Assicurazioni, la best practice di Bnp Paribas Cardif per le donne in carriera. Paola Del Curatolo illustra la community e la mentorship al femminile

Una figura istituzionale con il compito specifico di promuovere le diversità, di genere e non. È la chief diversity officer, introdotta da Bnp Paribas Cardif nel 2019 con l’obiettivo di favorire la diffusione di una cultura inclusiva dentro e fuori dall’azienda. Il suo mandato terminerà il giorno in cui tutti considereranno indifferenti le differenze legate al genere, al credo religioso, al colore della pelle e agli orientamenti sessuali e ogni persona si sentirà libera di sviluppare al meglio i propri talenti. A ricoprire questo ruolo è Paola Del Curatolo, che è anche chief financial officer e siede nel comitato esecutivo in compagnia di un’altra donna, Isabella Fumagalli, amministratrice delegata e direttrice generale del polo assicurativo del gruppo Bnp Paribas. Da quando si è insediata ha razionalizzato le iniziative già esistenti e ha avviato nuovi progetti, estremamente al passo con i tempi. Primo fra tutti un percorso volto ad aiutare le donne a ricoprire ruoli manageriali.

Per l’inclusione di genere abbiamo puntato sulla creazione di una community al femminile, che si espanderà via via nel tempo, e su un progetto di mentoring, che ha l’obiettivo di aiutare le colleghe più giovani a crescere professionalmente e umanamente per sviluppare nuovi percorsi di carriera – spiega Del Curatolo -. L’idea di partenza è che le donne con funzioni apicali possano essere di grande ispirazione per altre donne, soprattutto in un comparto come quello assicurativo e finanziario, tradizionalmente più di impronta maschile. Come accade da sempre per gli uomini, i vertici femminili dell’azienda danno una testimonianza concreta della propria esperienza, condividendo successi e difficoltà”. Il risultato è una best practice, che potrà essere replicata anche in altre società del gruppo e presa a modello anche nelle imprese di medie dimensioni.

Com’è nata l’idea della community e chi ne fa parte al momento?

È stata la naturale prosecuzione delle iniziative del network aziendale che sono risultate più efficaci nel trattare il tema della diversità di genere. Abbiamo deciso di avviare degli incontri che consentissero l’ascolto tra donne e che si traducessero in azioni concrete per superare insieme i pregiudizi. Il primo passo è stato di creare le fondamenta di una community insieme a 25 senior manager. Abbiamo quindi dato il via a delle colazioni di lavoro, nelle quali le colleghe hanno condiviso le esigenze raccolte dalle proprie risorse, abbiamo ascoltato una pluralità di punti di vista e messo insieme una serie di suggerimenti. Così è nato il progetto di mentoring interno – un’idea delle donne che si sono messe a disposizione di altre donne, le under 35 di Bnp Paribas Cardif – grazie al quale la partecipazione alla community ha iniziato ad estendersi arrivando a 50 persone, incluso qualche collega uomo.

Cosa prevede il mentoring e come svolge?

Il percorso si articola in sei mesi con incontri a cadenza mensile della durata di una o due ore. L’avvio è stato preceduto da un incontro nel corso del quale sono state illustrate le regole di base da seguire durante il percorso, e cioè l’assoluta confidenzialità dei colloqui, il tempo di dialogo che deve essere suddiviso al 50% e la scelta di un momento di calma nella giornata in modo da dedicarsi esclusivamente alla propria collega. All’interno di questi paletti è stata lasciata la massima libertà di chiedere, condividere, raccontarsi. Si è parlato di esperienze lavorative ma anche di libri, film e tanto altro. Il lancio di questo programma è casualmente coinciso con il lockdown e forse è stato il momento più adatto, perché alcune colleghe, ad esempio, hanno bimbi piccoli e più di tutte hanno sentito il bisogno di un affiancamento capace di dare consigli anche su come gestire e conciliare la situazione smart working – cura della famiglia.

Qual è stata la reazione delle partecipanti?

Abbiamo avuto un feedback di positivo stupore da parte di colleghe che non si conoscevano bene o non si conoscevano affatto e hanno avuto la possibilità di scoprire nella propria mentor o mentee una persona di valore su cui contare. Molte hanno continuato a sentirsi e messaggiarsi anche al di là dell’esperienza di mentoring. È un’esperienza che ha arricchito tutte, a livello sia professionale che umano.

C’è stato qualche aspetto negativo?

Il fatto di mettere in relazione persone che lavorano all’interno della stessa azienda presuppone che ogni mentor conosca il ruolo e, di conseguenza, i capi della propria mentee. Questo può rappresentare un limite per la libertà di espressione della mentee. Per superare queste barriere abbiamo cercato di creare coppie di persone appartenenti a strutture distanti, anche per far incontrare punti di vista diversi, e di puntare sulla condivisione di un’etica molto vicina al segreto professionale del medico. In questo modo si è potuto anche mettere a frutto la conoscenza delle dinamiche aziendali.

Quali sono le prossime tappe di questo progetto?

Il prossimo passo che ci piacerebbe fare è quello di estendere il progetto ad altre società del gruppo Bnp Paribas, facendole beneficiare dell’esperienza già fatta, e permettendo l’abbinamento di mentor e mentee di società diverse.

Quali altri progetti avete all’attivo per aiutare le donne a realizzare i loro sogni?

Sempre in tema di mentoring, come Bnp Paribas Cardif abbiamo partecipato attivamente al percorso attivato dalla Camera di commercio italo francese, mettendo a disposizione alcune mentor, e facendo partecipare come mentee alcune delle giovani colleghe.

Con l’aiuto di una start up innovativa a vocazione sociale, abbiamo realizzato, e partirà fra qualche giorno, un percorso di incontri informativi sulle tematiche di sicurezza delle donne e dei loro familiari per aiutare a prevenire e ridurre le situazioni di rischio con il supporto di professionisti esperti e delle nuove tecnologie.

Come soci sostenitori di Valore D, l’associazione di 200 imprese che da 10 anni si impegna per l’equilibrio di genere e per una cultura inclusiva, abbiamo fatto accedere le nostre colleghe a numerosi percorsi formativi di altissimo livello, tarati per seniority diverse, garantendo così anche un networking che talvolta le colleghe faticano di più a costruire rispetto ai colleghi uomini.

Che consiglio si sente di dare alle donne che vogliano far carriera in comparti in cui gli uomini sono ancora la maggioranza?

Non autolimitatevi, non mettetevi per prime delle barriere, abbiate fiducia in voi stesse, osate.