Allarme Enasarco: nel 2021 oltre 700.000 iscritti inattivi e 196.000 silenti

Enasarco LogoNel 2021 l’Enasarco ha registrato l’esistenza di 700.900 soggetti inattivi e di 196.089 professionisti silenti. Questo significa che lo scorso anno più di settecentomila associati attivi non hanno versato alcun contributo (i primi) e sono quasi duecentomila gli iscritti che risultano inattivi da più di 3 anni e hanno un’anzianità contributiva inferiore al requisito minimo per accedere all’assegno di vecchiaia (i secondi). Sono i dati del bilancio consuntivo del 2021 presentati ieri dal presidente dell’Enasarco, Alfonsino Mei, nella sua audizione alla Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

La nella memoria consegnata dai vertici dell’Enasarco alla Commissione parlamentare per il controllo degli enti previdenziali parla anche di 217.944 iscritti contribuenti al Fondo previdenza a fine 2021 e di 132.710 pensionati.  

Entrando più nel dettaglio, dei 217.944 contribuenti al Fondo di previdenza 216.246 sono agenti e 1.698 sono volontari. Il contributo medio si è attestato lo scorso anno a 4.836 euro

Sono 20.515 gli agenti costituiti in società di capitali contribuenti al Fondo, per un contributo medio di 7.567 euro.

I pensionati di vecchiaia ordinaria sono risultati pari a 84.814 nel 2021, con un importo medio erogato di 9.404 euro.

Lo scenario che emerge dalla lettura del bilancio tecnico presenta, secondo il presidente dell’Enasarcoelementi di attenzione in termini di stabilità di lungo periodo”.  Mei ha precisato che “è previsto un saldo corrente negativo nell’arco dei 30 anni di valutazione, in particolare per 16 anni dal 2034 al 2049”, quindi “un saldo previdenziale con valori negativi per 21 anni, dal 2031 al 2051, coperti solo in parte dai rendimenti attesi sul patrimonio, che per 26 anni, dal 2033 al 2058, anche se sempre positivo, non risulta sufficiente a coprire la riserva legale pari a cinque annualità delle pensioni correnti”.

Secondo Mei la progressiva riduzione del numero dei contribuenti renderà il flusso contributivo inadeguato alla copertura della spesa per pensioni negli anni caratterizzati dalla fisiologica “gobba pensionistica”.