Lo scorso 9 marzo la IV commissione politiche dell’Unione Europea del Senato, presieduta da Giulio Terzi di Sant’Agata, nell’ambito dell’esame della Proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alla raccolta e alla condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine e che modifica il regolamento (UE) 2018/1724 (n. COM 2022 571 definitivo), ha ascoltato in audizione le principali associazioni di categoria: Aigab, Confabitare, Fiaip, Fimaa.
Il comparto degli affitti brevi, secondo l’Associazione italiana gestori affitti brevi (Aigab) al momento coinvolge circa 600.000 immobili online a livello nazionale, di cui quasi 250.000 gestiti da imprese, quindi da operatori professionali. Complessivamente il valore delle prenotazioni del 2022 derivante dal mercato degli affitti brevi è stato di quasi 12 miliardi di euro, con un indotto che va moltiplicato per 4. “Vuol dire che per ogni euro corrisposto da un viaggiatore per affittare una casa in cui soggiornare, ne vengono spesi almeno 4 nell’indotto, tra trasporti, esperienze, cultura ed enogastronomia”, spiega l’associazione.
Aigab: lo Stato potrebbe riscuotere 1 mld l’anno da cedolare secca e 300 mln da Iva su commissioni di gestione
Secondo le stime del centro studi dell’Aigab, che ha depositato una memoria acquisita dalla IV commissione, lo Stato potrebbe essere in grado di raccogliere circa 1 miliardo l’anno dalla cedolare secca e 300 milioni di euro dall’Iva sulle commissioni di gestione.
“Rispetto all’asset delle seconde case degli italiani non utilizzate, circa 6,3 milioni, quelle immesse nel circuito del vacation rental sono solo circa 600.000. Di queste 200mila sono gestite da aziende. Complessivamente, gli operatori professionali sono tra i 20.000 e i 30.000, con un indotto nel mondo del lavoro tra 120.000 e 150.000 persone. Il vacation rental vale circa 10 miliardi di euro, di cui quasi 7 intermediati da online travel agencies con 550.000 alloggi online; un raddoppio dimensionale guidato dall’aumento degli immobili online può incrementare il Pil senza investimenti pubblici, solo grazie a interventi normativi”, ha affermato il presidente Marco Celani nel corso dell’audizione
La richiesta dell’Aigab è che “il property manager in quanto operatore professionale che gestisce le unità immobiliari di molti proprietari sia riconosciuto come un attore fondamentale del settore e il miglior alleato dei governi nel vigilare sulla legalità. Il sommerso è, infatti, l’elemento che impatta negativamente la concorrenza ed è il primo elemento di disturbo dell’attività degli affitti brevi”.
L’associazione giudica positivamente un Regolamento Europeo che punti ad armonizzare la raccolta dei dati. “Il fenomeno degli affitti brevi è in rapido sviluppo a causa di molti fattori che non possono essere ignorati o banalizzati – ha aggiunto Celani -. Il primo e più importante è il trend demografico negativo che svuota le case degli Italiani e le rende un fardello per le famiglie che le ereditano e che hanno la possibilità di venderle o metterle a reddito. L’affitto a lungo termine è l’opzione preferita con oltre 4,5milioni di case che hanno questa destinazione. Gli affitti brevi sono un ripiego temporaneo per chi non ha ancora deciso cosa fare della propria casa o non vuole bloccarla per troppo tempo o non si sente di correre un rischio di insoluto troppo alto, o semplicemente la casa è più adatta o più remunerativa nel circuito del breve. La maggior parte delle case online sono in destinazioni secondarie, deserte d’inverno e popolate d’estate. Solo una piccola parte sono nei centri storici (meno del 10% del totale online). Siamo d’accordo con l’obiettivo di misurare il fenomeno, raccogliendo informazioni da host privati e dalle piattaforme”.
