“Appena apprese le più stringenti facoltà di accesso al credito sia gli operatori bancari sia gli intermediari del credito (mediatori creditizi e agenti in attività finanziaria) hanno provveduto ad avanzare un numero di richieste in linea con le nuove politiche di credito rinunciando a un notevole numero di operazioni che ancora nel primo trimestre 2011 sarebbe stato possibile erogare – ha proseguito Allegretti -. L’atteggiamento pesantemente negativo per questo ulteriore giro di vite che incide su famiglie e imprese non sembra sia stato, purtroppo, influenzato dai quasi 500 miliardi di euro che dall’Euro Tower di Francoforte sono stati messi a disposizione delle banche europee sotto forma di prestiti a tassi di favore all’1%. Quattordici sono stati gli istituti di credito italiani che si sono approvvigionati per complessivi 40,4 miliardi di euro”.
“La considerazione amara che dobbiamo trarre – ha concluso il presidente di Assomea – è che la ancora vigile paura di un nuovo credit crunch spinga le banche a tenere nei propri forzieri il denaro ricevuto con la conseguenza che gli istituti acquistano titoli di stato con i soldi Bce per sistemare i propri bilanci invece di prestarli alle imprese ed alle famiglie e finalmente contribuire alla ripresa dell’economia”.