Infatti, secondo Altroconsumo tra i problemi principali c’è appunto la mancata emissione della ricevuta fiscale. “Nell’ambiguità su chi la debba rilasciare prevale lo scaricabarile – fanno sapere dall’associazione – con effetto finale di evasione fiscale: spesso non è stato dato al consumatore. Una volta effettuato l’acquisto il sito invia per email esclusivamente il coupon che non ha le caratteristiche tecniche né il valore di una ricevuta fiscale”.
Ne segue, infatti, che presentando il buono nei ristoranti (se si è acquistato una cena) quasi sempre non è rilasciata alcuna ricevuta del valore del buono. Ma se all’uscita di un ristorante avvenisse un controllo fiscale, come si giustifica il fatto di essere usciti a mani vuote? Il rischio è che ci sia una grave ipotesi di evasione fiscale: Altroconsumo ha inviato un formale interpello all’Agenzia delle entrate.
In un caso su due i prezzi sono gonfiati nell’offerta per far apparire più roboanti gli sconti con la scelta del coupon. “Mangiando à la carte – continuo Altroconsumo a titolo d’esempio – si è speso meno del prezzo dichiarato sul sito, tanto è vero che l’offerta Menu fiorentina per 2, segnalata come prezzo pieno a 84 euro, proposta scontata a 39 euro, col 54% di sconto sbandierato, costa in effetti à la carte 49 euro, con sconto effettivo praticato del 20% e non del 54%”.
I dieci siti dell’inchiesta, consultabile su www.altroconsumo.it, sono: Getbazza, Glamoo, Groupalia, Groupon, Kgbdeals, Jumpin, Letsbonus, Poinx, Prezzofelice e Tuangon.