Si è concluso in pochi giorni il collocamento del prestito obbligazionario da 15 milioni di euro per soddisfare le necessità finanziarie dell’imprenditoria femminile lanciato da Banca Etica. L’importo complessivo dell’offerta è stato esaurito infatti con oltre un mese di anticipo rispetto alla data di conclusione prevista. Lo ha annunciato ieri l’istituto di credito, che ha espresso soddisfazione per l’interesse di una platea ampia, che ha trovato nelle obbligazioni “un’occasione di ottenere un rendimento soddisfacente creando opportunità di sviluppo per le iniziative di donne attive nell’economia reale”, si legge in un comunicato stampa.
“Questa offerta di obbligazioni di Banca Etica mira a favorire l’inclusione economica e finanziaria di genere, e perciò contribuisce alla crescita complessiva di un Paese come l’Italia, in cui le imprese femminili si distinguono per essere particolarmente capaci di innovazione, creatività e resilienza”, ha dichiarato il direttore generale Nazzareno Gabrielli.
Le imprese delle donne e le loro difficoltà
Gli ultimi dati di Unioncamere, aggiornati al 2022, mostrano come le imprese femminili rappresentino il 22% del totale e siano segnate da continue evoluzioni: se da un lato, infatti, le crisi del nostro tempo (guerra in Ucraina e crisi energetica; effetti della pandemia) hanno determinato una loro riduzione (circa 6 mila in meno sul 2021), dall’altro, sono invece cresciute quelle più innovative, trainate dai settori a maggior contenuto di conoscenza. Le indagini (V° Rapporto Unioncamere – Si.Camera – Taglicarne) mostrano come dopo la pandemia, le imprese femminili siano state più reattive nell’abbracciare la transizione digitale così come quella ecologica (nel 2021 il 12% aveva iniziato a investire vs 9% di quelle non femminili). Queste stesse indagini, tuttavia, mostrano come le imprese femminili incontrino maggiori barriere all’investimento sia nella transizione digitale (80% vs 76% delle non femminili) che green (83% vs 81%), tra le quali un ruolo molto importante è giocato proprio dall’insufficienza di risorse finanziarie.
L’impegno Banca Etica e della finanza etica per le donne
Banca Etica utilizzerà il denaro raccolto per finanziare imprese femminili, intese come imprese con una quota di amministratrici superiore alle soglie fissate dalla Legge 98/2006. Sin dall’inizio della sua attività (avvenuta l’8 marzo 1999, nella Giornata internazionale della donna), la banca si è impegnata nel promuovere la parità di genere e l’empowerment femminile, e nel 2022 ha lanciato il suo primo prestito obbligazionario dedicato alla crescita dell’imprenditoria femminile. In quello stesso anno Banca Etica aveva finanziato, tra Italia e Spagna, 327 imprese femminili, pari al 25,2% delle organizzazioni e delle imprese finanziate nell’anno, per un totale di 49 milioni di euro. “Ed è di soddisfazione rilevare che, confrontando i dati del sistema bancario (fonte Banca d’Italia) con quelli di Banca Etica in merito ai finanziamenti alle imprese femminili nei sottogruppi delle imprese artigiane e delle famiglie produttrici, Banca Etica mostra un’attenzione sensibilmente maggiore nei confronti delle imprese femminili. Nel 2022, le aree di impatto in cui le imprese femminili hanno operato con più frequenza, in termini di nuovi impieghi, sono state l’assistenza sociale; l’accoglienza migranti e il contrasto al cambiamento climatico. Il 29,1% delle imprese finanziate (95 su 327) hanno usato il finanziamento per creare nuovi posti di lavoro. Sono stati così creati oltre 500 posti di lavoro (inclusi gli inserimenti di persone svantaggiate), secondo quanto si legge nel Report di Impatto 2023”, conclude la nota.