Abi: Patuelli rieletto presidente 

Antonio Patuelli
Antonio Patuelli, presidente dell’Abi

Antonio Patuelli è stato confermato oggi nel suo ruolo di presidente dell’Abi. Di seguito un estratto dalla relazione di Patuelli all’assemblea:

Relazione Presidente Patuelli – Assemblea Abi 2022 

La grave e lunga pandemia e la guerra nell’Est Europa producono fortissimi cambiamenti e spinte alle modernizzazioni, costringendo tutti a misurarsi con le più vitali esigenze di salute, pace, convivenza, distensione, diritto internazionale, libertà e solidarietà, con alti principi e ideali indispensabili per una nuova fase di sviluppo economico, civile e sociale che non tralasci parti del mondo e della stessa Europa. 

Di fronte alla pandemia e alla guerra russo-ucraina, l’Unione Europea ha compiuto scelte strategiche, mostrandosi molto più unita ed efficace, pur senza, ancora, una vera cornice costituzionale.  

Gli sforzi dell’Europa unita debbono proseguire in qualità e quantità per affrontare tempestivamente ed efficacemente le gravi conseguenze anche della guerra, innanzitutto differenziando le fonti di approvvigionamento energetico, favorendo energie più sostenibili come le eoliche, solari e biologiche. 

L’Italia, pur appesantita da un ingente debito pubblico, crescente da oltre mezzo secolo, si è mossa con misure largamente efficaci che debbono avere orizzonti non brevi. 

Le strategie per la maggiore tutela della salute e dell’ambiente debbono avere la priorità. 

Le banche, mai rassegnate, sono impegnate per un’economia più sostenibile, debbono valutare sempre meglio i rischi climatici, ma non debbono essere viste come sostituti delle Autorità e delle funzioni pubbliche e non devono essere gravate da ulteriori requisiti di capitale. 

L’esplosione dei prezzi dell’energia e dell’inflazione (mitigata dal’Euro, più forte della vecchia Lira italiana) e i rischi di rallentamento economico impongono prolungate misure europee e nazionali di resilienza per la ripresa dello sviluppo sostenibile e dell’occupazione, indispensabili anche per la riduzione del debito pubblico. 

Dopo trent’anni di sperimentazione, occorre trasformare il vecchio patto europeo di stabilità e crescita in uno nuovo che ne inverta i fattori, puntando alla crescita e alla stabilità, per un’Europa più umana, con regole più semplici, con più civismo, solidarietà e sostenibilità. 

Le banche sono a fianco delle imprese nel sollecitare e applicare misure europee e nazionali di sostegno per i settori ed i fattori produttivi colpiti dalla pandemia e dagli effetti della guerra. 

Le banche sono impegnate nel sostegno alle imprese, nel confronto trasparente e costruttivo per ogni operazione finanziaria nel quadro delle complesse normative. 

I timori di un razionamento del credito si sono rivelati infondati per il comune impegno delle Istituzioni europee e nazionali e delle banche. 

Bene ha fatto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a segnalare che “con i prezzi del gas saliti di dieci volte in due anni c’e’ un grande stress sui consumatori e sulle imprese che non possono sopravvivere con questi prezzi”. 

I cicli produttivi sono stati sconvolti anche da carenze di materie prime, in un mondo che fa passi indietro nella globalizzazione, ma che rimane fortemente interconnesso. 

I compiti delle banche sono quanto mai importanti e complessi, con norme in continuo mutamento che si incrociano fra loro, con troppe fonti del diritto che sovrastano banche e imprese. 

Occorre riflettere e non irrigidire le regole di Basilea 3+, pensate prima della pandemia e della guerra. 

Necessitano certezza del diritto anche prospettica e identiche regole e stessa Vigilanza per operazioni finanziarie realizzate da soggetti giuridici diversi. 

I salvataggi di banche in gravi difficoltà debbono essere possibilmente preventivi, per evitare maggiori rischi e costi, con l’intervento dei Fondi interbancari di tutela dei depositi, come avvenuto in Italia fino al 2015, prima della “risoluzione” delle quattro banche, e come è tornato possibile dopo la “doppia conforme” sentenza del Tribunale e della Corte europea che hanno dato ragione all’Italia, riconoscendo la natura privata del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. 

Necessita una maggiore coordinata flessibilità delle normative emanate dalle tante Autorità che andrebbero razionalizzate dopo Brexit, in una UE divenuta più dinamica e compatta. 

Le Unioni economica, bancaria e dei mercati dei capitali devono crescere senza nuovi oneri per le banche e con omogeneità della pressione fiscale negli Stati membri, per realizzare l’uguaglianza delle condizioni della concorrenza delle imprese nella UE, quando i differenti debiti pubblici già incidono con spread che hanno conseguenze sulla concorrenza. 

L’Unione bancaria si è sviluppata molto di più nella crescita delle attività di Vigilanza che nell’unificazione delle altre regole. 

L’Unione bancaria deve progredire senza forzature e senza strappi, se non vi saranno Stati privilegiati o penalizzati: necessitano regole comuni per la crescita di tutti, su un piano di parità concorrenziale. 

Concordiamo col Presidente Enria: bisogna completare l’Unione bancaria “in modo sensato e pragmatico”. 

