“Nel ribadire l’assoluta temerarietà delle azioni avviate da Banca Carige nei confronti di Amissima e di Apollo, nonché l’intenzione di tutelare la propria reputazione e proteggere i propri interessi patrimoniali presso le sedi competenti anche nell’interesse dei propri assicurati, Amissima sottolinea come le informazioni aggiuntive messe a disposizione del pubblico da parte di Banca Carige (tra cui l’atto di citazione del giugno 2016 introduttivo del giudizio pendente davanti al Tribunale di Genova) non abbiano favorito la correttezza informativa sollecitata dall’Autorità di Vigilanza, ma abbiano per converso ulteriormente aggravato il carattere fuorviante delle precedenti lacunose comunicazioni della banca”. Così il gruppo assicurativo Amissima in una nota
“In particolare – prosegue la nota – malgrado la richiesta di Consob di fornire adeguata informativa sulla fondatezza delle iniziative giudiziarie, Banca Carige ha omesso di rendere pubbliche le due lettere che Amissima ha trasmesso in data 4 gennaio 2017 e in data 24 febbraio 2017 rispettivamente al presidente del consiglio di amministrazione e al presidente del collegio sindacale della banca, nonostante tali lettere siano essenziali al fine di fornire ai soci di Banca Carige un corretto quadro informativo in relazione alle azioni legali sulle quali sono chiamati a deliberare.
Con riguardo all’accusa, gravemente lesiva sotto il profilo reputazionale, rivolta ad Amissima di avere prelevato liquidità da Banca Carige con finalità abusive, dal contenuto di queste lettere si evince che Banca Carige era perfettamente a conoscenza che Amissima avrebbe dovuto investire tale liquidità entro fine 2015. Lo si evince, tra l’altro, da una lettera inviata alla Banca il 28 gennaio 2015 dall’allora ad di Amissima Vita e dal verbale del Consiglio di Amministrazione della stessa Banca Carige del 25 febbraio 2016 (prodotto dalla Banca unitamente al predetto atto di citazione), dove si precisa che ‘alcuni deflussi di clienti corporate, come Amissima, erano stati compresi nelle previsioni di inizio anno’.
Infatti, si discuteva di tali investimenti già dalla metà del 2014, in ragione dell’entrata in vigore, a partire dal primo gennaio 2016, della Direttiva Solvency II, che avrebbe richiesto dei requisiti patrimoniali che rendevano inconciliabile il mantenimento di liquidità presso una banca (Banca Carige) il cui basso rating avrebbe comportato un assorbimento di capitale pari al 100%. Peraltro, Amissima Vita, come è agevolmente rilevabile dagli estratti conto in possesso della Banca, non ha spostato tale liquidità presso altri istituti di credito, ma ha l’ha investita in azioni, titoli di stato e obbligazioni; tutte operazioni effettuate tramite il trading desk di Banca Carige”.