Il 2013 è terminato con un rialzo medio dei prezzi di affitto pari al 4,8% rispetto al precedente mese di novembre. Lo rileva una ricerca di Mioaffitto.it, portale online specializzato nell’affitto di abitazioni per lungo periodo che raccoglie oltre 150.000 annunci di immobili in affitto in tutta Italia..
Secondo l’analisi il Lazio risulta essere la regione più cara, con un prezzo medio di affitto al mese pari a 1276 euro, circa il 9,7% in più rispetto giugno, ma meno il 4% rispetto a dicembre 2012.
Seconda in classifica è la Lombardia, dove un appartamento in affitto costa, circa 949 euro al mese, 8,3% in più rispetto a giugno e -0,2% rispetto a 12 mesi prima. Il Trentino-Alto Adige, la Puglia, le Marche, Abruzzo e Basilicata sono le regioni in cui è sta registrata una diminuzione minima del prezzo d’affitto negli ultimi sei mesi, come potete vedere nella tabella riportata qui sotto.
Caso eccezionale è il Molise, ultimo nella nostra classifica, in cui i prezzi sono notevolmente scesi (-9,3%) rispetto a giugno, e registrano un lievissimo incremento (0,8%) rispetto all’anno precedente.
Anche per quanto riguarda la situazione della province, nell’arco degli ultimi sei mesi i prezzi sono notevolmente lievitati. La più cara si riconferma essere quella di Milano, in cui mediamente un affitto costa 1812 euro al mese, ovvero +5,6% rispetto a giugno 2013 e con una variazione annuale solo dell’1%. La seconda provincia più cara d’Italia è quella di Roma, 1655 euro al mese, cifra aumentata negli ultimi sei mesi del 7%, e dell’ 0,5% rispetto all’anno scorso. La terza provincia è Firenze in cui il prezzo, rispetto a dicembre 2012 è aumentato del 10%, registrando quindi una media di 1185 euro al mese per un’abitazione in affitto.
Vivere a Napoli, di questi tempi, costa al mese 1031 euro al mese, circa 8% in più rispetto a giugno e +6,6% rispetto a dicembre 2012.
Ragusa si riconferma essere la città italiana dagli affitti più economici. Un affitto nella cittadina siciliana infatti un appartamento in affitto costa in media 393 euro al mese, importo che non ha visto nell’ultimo anno un grande cambiamento (-0,6%).