Per conoscere il parere di agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi sull’aumento dei contributi per l’anno 2023, da versare entro marzo, abbiamo intervistato i referenti delle principali associazioni di categoria. Gli aspetti che abbiamo indagato sono quattro: il coinvolgimento delle associazioni nel processo decisionale, la reazione degli associati, un commento sul rincaro ed eventuali richieste che hanno rivolto o hanno in programma di rivolgere all’Organismo agenti e mediatori (Oam).
Riportiamo di seguito le risposte delle associazioni che hanno aderito, e cioè Ama, Anaaf, Assopam e Fiaip.
L’aumento dei contributi vi è stato comunicato in anticipo?
Ama, Giancarlo Cupane: Sì, l’Oam è stato molto attento e ha convocato le associazioni che ne fanno parte organizzando due tavoli tecnici. In occasione del primo tavolo tecnico l’Organismo ha fatto presente l’esigenza di aumentare i contributi e le motivazioni che determinavano tale necessità. Abbiamo quindi discusso insieme le modalità di calcolo, non il quantum ma il criterio al quale legarlo. Avevamo ipotizzato di prendere in considerazione il fatturato effettivo, il volume di intermediato e altri indicatori ma si tratta di dati non disponibili al momento del pagamento delle quote. Quindi abbiamo convenuto che l’unico criterio oggettivo, disponibile e certificato fosse il numero dei collaboratori, anche se non è sempre proporzionato al fatturato. Magari dal prossimo anno, grazie alle nuove comunicazioni di vigilanza, potremo utilizzare una base di calcolo diversa.
In occasione del secondo tavolo tecnico, ci è stato presentato il piano triennale di investimenti e ci è stato spiegato che tutti i soldi in più verranno utilizzati per le categorie che contribuiscono, e quindi per gli elenchi di mediatori e agenti e non per le altre funzioni dell’Oam relative alle criptovalute o agli agli altri elenchi. In più, è stato rinviato di due mesi il termine ultimo per il pagamento, per consentire un tempo più adeguato al versamento.
Averci presentato prima le esigenze, poi il piano degli investimenti e avere concesso due mesi in più sono a nostro avviso tre manifestazioni dell’attenzione che l’Oam ha avuto per il comparto.
Anaaf, Maurizio Barletta: Come associazione non siamo stati informati dell’aumento imminente delle quote.
Assopam, Raffaele Tafuro: No, nessuno di Oam ci ha contattato o comunicato qualcosa in merito. Per loro sarebbe stata una grande occasione di democrazia. Vorrei ricordare ai vostri lettori, che Oam esiste perché foraggiata dalla nostra categoria e in più occasioni abbiamo fatto presente ai vertici Governativi che sarebbe opportuno dare indicazioni a Oam di adottare strumenti democratici, come ad esempio le consultazioni pubbliche oppure la convocazione preventiva di tutte le associazioni di categoria, tutte le volte in cui vi è la necessità di prendere decisioni che possono determinare radicali cambiamenti (come in questo caso), così come avviene in tutti i comparti produttivi del nostro Paese.
Fiaip, Paolo Righi: Sì, l’Oam lo ha condiviso preliminarmente.
Come hanno reagito i vostri associati?
Ama, Giancarlo Cupane: Non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione dai nostri associati, poiché, grazie al fatto che l’Oam ci aveva avvisato della decisione già dopo l’estate, li avevamo informati per tempo sia dell’aumento dei contributi che del criterio legato al numero dei collaboratori. Erano quindi già al corrente.
Anaaf, Maurizio Barletta: I nostri associati sono rimasti sconcertati dall’aumento dei contributi, perché dopo la revisione che chiedemmo nel periodo dell’emergenza covid nessuno si aspettava un aumento così repentino.
Assopam, Raffaele Tafuro: Nessuno dei nostri associati è contento degli aumenti (a nostro avviso ingiustificati) ai danni di una categoria in cui ogni anno le provvigioni sono sempre più esigue e i costi di gestione sempre più elevati. La cosa buffa è che coloro che hanno deliberato l’aumento dei contributi annuali sono gli stessi che, qualche tempo fa, hanno chiesto e ottenuto i voti da parte degli iscritti Oam. Purtroppo l’Organismo di oggi appare lontano dai bisogni e dalle necessità degli iscritti, ne è prova l’aumento dei contributi.
Fiaip, Paolo Righi: I nostri associati sono consapevoli dell’importanza dell’Oam e sono anche consapevoli del fatto che l’organismo dovrà aumentare le risorse dedicate ai controlli e migliorare la piattaforma informatica.
Qual è il vostro commento sull’aumento dei contributi per mediatori e agenti?
