Nel confronto con le famiglie, la decelerazione dei prestiti e’ risultata piu’ intensa per le imprese, in particolare le piccole, quelle operanti nell’edilizia e quelle caratterizzate da una rischiosità più elevata. Secondo le indicazioni fornite dalle banche, l’orientamento dell’offerta sarebbe diventato leggermente più espansivo nel corso del primo semestre del 2012.
Nel 2011 la qualità del credito, misurata dal flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti, è risultata sostanzialmente stabile e migliore per le famiglie rispetto alle imprese. È però aumentata, soprattutto per le imprese delle costruzioni, la quota dei prestiti con temporanee difficoltà di pagamento. La capacità di rimborsare i debiti contratti si è indebolita soprattutto per le aziende che gia’ prima della crisi erano caratterizzate da una struttura finanziaria meno equilibrata, con un grado di indebitamento assai più elevato della media. La quota di famiglie finanziariamente vulnerabili è salita nel corso della crisi, ma solo di poco, rimanendo comunque su valori contenuti.
A partire dal 2009 la ricchezza reale e finanziaria netta delle famiglie marchigiane ha ristagnato, interrompendo la crescita osservata nel quinquennio precedente, quando era stata sospinta anche dall’incremento di valore delle abitazioni; come per il complesso delle famiglie italiane, essa rimane comunque elevata nel confronto internazionale.