Ania: assicurato contro le catastrofi naturali solo il 4,9% delle case di proprietà

Ania LogoL’alluvione improvvisa che ha colpito le Marche a metà settembre scorso è solo l’ultima delle sempre più frequenti calamità legate al cambiamento climatico. Gli effetti congiunti dell’aumento delle temperature, che originano siccità estreme e prolungate, e fenomeni di piogge intense in intervalli di tempo molto circoscritti sono destinati ad acuirsi nel tempo, con conseguenze economiche e in termini di vite umane sempre più pesanti.

Si inserisce in questo contesto il report dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), che sottolinea come l’Italia sia forse l’unico paese industrializzato e, per di più, con un’elevata esposizione al rischio privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle calamità naturali. In altri Paesi simili al nostro, precisa l’Ania, “per esposizione al rischio di catastrofi naturali sono in vigore, in alcuni casi da decenni, sistemi regolamentati di gestione del rischio catastrofale (ad esempio in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti, in Giappone e in molte altre realtà). Al di là delle differenze legate alle singole specificità nazionali, questi sistemi hanno in comune la partecipazione congiunta del settore assicurativo privato, e a vario titolo, dello Stato, e l’impiego di meccanismi che facilitano la mutualizzazione dei rischi attraverso l’aumento della platea di assicurati”.

La rilevazione evidenzia come la casa di proprietà, che rappresenta il bene più importante per gli italiani dal momento che l’80% dei nuclei familiari ne possiede una, viene coperta solo al 50% contro il rischio incendio e, quasi in un caso su cinque, si tratta di coperture collegate al mutuo utilizzato per acquistarle. Inoltre, nonostante il 75% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturali di vario tipo, poco meno del 5% delle stesse viene protetto da una polizza contro questi eventi. “Si tratta di un valore molto contenuto anche se negli ultimi anni è costantemente cresciuto (era praticamente nullo quindici anni fa). A questo effetto positivo avrebbe contribuito anche la norma che, a decorrere dal 2018, ha previsto sia l’esenzione dell’imposta fiscale sui premi per le assicurazioni contro gli eventi calamitosi sia la detrazione al 19% di tali premi ai fini Irpef”, si legge nel report.

L’Ania aggiunge inoltre che il nostro Paese si distingue per una gestione dei danni relativi a calamità naturali che tradizionalmente si basa sull’intervento ex-post da parte dello Stato. Questa modalità di gestione dei danni, attuata ripetutamente nel tempo, ha accresciuto la convinzione che esista un garante di ultima istanza disposto a farsi carico della ricostruzione. Per tale ragione le coperture assicurative per gli eventi catastrofali sono scarsamente diffuse: l’88,7% delle polizze non presenta alcuna estensione assicurativa. Dalla rilevazione effettuata, per tutte le polizze attive al 31 marzo 2022 è risultato che l’11,3% di queste prevede un’estensione per le catastrofi naturali (era il 12,9% a marzo 2021, l’11,6% marzo 2020 ma l’8,5% a marzo 2019); la percentuale risulta comunque più che raddoppiata rispetto a settembre del 2016, quando era pari a 5,1%. Occorre sottolineare che in valore assoluto il numero di polizze che presenta un’estensione per le catastrofi naturali è rimasto sostanzialmente stabile (circa 100.000 polizze in meno) rispetto all’anno precedente ma la riduzione dell’incidenza (11,3% nel 2022 rispetto al 12,9% nel 2021) è spiegabile con l’aumento che hanno registrato invece le polizze monorischio che assicurano unicamente la garanzia incendio.

Al 31 marzo 2022 esistevano nel mercato poco meno di 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali (come nel 2021, 1,2 milioni nel 2020, 826 mila nel 2019, ma solo 440 mila nel 2016), ottenute come somme delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto (579 mila), del solo rischio alluvione (275 mila) e di entrambe le calamità (496 mila). Rispetto a quanto rilevato a marzo 2020 le polizze che presentano la copertura del solo rischio terremoto sono diminuite del 12,5% a favore di quelle che hanno la copertura per entrambi i rischi alluvione e terremoto (+57,8%), mentre quelle con la copertura del solo rischio alluvione hanno registrato una crescita del 18%.

Basandosi sul numero di polizze attive con l’estensione alle catastrofi naturali e applicando la stessa metodologia di calcolo per “trasformare” le polizze in unità abitative, l’Ania stima che il numero di unità abitative assicurate contro i rischi catastrofali al 31 marzo 2022 sia pari a 1,5 milioni (erano circa 1,6 nel 2021, 1,4 milioni nel 2020, poco meno di un milione nel 2019 ma solo 600 mila nel 2016). Rapportando questo numero al totale delle abitazioni censite da Istat (31,2 milioni) risulterebbe una penetrazione assicurativa, tuttavia, ancora contenuta e pari al 4,9%, appena in lieve diminuzione rispetto al 5,1% del 2021, ma superiore al 4,5% del 2020, al 3,2% del 2019 e soprattutto al 2,0% del 2016.