Ama, Giancarlo Cupane: Fermo restando che l’aumento dei costi e i pagamenti non fanno mai piacere a nessuno, il fatto che siano destinati al miglioramento della vigilanza fa sì che come Ama comprendiamo e condividiamo la decisione. Bisogna infatti riconoscere che da quando c’è l’Oam il comparto dell’intermediazione del credito è cresciuto molto, sia in termini di fatturato e di utili che in termini di riconoscimento. Quindi la vigilanza serve al settore e serve ancora di più farla bene. In più, bisogna ammettere che le quote erano rimaste sostanzialmente invariate per 10 anni e non c’è dubbio che nel frattempo siano aumentate le funzioni dell’Oam.
Infine, è vero che le cifre da corrispondere per i contributi fanno impressione a una prima lettura, tuttavia si ridimensionano se pensiamo che le società spesso ricorrono alla prassi di ripartire il costo con i collaboratori, che contribuiscono così al pagamento. In questo modo l’aumento si riduce a poche decine di euro a testa.
Anaaf, Maurizio Barletta: L’Anaaf ritiene ingiustificato l’aumento dei contributi, che va ampiamente a recuperare lo sconto applicato nel 2021, che, secondo una veloce verifica interna, andrebbe a rappresentare il 43% degli incassi di quest’anno. Con i maggiori introiti derivanti dai contributi, infatti, gli incassi dell’Oam vanno quasi a raddoppiare, superando i 6 milioni di euro. Una cifra che sembra difficile spiegare con gli investimenti nel digitale che si vogliono fare. Credo che l’Oam avrebbe dovuto rendere visibile la previsione di bilancio per giustificare questi investimenti, così come le consulenze esterne e alcuni stipendi che superano soglie che non sono sostenibili.
Assopam, Raffaele Tafuro: Considerata l’assoluta solidità economica e finanziaria dell’Organismo, titolare di fondi milionari giacenti e disponibili tali da non pregiudicare il funzionamento amministrativo, considerato che il numero degli iscritti è rimasto quasi invariato, considerato che i costi di gestione dell’Organismo si potrebbero ulteriormente ridurre, riteniamo che non vi siano elementi tali da giustificarne i rincari deliberati dal comitato di gestione. In questo periodo post pandemico, in cui vi è una guerra in atto, una grave crisi energetica, uno sconsiderato aumento della povertà, che sta colpendo oggi come mai il nostro Paese, pensare che tutti i nostri colleghi titolari di società debbano pagare mediamente tra il 25% e il 40% in più è umanamente inaccettabile. Fermo restando che è già troppo elevato il costo Oam che agenti e mediatori sono costretti a pagare ogni anno.
Fiaip, Paolo Righi: Noi siamo assolutamente favorevoli e più che di aumento parlerei di un riallineamento dopo che l’Oam aveva abbassato la quota dei contributi nel 2021, per favorire le società di mediazione e gli agenti in attività finanziaria nel periodo della crisi legata al covid. L’Oam è un organismo fondamentale per la tenuta e la vigilanza di un settore così particolare come quello del credito: se oggi abbiamo innovazione, controllo e un mercato trasparente, lo dobbiamo al grande lavoro fatto dall’Oam, oltre che a quello fatto dalle società. L’Organismo si è ritrovato infatti a lavorare su un campo che, dal nulla, è cresciuto in maniera esponenziale nel tempo e sono convinto che se il board ha approvato questi aumenti siano giustificati. Peraltro, si tratta di cifre più che sostenibili, sia per le società che per i singoli. Fiaip auspica che l’Oam usi questi danari, oltre che per l’innovazione, anche per intensificare i controlli nei confronti delle società di mediazione creditizia, in modo che tutte le aziende possano comprendere i meccanismi che regolano il settore. Una vigilanza che accompagni le società di mediazione a crescere e a migliorarsi per una maggiore trasparenza del mercato.
Pensate di fare qualche richiesta all’Oam a seguito dell’aumento dei contributi?
Ama, Giancarlo Cupane: non abbiamo nessuna richiesta da fare all’Oam.
Anaaf, Maurizio Barletta: Per questo singolo caso, l’Oam ha già deciso le quote senza una pubblica consultazione quindi possiamo fare ben poco oltre a esternare il nostro malcontento. Al limite, potremmo pensare di presentare un’interpellanza parlamentare insieme ad altre associazioni che volessero unirsi a noi. Per il futuro, ritengo che l’Oam, avendo natura pubblica, nel fissare le quote di iscrizione potrebbe pubblicare il proprio bilancio e il proprio piano di investimenti in modo da giustificare eventuali variazioni. E potrebbe prevedere delle consultazioni pubbliche nel caso di variazioni in aumento.
Assopam, Raffaele Tafuro: Abbiamo chiesto una revisione dei contributi e un incontro.
Fiaip, Paolo Righi: Abbiamo piena fiducia nel presidente e nel board di Oam, peraltro le associazioni sono costantemente informate in merito agli obiettivi previsti.