Aibe: nel 2011 le banche straniere presenti in Italia hanno aumentato i finanziamenti a famiglie e imprese ma ridotto gli investimenti in titoli di Stato

L’anno scorso gli impieghi erogati dagli istituti stranieri, si legge nel dossier, hanno registrato un tasso di crescita del 3% che si confronta con un modesto +0,7% della media nazionale.

Grazie anche alle minori difficoltà incontrate sulla raccolta, cresce dunque la quota di mercato dei finanziamenti concessi da filiali e filiazioni di banche estere al settore privato che passa al 16,3% dal 16,1%.

In particolare la quota dei mutui erogati nel 2011 da istituti esteri è pari al 28% delle totale, in crescita rispetto al 2010.

Lo studio evidenzia inoltre come, relativamente alle controparti, per la prima volta i finanziamenti alle famiglie hanno superato quelli alle imprese, con una quota di mercato che nel primo caso sale al 19,6% (dal 18,6% del 2010), mentre nel secondo rimane stabile al 12,6%.

Sul fronte della raccolta da clientela la quota di mercato complessiva è pari al 13,7% dell’intero sistema, in crescita dal 2007.

Relativamente al settore pubblico, in linea al trend discendente dello stock di debito pubblico nei portafoglio degli investitori esteri (-14 miliardi di euro di deflussi per le banche estere operanti con insediamenti in Italia), la quota di titoli di Stato è passata dal 17,2% nel 2010 al 10,4% nel 2011 per poi scendere ancora all’8,5% a fine marzo 2012.

La ricerca ricorda che questi dati non tengono conto degli investimenti diretti effettuati dalle case madri e dalle altre banche che non operano in Italia attraverso filiali o filiazioni ma che investono nel debito pubblico italiano.

“Il sentimento degli operatori esteri è di preoccupazione per il mantenimento del loro impegno verso i singoli operatori economici ma anche di sconforto perché il sistema Italia non cambia”, ha spiegato il presidente dell’Aibe, Guido Rosa.

Secondo Rosa si tratta di un “sentiment a due velocità che simbolicamente si traduce nella interpretazione di due significativi aggregati: permangono e crescono da un lato i finanziamenti concessi da operatori esteri al sistema privato (imprese e famiglie) ma diminuisce, dall’altro, la fiducia verso tutto ciò che è pubblico”.

Nel corporate e investment banking si conferma la rilevante presenza degli operatori esteri in attività come quelle legate ai prestiti sindacati (quota di mercato al 56%) e ai collocamenti degli strumenti di debito (62% dei collocamenti in pool).

Nel mercato del capitale di rischio, il 90% circa delle emissioni hanno coinvolto bookrunner esteri in attività che principalmente hanno riguardato aumenti di capitale, ma soprattutto è da evidenziare il ritorno nel private equity dove si registra una decisa ripresa della raccolta indipendente.

Sotto il profilo stutturale in Italia operano 102 banche estere (78 filiali/succursali e 24 filiazioni) in crescita rispetto a 98 del 2010 e rappresentanti il 17,5% del totale attivo del sistema bancario italiano.

Gli sportelli sono complessivamente circa 2.500 pari al 7% circa del totale operante in Italia. Il personale è di circa 38.000 unità, il 12% circa del totale, in crescita del 3% nell’ultimo triennio, a fronte di un calo del 2% a livello di sistema.