Ritiene però che quando una casa è gestita da un property manager professionista debba essere questo il titolare degli adempimenti, in quanto è il soggetto che ha il più completo set informativo sulle prenotazioni dell’immobile. “Ogni piattaforma vede solo la sua parte di prenotazioni, mentre il property manager vede l’intero calendario e in Italia è già responsabile di una serie di adempimenti ben più rilevanti, dall’essere sostituto d’imposta, alla responsabilità della raccolta e versamento della tassa di soggiorno, al riconoscimento dell’ospite, invio dati alla Questura e all’Istat, come si vede adempimenti molto più importanti di una raccolta dati aggiuntiva – ha concluso il presidente dell’Aigab -. Peraltro, tutti adempimenti a carico degli imprenditori che svolgono professionalmente questa attività. Il property manager deve essere visto come un alleato delle Istituzioni e la crescita di questa professione deve essere valorizzata perché in grado di contribuire al ripopolamento dei borghi, alla capacità di attrazione di viaggiatori stranieri che contribuiscono positivamente al saldo della bilancia dei pagamenti, all’indotto. Si tratta di imprenditori che investono in tecnologia e marketing, assumono dipendenti in Italia, spesso richiamandoli da esperienze all’estero. Se il Parlamento italiano facesse suo l’emendamento proposto da Aigab metterebbe un tassello importante nel monitoraggio efficace del fenomeno affitti brevi e nel dare agli enti locali degli alleati nella salvaguardia della legalità e del livello di servizio agli ospiti”.
Fiaip: banca dati non crei ulteriori oneri per il comparto
Anche la Federazione italiana agenti immobiliari professionali (Fiaip) ha condiviso la finalità della proposta di regolamento europeo di rendere più trasparente e uniforme la raccolta dei dati e delle informazioni correlate alle locazioni brevi ad uso turistico, armonizzando le diverse procedure, tramite una banca dati europea che preveda una procedura di registrazione automatica più snella e facilmente accessibile con cui rendere condivisibili e disponibili i dati e le informazioni richieste dalle autorità competenti.
“Condividiamo la finalità virtuosa di creare un’unica Banca dati digitale Europea che renda più snelle, uniformi e trasparenti le regole inerenti la raccolta dei dati e delle informazioni sugli affitti turistici, armonizzandole in tutti gli Stati membri – ha dichiarato Gian Battista Baccarini, presidente nazionale Fiaip -, a condizione che ciò non si traduca in un ulteriore onere o balzello, ma, al contrario, sia il pretesto per semplificare realmente, accorpando in unico adempimento tutti gli innumerevoli e reiterati obblighi informativi, ad oggi previsti dalle disposizioni nazionali, introdotte, in particolare, dal decreto Sicurezza e dal decreto Crescita che, anziché favorire, ostacolano il mercato immobiliare turistico con danni trasversali per gli operatori e per l’economia nazionale”.
Fimaa chiede adeguamento obblighi per piattaforme di intermediazione turistica
In rappresentanza della Federazione italiana mediatori agenti d’affari (Fimaa) è intervenuto il vicepresidente nazionale Alessandro Simonetto, il quale ha condiviso l’idea di uniformare la normativa europea in materia ma, allo stesso tempo, ha invitato a non dimenticare le specificità territoriali dell’Italia.
Ha quindi evidenziato ai componenti della IV commissione del Senato che “gli agenti immobiliari che si occupano di extra alberghiero sono le vere sentinelle sul territorio e, attraverso il loro presidio, assistono il consumatore”.
Inoltre, ha evidenziato come nella proposta di Regolamento europeo manchi un obbligo per le piattaforme di intermediazione turistica, al pari di quelli già previsto per gli agenti immobiliari, di raccogliere la tassa di soggiorno.
Infine, ha auspicato che, al fine di tutelare maggiormente i consumatori, aumentino gli obblighi a carico delle piattaforme in merito ai controlli degli immobili destinati ad uso turistico.
