L’Assopam (Associazione nazionale professionisti agenti e mediatori creditizi) ha formalmente richiesto l’intervento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e ha nuovamente interpellato i vertici governativi di Camera e Senato e i ministeri vigilanti, per affrontare “la grave anomalia normativa che penalizza sia i professionisti del settore creditizio che i consumatori italiani: l’obbligo del monomandato per gli agenti in attività finanziaria, previsto dall’art. 128-quater, comma 4 del D.Lgs. 141/2010”. Lo ha annunciato poco fa l’associazione con un comunicato stampa.
“È un vincolo obsoleto e penalizzante che schiavizza gli agenti in attività finanziaria che di fatto operano con un rapporto di lavoro subordinato ma con partita Iva, e impedisce agli agenti di collaborare tra colleghi e, soprattutto, nega al consumatore il diritto di confrontare liberamente più soluzioni creditizie, costringendolo a scegliere un unico prodotto. A differenza del settore assicurativo – dove qualche anno fa il monomandato fu abolito dando la possibilità per gli agenti assicurativi di proporre una pluralità di soluzioni”, dichiara il presidente di Assopam, Raffaele Tafuro.
Assopam ha quindi chiesto all’Agcm, ai ministeri e a Camera e Senato:
- una valutazione urgente sulla compatibilità dell’attuale monomandato con le norme in materia di concorrenza e tutela del consumatore attualmente in netto contrasto con i principi sanciti dalla normativa europea;
- l’apertura di un’istruttoria formale sul tema;
- l’avvio di un tavolo tecnico per una riforma del sistema, che allinei il settore del credito agli standard europei già applicati nel mondo assicurativo.
“La pluralità delle offerte non è solo una questione di libertà professionale ma è un diritto del consumatore, che deve poter scegliere la soluzione migliore in base alle proprie esigenze, e l’agente in attività finanziaria è la figura adatta per fare questo”, ha aggiunto Raffaele Tafuro.
L’Assopam annuncia che continuerà a farsi portavoce di questa istanza, “nell’interesse degli operatori e soprattutto dei consumatori, affinché venga superata una normativa anacronistica che frena l’evoluzione del mercato creditizio italiano”.