I dati relativi al mercato immobiliare australiano, sottolineano gli esperti della società francese, mostrano che in quasi tutte le città del Paese i prezzi delle case sono ormai saliti a livelli incontrollabili, che non consentono più alle persone comuni di acquistare un’abitazione. A ciò si aggiungono la forte esposizione che Canberra ha nei confronti di Pechino (a sua volta esposta alla corsa senza freni del valore delle commodity) e la mancanza di volatilità nel ciclo economico australiano, che ha condotto gli abitanti dello Stato oceanico ad abusare dell’indebitamento.
In queste condizioni il rischio dello scoppio di una bolla si fa sempre più elevato, con ripercussioni che si andrebbero ad allargare ben oltre i confini del mercato australiano.
Nonostante tutto, però, Société Générale continua a considerare il dollaro australiano come una delle possibilità per gli investitori di mettersi al riparo dal rallentamento cui andrà incontro la locomotiva cinese dopo il boom degli anni passati. Il consiglio dei suoi analisti è quello di scommettere al ribasso sulla divisa di Canberra.
È da notare che nei giorni scorsi la Reserve bank of Australia, l’istituto centrale australiano, ha tagliato le stime di crescita dell’economia per il 2012 al 3% dal 3,5%, rivendendo al ribasso anche le stime sull’inflazione. Secondo gli esperti è lecito aspettarsi nuovi tagli di 25 punti base già a luglio e poi altri interventi nel corso dell’anno che dovrebbero portare i tassi al 3% entro la fine del 2012.