La crescita della UE non può più limitarsi all’economia: occorre un salto di qualità con la revisione anche dei Trattati -come ha proposto il Presidente del Consiglio Draghi- superando le frequenti paralisi decisionali basate su veti. 

Il principio dell’unanimità va superato adottando quello delle maggioranze qualificate per decidere in modo più tempestivo.  

Le crisi costringono ad accelerare i processi di integrazione per un’Europa protagonista non solo nel funzionamento del mercato, ma anche per l’energia, la sostenibilità e la sicurezza. 

Confidiamo che le politiche monetarie della BCE siano sempre orientate allo sviluppo e alla stabilità. 

Viviamo una fase di cambiamenti nei mercati finanziari: per combattere l’inflazione finisce la fase eccezionale dei tassi negativi e viene ridotta la grande liquidità che era stata immessa. 

Le emergenze pandemica e bellica hanno accelerato l’uso dell’intelligenza artificiale con grandi nuove possibilità, ma anche rischi per la sicurezza e le libertà.  

Si è accentuato anche l’uso delle rischiose cosiddette cripto valute, che valute non sono e non hanno corso legale, che operano in un eccessivo anonimato, nella mancanza di norme che le regolino, con gravi rischi per la legalità e i risparmi che non hanno le tutele proprie degli investimenti in mercati regolamentati. 

Importanti sono le iniziative nazionali ed europee per operare in cosiddette cripto valute, con l’anagrafe, istituita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle piattaforme di servizi collegati a cripto valute e con l’obbligo per gli operatori di iscriversi a un registro gestito dall’Organismo degli agenti e mediatori creditizi, in collaborazione con la Guardia di Finanza, la Polizia valutaria e la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. 

L’impegno contro il riciclaggio e l’usura deve svilupparsi anche negli scambi in cripto pseudo valute. 

Sollecitiamo l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo per la resilienza operativa digitale del settore finanziario (Dora) con l’istituzione di una Vigilanza europea sui servizi digitali.  

Concordiamo col Governatore Visco sul giudizio positivo sulla proposta della Commissione europea di regole comuni (MiCAR) per l’emissione, l’offerta al pubblico e sui servizi di criptoattività. 

E’ urgente e indispensabile un diritto internazionale per la società digitale che implichi principi e metodi, doveri, diritti e Autorità di controllo, come sollecita il Presidente della Consob, Savona. 

Dal 2019 la Consob ha ordinato l’oscuramento di varie centinaia di siti web che offrivano abusivamente servizi finanziari. 

Occorre la costituzionalizzazione del Web per farvi prevalere le regole del diritto. 

L’ABI collabora con impegno con la Banca d’Italia nel CERTFIN per la sicurezza cibernetica e con tutte le Autorità per la sicurezza dei dati, anche con iniziative informative come il vademecum promosso da ABI e Polizia di Stato. 

Fondamentali saranno le vere valute digitali, come l’Euro digitale che sarà un mezzo di pagamento legale e sicuro che integrerà quelli esistenti, frenerà il riciclaggio, l’evasione e l’elusione fiscale e, come assicura la BCE, non “taglierà fuori” le banche che già si preparano a queste così importanti innovazioni e sono protagoniste nel Fintech. 

Le banche in Italia sono le principali protagoniste private nella lotta al riciclaggio e all’usura, con apprezzamenti delle Istituzioni, come esplicitato dal Direttore della UIF.  

Molto importanti saranno i compiti di impulso e coordinamento della nuova Autorità europea antiriciclaggio che avrà competenze anche sulle cripto valute che debbono divenire tracciabili: l’Italia merita di ospitarne la Sede per l’impegno per la legalità e per carenza in Italia di altre Istituzioni finanziarie europee. 

Le tecnologie sicure e l’educazione finanziaria sono sempre più indispensabili anche per la tutela del risparmio: le informazioni debbono garantire sempre trasparenza e semplicità. 

L’inflazione è una tassa ingiusta sugli onesti, innanzitutto sui risparmiatori: essa spinge ad investimenti che debbono essere sempre pienamente consapevoli e lungimiranti. 

Il risparmio investito è indispensabile fattore per la ripresa, assieme ai fondi europei per il cui tempestivo impiego le banche sono a fianco di Istituzioni e imprese. 

Per attrarre i risparmi verso gli investimenti in Italia occorre proseguire nelle riforme fiscali: il potenziamento dei PIR va in questa giusta direzione, ma questa riforma non è sufficiente per attrarre l’ingente liquidità parcheggiata. Occorre ridurre la pressione fiscale sugli investimenti stabili e non speculativi per innescare un più robusto circuito virtuoso per favorire la trasformazione della liquidità in investimenti produttivi che sono gravati dalla doppia imposizione sugli utili delle imprese e sui dividendi. 

Importante sarà l’entrata in vigore della proposta della Commissione Europea per incentivi fiscali per gli aumenti del patrimonio netto delle imprese. 

Necessita razionalizzare e semplificare le normative fiscali evitando i continui mutamenti e garantendo anche prospettica certezza del diritto. 

Mai deve essere dimenticato che il Mezzogiorno è una grande area di potenzialità di sviluppo sostenibile con effetti positivi per l’Italia tutta e l’Unione Europea.