Australia: pronti stress test bancari coordinati dal Fmi

I controlli, pianificati da mesi, arrivano in un momento di particolare difficoltà per l’Eurozona, con la Grecia in bilico sulla soglia di uscita. Anche se il governo di Canberra e gli organismi regolatori australiani hanno sottolineato con insistenza la modesta esposizione del Paese nei confronti dell’euro, quello che si teme in questo momento è un possibile effetto domino sui mercati internazionali nel caso in cui l’Europa decida di adottare soluzioni drastiche. Una preoccupazione che si affianca ai segnali di leggero rallentamento mostrati dal settore immobiliare australiano negli ultimi mesi.

Nel suo ultimo report la Reserve bank of Australia ha sottolineato che lo stato di salute degli istituti nazionali è relativamente buono, anche se il numero di fallimenti che ha colpito le imprese e quello delle insolvenze nei pagamenti sono decisamente al di sopra dei livelli medi.

Le quattro principali banche del Paese continuano ad aumentare i propri guadagni, sebbene i margini di profitto si stiano progressivamente assottigliando a causa di costi di finanziamento in costante crescita. Gli istituti di medie e piccole dimensioni, invece, sono costretti a lottare duramente per conquistare quote di mercato.

I test del Fmi seguono quelli effettuati nel 2010 dall’Apra, l’Australian prudential regulation authority, che a quel tempo chiese alle banche di confrontarsi con uno scenario in cui il Pil si riduceva del 3%, la disoccupazione saliva all’11% e il prezzo delle case precipitava di un quarto. Tutti gli istituti australiani riuscirono a superare la prova.