Confabitare: rivedere la gestione fiscale e civile degli affitti brevi ed evitare fenomeni simili a quelli presenti nella telefonia
Anche l’associazione dei proprietari immobiliari Confabitare ha sottolineato l’importanza che la normativa aiuti i proprietari corretti e rispettosi delle norme di legge senza gravarli di oneri fiscali e burocratici che potrebbero limitare un comparto fondamentale per l’economia del paese.
“Spero che il nuovo regolamento sia valutato nel pieno e rigoroso rispetto delle norme del Gdpr e dello statuto del contribuente – ha dichiarato il presidente nazionale di Confabitare, Alberto Zanni
-. Confido in una semplificazione delle procedure burocratiche e una riduzione degli oneri fiscali a carico dei proprietari, al fine di favorire la crescita del settore turistico e garantire maggiore competitività rispetto ad altri paesi europei, visto che la situazione regolamentare degli affitti brevi in Italia è ancora molto frammentata e disomogenea: alcune regioni italiane hanno adottato leggi e regolamenti specifici per regolamentare le attività di locazione turistica, stabilendo requisiti per la sicurezza e la qualità degli alloggi, nonché procedure per la registrazione e la tassazione delle locazioni. Tuttavia, le regole e le normative possono variare notevolmente a seconda della regione o del comune in cui si trova l’alloggio”.
Luca Capodiferro, presidente del centro Studi di Confabitare e rappresentante dell’associazione durante l’audizione, ha suggerito di rivedere la gestione fiscale e civile degli affitti brevi e ha sottolineato l’importanza di essere cauti nel regolamentare le locazioni brevi turistiche per evitare fenomeni simili a quelli presenti nella telefonia.
“Il fenomeno degli affitti brevi sta causando problemi in importanti città come Venezia e in Portogallo – ha spiegato Capodiferro -. Queste locazioni turistiche possono rivitalizzare alcune zone, ma stanno anche aumentando i prezzi degli affitti tradizionali in modo esponenziale. Questo fa sì che i proprietari chiedano affitti troppo elevati, rendendo impossibile per molte persone pagare l’affitto. Se i proprietari non riescono a trovare inquilini a breve termine, le case rimangono vuote o, se i prezzi salgono troppo, vengono utilizzate solo per il turismo, snaturando l’urbanizzazione. Questo porta anche al fatto che le persone non possono trovare una casa e sono costrette a lasciare la città. Il settore turistico è uno dei più importanti per l’economia del paese e non si può pensare di danneggiarlo con norme assurde. Va regolamentato, ma non può essere considerato un mondo parallelo. Ho suggerito di ripensare il modo in cui le locazioni turistiche brevi vengono gestite da un punto di vista civile e fiscale. Attualmente, queste locazioni sono disciplinate da decreti, leggi regionali, adeguamenti comunali e circolari dell’Agenzia delle Entrate, che sostituiscono il vuoto legislativo. Ho proposto di riaprire il tavolo sindacale che ci fu nel 2016, estendendolo al ministero del Turismo e alle associazioni rappresentative dei Portali e del turismo, come Fedturismo, Federalberghi. Questo tavolo potrebbe essere la base per una seconda parte dell’accordo nazionale, che disciplini le locazioni turistiche brevi, mettendo dei paletti e regolamentando le questioni civili e fiscali. In questo modo, si avrebbe un contesto normativo uniforme, con la possibilità di adeguamenti a livello territoriale”.
Sulla gestione dei dati Confabitare auspica l’allineamento della normativa europea, al fine di uniformare le regole tra i vari Paesi. “Tuttavia ho sottolineato la necessità di essere cauti, al fine di evitare comportamenti scorretti da parte di chi intende aggirare le regole. Come esempio, ho fatto riferimento al fenomeno della telefonia, dove a volte, nonostante le regole stringenti imposte ai proprietari e ai portali, qualcuno apre un call center su un portale non autorizzato, accaparrandosi i dati degli utenti per poi utilizzarli a proprio vantaggio. In definitiva, ho ribadito l’importanza di evitare questi comportamenti”, ha concluso Capodiferro.