Banca d’Italia: più prestiti alle imprese nel primo semestre 2020. Lieve irrigidimento sui criteri di accesso ai mutui per le famiglie

Nel primo semestre del 2020, in seguito alla crisi pandemica, la domanda di credito delle imprese è aumentata in tutte le aree del Paese, e in particolare nelle regioni del Centro. Nello stesso periodo i criteri di offerta si sono allentati in tutte le aree, e in misura lievemente più intensa nel Nord Est e nel Mezzogiorno. Il miglioramento nelle condizioni di accesso al credito ha riguardato soprattutto le banche di maggiori dimensioni. A rilevarlo è l’indagine “La domanda e l’offerta di credito a livello territoriale”, condotta nel mesi estivi dalle filiali regionali della Banca d’Italia per rilevare l’andamento della domanda e dell’offerta di credito e della raccolta bancaria nelle diverse ripartizioni geografiche per il primo semestre del 2020.

Secondo l’analisi diffusa oggi, la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è diminuita in tutte le macroaree, specie nel Nord Est, e alla flessione delle richieste si è associato un lieve irrigidimento dal lato dell’offerta. Le famiglie hanno continuato a mostrare su tutto il territorio una preferenza per il mantenimento dei propri risparmi sotto forma di depositi, anche se è emerso un rinnovato interesse per le azioni, soprattutto nel Nord Ovest.

La domanda e l’offerta di credito alle imprese

Nel primo semestre del 2020 la domanda di finanziamenti da parte delle imprese è aumentata in tutte le aree del Paese, con un’intensità lievemente maggiore per le regioni del Centro.

L’aumento delle richieste di credito ha riguardato tutte le categorie di banche ma è stato più marcato per gli intermediari di maggiore dimensione. Tra i settori, la dinamica positiva ha interessato soprattutto le aziende manifatturiere e dei servizi; la domanda proveniente dal comparto delle costruzioni è rimasta pressoché stabile in tutte le aree ad eccezione del Mezzogiorno, dove si è osservata una lieve contrazione.

L’incremento è largamente ascrivibile alle necessità di finanziare il capitale circolante, determinate dal maggior fabbisogno di liquidità dovuto agli effetti dell’epidemia di Covid-19 – precisa l’indagine della Banca d’Italia -. Nello stesso periodo sono tornate ad aumentare anche le richieste relative alla ristrutturazione del debito e, pur rimanendo contenuta, è lievemente cresciuta rispetto al semestre precedente anche la domanda finalizzata a sostenere gli investimenti fissi. Nella prima parte dell’anno, in presenza di misure straordinarie messe in atto dall’Eurosistema e di un meccanismo di garanzie pubbliche introdotto nell’ambito degli interventi governativi di contrasto agli effetti economici della pandemia, si è registrata una distensione dei criteri nell’offerta di credito verso le imprese di tutti i comparti produttivi, in particolare nel Nord Est e nel Mezzogiorno”.

La distensione nei criteri di accesso al credito, che ha riguardato soprattutto le banche di maggiori dimensioni, si è realizzata principalmente attraverso la riduzione degli spread applicati (sia in media sia, in misura più contenuta, per i crediti più rischiosi) e dei costi accessori, nonché mediante l’aumento delle quantità offerte. Le politiche nel complesso accomodanti seguite dagli intermediari sono state solo parzialmente attenuate dai maggiori rischi percepiti per l’attività economica, connessi con l’incertezza su tempi e intensità della ripresa, specialmente per alcuni settori particolarmente colpiti dalla crisi legata alla pandemia di Covid-19.

Permangono importanti differenze nel confronto con la crisi dei debiti sovrani, sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta.

Diversamente dall’ultima crisi, in cui le richieste di credito delle imprese erano diminuite, il semestre caratterizzato dall’emergenza Covid si è contraddistinto “per una forte espansione della domanda di prestiti, strettamente legata alle esigenze di liquidità dovute ai provvedimenti di chiusura volti a contenere l’epidemia”. Anche dal lato dell’offerta, contrariamente a quanto osservato nel 2011, “i criteri di accesso al credito delle imprese hanno registrato un allentamento nella prima parte del 2020, beneficiando delle misure messe in atto dalle autorità governative e di politica monetaria per contrastare la difficile situazione di liquidità del settore produttivo”.

La domanda e l’offerta di credito alle famiglie consumatrici

Nel primo semestre del 2020 la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è diminuita, risentendo delle misure di limitazione alla mobilità e dell’incertezza seguita alla crisi pandemica; il calo ha riguardato tutte le macroaree ma è stato più intenso nelle regioni del Nord Est. Si è osservata inoltre una riduzione marcata delle richieste di credito al.

Dal lato dell’offerta, si è registrato “un lieve irrigidimento sui criteri di accesso ai mutui ed è sensibilmente aumentata la selettività per la concessione di credito al consumo”.

Secondo l’analisi di Bankitalia, per i prestiti finalizzati all’acquisto di abitazioni, un atteggiamento più disteso in termini di spread applicati e di quantità offerte è stato compensato da criteri di accesso più stringenti per quanto riguarda le garanzie richieste, il rating minimo, il rapporto tra il finanziamento e il valore dell’immobile (loan to value) e l’incidenza della rata di mutuo sul reddito. L’irrigidimento osservato nell’offerta del credito concesso per finalità di consumo si è prevalentemente tradotto in una marcata riduzione delle quantità offerte.

Le condizioni e la domanda di prodotti finanziari da parte delle famiglie

In connessione con la fase di incertezza legata alla crisi pandemica, la domanda di depositi bancari da parte delle famiglie è cresciuta nel primo semestre del 2020. La dinamica ha interessato tutte le ripartizioni geografiche ma è stata più intensa nel Mezzogiorno.

Tra gli altri prodotti finanziari, le preferenze di risparmio delle famiglie “si sono orientate verso i titoli di Stato, mentre la domanda di obbligazioni bancarie è ancora diminuita. La ripresa dei corsi azionari, dopo la flessione ascrivibile alla crisi pandemica, ha sostenuto la domanda di azioni, soprattutto nel Nord Ovest”.

Nel primo semestre del 2020 le banche hanno complessivamente continuato ad attuare politiche di contenimento della remunerazione offerta sugli strumenti della raccolta. Gli spread sui depositi sono diminuiti in tutte le aree mentre nel Nord Est e nel Mezzogiorno sono lievemente aumentati quelli offerti sulle obbligazioni bancarie proprie.