Banca d’Italia, moderata crescita del credito in Sardegna nel I semestre

Banca d'Italia Logo 2La moderata crescita dei prestiti bancari registrata alla fine dello scorso anno, dopo oltre un triennio di calo, è proseguita nel primo semestre del 2016. A giugno l’aumento è stato dell’1,7 per cento su base annua, a fronte dell’1,2 di dicembre e del lieve calo di giugno del 2015. Il rafforzamento ha riguardato il credito alle famiglie consumatrici, passato dallo 0,9 per cento di dicembre all’1,9 di giugno, mentre per le imprese si è registrato un rallentamento, che ha riguardato in particolare quelle di medie e grandi dimensioni. Nei mesi estivi è proseguita la tendenza in atto: i finanziamenti alle famiglie hanno continuato a accelerare leggermente mentre quelli al settore produttivo hanno continuato a indebolirsi, fino a ristagnare ad agosto. È quanto emerge dalla periodica analisi che la Banca d’Italia dedica alle economie delle regioni.

Il credito alle imprese
Tenendo conto non solo dei prestiti bancari, ma anche di quelli delle società finanziarie, il credito al settore produttivo ha sostanzialmente ristagnato a giugno (-0,3 per cento), dopo la moderata crescita di dicembre del 2015. La dinamica dell’aggregato è risultata tendenzialmente stabile dall’inizio dell’anno in corso, con variazioni su base annua che hanno oscillato intorno allo zero nell’intero periodo. Se si considerano i diversi settori di attività economica si rileva una marcata eterogeneità della dinamica del credito: i finanziamenti hanno continuato ad aumentare nella manifattura mentre si sono ulteriormente ridotti nelle costruzioni (-3,2 per cento); il dato relativo alle aziende dei servizi, stabile alla fine del 2015, è leggermente diminuito a giugno. Secondo le principali banche che operano nella regione e che partecipano all’indagine su domanda e offerta di credito a livello territoriale (Regional Bank Lending Survey, RBLS), l’espansione della domanda di prestiti da parte delle imprese è proseguita nella prima metà del 2016, anche se con intensità inferiore rispetto al semestre precedente. L’incremento delle richieste è ancora riconducibile ai comparti manifatturiero e terziario, mentre la domanda di finanziamenti nel settore edile è rimasta debole. Le istanze di nuovi prestiti sono state indirizzate principalmente al sostegno del capitale circolante; le esigenze per il finanziamento degli investimenti produttivi e per la ristrutturazione delle posizioni debitorie pregresse hanno invece contribuito in minor misura all’espansione della domanda. Nelle previsioni degli intermediari la domanda di credito dovrebbe sostanzialmente stabilizzarsi nella seconda metà del 2016. Nel primo semestre dell’anno in corso, le politiche di offerta delle banche hanno continuato a rimanere mediamente accomodanti, con l’eccezione del settore dell’edilizia. Nel complesso, l’allentamento dei criteri si è tradotto in un aumento delle disponibilità offerte e in una riduzione dei margini applicati ai finanziamenti. Per il secondo semestre le banche prefigurano condizioni di accesso al credito pressoché invariate. Le indicazioni delle banche trovano riscontro nelle informazioni tratte dall’indagine della Banca d’Italia presso le imprese industriali e dei servizi non finanziari con almeno 20 addetti. Nel primo semestre è aumentato il saldo tra le aziende che indicano un allentamento e quelle che registrano un inasprimento delle condizioni di finanziamento rispetto alla rilevazione precedente, tuttavia la maggioranza degli intervistati segnala una sostanziale stabilità. Nelle previsioni delle imprese per il secondo semestre le condizioni del mercato del credito dovrebbero rimanere complessivamente invariate. Il tasso di interesse medio sui prestiti a breve termine alle imprese è stato pari al 6,5 per cento a giugno, inferiore di circa sei decimi di punto rispetto alla fine del 2015; il calo ha interessato in particolare le condizioni praticate alle imprese maggiori. Il costo delle nuove erogazioni a medio e lungo termine si è attestato al 3,4 per cento, in diminuzione di tre decimi di punto rispetto a dicembre del 2015.

Il credito alle famiglie
Nel primo semestre del 2016 il credito alle famiglie consumatrici residenti in regione è tornato a crescere dopo oltre tre anni di flessione: nei dodici mesi terminanti a giugno i finanziamenti erogati complessivamente dalle banche e dalle società finanziarie sono aumentati dell’1,0 per cento (-0,1 per cento a dicembre del 2015). Il credito al consumo ha accelerato al 3,1 per cento dallo 0,3 della fine dello scorso anno, soprattutto per il rafforzamento dei prestiti concessi dalle banche, mentre quelli delle società finanziarie hanno continuato a ridursi, anche se a un ritmo inferiore rispetto all’anno precedente. I finanziamenti a medio e a lungo termine per l’acquisto di abitazioni sono tornati a espandersi leggermente dopo quattro anni di calo, per effetto dell’aumento consistente delle nuove erogazioni, a fronte della più contenuta dinamica dei rimborsi. La crescita dei mutui immobiliari ha continuato a beneficiare di condizioni di costo favorevoli: a giugno il Taeg su queste operazioni è diminuito (al 2,8 per cento dal 2,9 alla fine del 2015), riguardando soprattutto le operazioni di credito a tasso fisso. Sulla base delle informazioni tratte dalla RBLS, le richieste di credito delle famiglie sono ancora cresciute nel primo semestre del 2016. Tale tendenza ha riguardato sia i mutui per l’acquisto di abitazioni sia la componente del credito al consumo. Secondo le previsioni degli intermediari, la crescita della domanda dovrebbe proseguire anche nella seconda metà dell’anno. Dopo il moderato allentamento nei criteri di accesso al credito in atto complessivamente da circa un biennio, nel primo semestre dell’anno in corso le politiche di offerta si sono pressoché stabilizzate. La riduzione degli spread applicati si è attenuata e l’espansione delle quantità offerte ha rallentato, mentre le condizioni relative alla quota finanziata rispetto al valore dell’immobile (loan to value) sono rimaste pressoché invariate. Per la seconda parte dell’anno in corso gli intermediari prefigurano una sostanziale stabilità delle condizioni di offerta alle famiglie.

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