Agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi si percepiscono come concorrenti? La risposta nell’indagine Oam – Prometeia 2024

Rapporto Oam Prometeia 2024 (agenti e mediatori)Agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi sono concorrenti? Si percepiscono come tali? Su questo aspetto ha indagato l’analisi “Agenti e mediatori in Italia: posizionamento e traiettorie evolutive” presentata lo scorso 23 aprile dall’ufficio studi dell’Oam in collaborazione con Prometeia.

Il risultato è curioso: gli agenti considerano i mediatori come concorrenti, mentre i mediatori non li percepiscono come tali.

L’opinione degli agenti in attività finanziaria

In un mercato in cui cresce la competizione e si riducono i margini, il 73% degli agenti in attività finanziaria vede i mediatori come competitor e ritiene che determinino talvolta uno scenario di “competizione impropria”, con un ruolo percepito quasi come quello di “agenti plurimandatari”.

Gli agenti pensano però che un’eventuale apertura al plurimandato, benché benefica soprattutto per i monoprodotto, non verrebbe contemplata dalle grandi mandanti. Ipotesi corretta, poiché le mandanti percepiscono gli agenti come una “elongazione”, e quindi un prolungamento, delle proprie strutture interne.

L’opinione dei mediatori

L’87% dei mediatori creditizi intervistati non percepisce gli agenti in attività finanziaria come concorrenti: “l’offerta proposta dagli agenti risulterebbe poco attrattiva per i consumatori rispetto all’ampia e personalizzata gamma di soluzioni offerte dai mediatori creditizi. I veri competitor sarebbero, invece, le altre società di mediazione e le banche”, secondo l’indagine di Oam e Prometeia.

Per quanto concerne le strategie di crescita, gli agenti in attività finanziaria ritengono che in uno scenario di crescite non significative, caratterizzato da una minore redditività e un progressivo invecchiamento della forza lavoro, a causa della scarsa attrattività della professione per i giovani, debbano ricercare rapporti di lungo termine. Per i più piccoli e/o meno stabili, il modello del mediatore potrebbe costituire una possibilità (se non necessità) evolutiva.

Invece il 41% dei mediatori intervistati, principalmente di grandi dimensioni, valuterebbe favorevolmente l’acquisizione di altri mediatori per ampliare la propria portata distributiva, mentre il 13% delle società intervistate prenderebbe in considerazione sia percorsi acquisitivi che di integrazione all’interno di altri mediatori.