a maggio 2021, a 0,14% in aumento rispetto al mese precedente (0,07%). Nella media dei primi dieci giorni di giugno 2021 si è registrato un valore pari a 0,11%. A maggio 2021, il differenziale tra il tasso Irs a 10 anni e l’Euribor a 3 mesi è risultato, in media, di 68 punti base (61 p.b. il mese precedente e 15 p.b. un anno prima).

I tassi di interesse sugli altri prestiti

Secondo il bollettino di giugno dell’Abi, a maggio 2021 “i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si mantengono su livelli particolarmente bassi, sui minimi storici”. Il tasso medio sul totale dei prestiti è stato pari al 2,23%, come ad aprile, (era al 6,18% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato dell’1,17% (1,19% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).

Prestiti alle famiglie saliti del 4,4% a maggio

I prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 4,4% rispetto a un anno fa. “Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni)”, precisa il report dell’Abi. Ad aprile 2021, per i prestiti alle imprese si registra un aumento del 4,5% su base annua. L’aumento è del 4,1% per i prestiti alle famiglie.

Sofferenze in diminuzione, a 19,8 miliardi di euro

Prosegue la riduzione delle sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, che secondo i dati dell’Associazione bancaria ad aprile 2021 si sono attestate a 19,8 miliardi di euro. A gennaio erano pari a 20 miliardi, a febbraio a 20,1 e a marzo a 19,9 miliardi. La contrazione appare più evidente se si confrontano i dati con quelli di aprile 2020, quando le sofferenze erano a quota 26,1 miliardi (6,3 miliardi in meno, con una riduzione del 24%), e di aprile 2019, quando si attestavano a 32,6 miliardi (- 12,8 miliardi pari a -39,2%). “Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 69 miliardi (pari a -77,7%) – conclude l’Abi -. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,15% ad aprile 2021, (era 1,50% ad aprile 2020, 1,87% ad aprile 2019 e 4,89% a novembre 2015)”.