Abi, tassi sui mutui pari a 1,39% a settembre 2021

Abi, Rapporto mensileI tassi sui mutui si sono attestati in media a 1,39% a settembre. Lo ha reso noto oggi il Rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana (Abi), che sottolinea come la cifra sia in lieve diminuzione rispetto all’1,46% di agosto e su valori ancora molto bassi rispetto al 5,72% di fine 2007. Secondo le informazioni diffuse oggi dall’Abi il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni era pari a 1,27% a gennaio ed è progressivamente aumentato per arrivare a 1,29% a febbraio, 1,37% a marzo; 1,38% ad aprile; 1,40% a maggio; 1,42% a giugno. A luglio aveva avuto un lieve arretramento, a 1,40%, per poi tornare a crescere, attestandosi a 1,46% ad agosto.

Gli altri tassi

Secondo il report dell’Abi, il tasso medio sul totale dei prestiti si è attestato al 2,19%, lo stesso valore nel mese precedente (era a 6,18% prima della crisi, a fine 2007); mentre quello sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato pari a 1,19% (1,07% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).

Prestiti alle famiglie saliti del 2,2%

A settembre 2021, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,2% rispetto a un anno fa. “Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni) – precisa il Rapporto mensile dell’Associazione bancaria -. Ad agosto 2021, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dell’1,2% su base annua. L’aumento è del 3,7% per i prestiti alle famiglie”.

Sofferenze ancora in calo

Secondo gli ultimi dati disponibili nel report dell’Abi, le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) ad agosto 2021 sono 16,6 miliardi di euro, in riduzione rispetto ai 17,8 miliardi di luglio 2021 e ai 24,5 miliardi di agosto 2020 (-7,9 miliardi pari a -32,1%) e ai 32,3 miliardi di agosto 2019 (-15,7 miliardi pari a -48,6%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di 72,2 miliardi (pari a -81,3%). “Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari allo 0,97% ad agosto 2021, (era 1,40% ad agosto 2020, 1,86% ad agosto 2019 e 4,89% a novembre 2015)”, conclude l’analisi.