Oro, Antico chiede di rivedere la stretta sulle plusvalenze nella legge di Bilancio

Antico Logo Compro OroDalla nuova legge di Bilancio, recentemente approdata in Parlamento, emerge una potenziale maggiore stretta sulla tassazione delle plusvalenze in oro che prevede, in mancanza di documentazione che attesti il costo originario di acquisto del metallo prezioso, l’applicazione dell’aliquota del 26% sull’intero corrispettivo di vendita. Aliquota che, allo stato attuale, viene applicata sul 25% del prezzo di vendita finale.

L’Antico (Associazione nazionale tutela del comparto oro), dopo aver appreso della proposta dell’Esecutivo volta a rendere più onerosa la tassazione delle plusvalenze rivenienti dalle cessioni di oro da investimento, ha ufficialmente avanzato alle istituzioni legislative competenti e al ministero dell’Economia e delle Finanze (nella persona delvViceministro On. Maurizio Leo) la richiesta di riformulare la proposta in questione a tutela dei consumatori, investitori privati e aziende esercenti il commercio di oro da investimento (Operatori Professionali in Oro ex. L. n° 7/2000).

L’Associazione ha evidenziato alle istituzioni competenti “come la previsione in esame appaia eccessivamente presuntiva, in termini assoluti, tanto da poter generare effetti del tutto opposti rispetto a quelli prefissati”.

È imponibile e inadeguato passare da una tassazione applicata sul 25% del prezzo di vendita, all’intero corrispettivo della cessione; in questo modo, si rischia di penalizzare un mercato e annesse transazioni in forte crescita – ha dichiarato il presidente di Antico, Nunzio Ragno -. La richiesta avanzata dall’Associazione punta all’effettiva riformulazione dei nuovi criteri di imposizione fiscale sulle plusvalenze in oro, al fine di giungere ad una modalità più equilibrata tra tassazione del plusvalore in capo al consumatore cedente e l’opportunità di rivendicare leciti profitti da parte delle imprese esercenti il commercio di oro (Operatori Professionali in Oro di cui alla Legge n° 7/2000)”.