Il consiglio di amministrazione di Banca Ifis ha approvato i risultati preliminari del 2023. L’utile netto di pertinenza del gruppo è pari a 160,1 milioni di euro, in crescita del 13,5% rispetto ai 141,1 milioni di euro del 2022.
“Nel 2023 Banca Ifis ha registrato nuovamente risultati positivi sotto il profilo economico-finanziario, con un aumento sensibile degli indicatori di redditività: in questi due anni di Piano Industriale, il nostro Istituto ha prodotto 300 milioni di euro di utili, distribuendone ai propri soci circa 185 milioni di euro. Risultati positivi sono stati raggiunti anche a livello industriale, con l’accelerazione sul fronte della digitalizzazione, e nella sostenibilità, in particolare sociale, incrementando gli investimenti previsti e realizzando oltre 30 progetti a elevato impatto per il benessere della comunità e la sostenibilità individuale e sociale del Paese, attraverso il Social Impact Lab Kaleidos. Questi risultati ci orientano verso una double bottom line in cui la generazione di profitto si accompagna alla creazione di impatti positivi sulla società. Grazie a questo approccio, la Banca assicura sostegno concreto alle piccole e medie imprese nel percorso di transizione ESG e restituisce valore alle comunità nelle quali opera”, ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis.
“Abbiamo chiuso il 2023 con un utile netto di 160 milioni di euro che, al netto della PPA, rappresenta il massimo storico per Banca Ifis e ha beneficiato principalmente dell’andamento favorevole dei ricavi e del modesto rischio di credito. Raggiungiamo così con un anno di anticipo il risultato previsto per il terzo anno di Piano Industriale. Nel periodo, abbiamo proseguito il processo di trasformazione operativa e digitale tracciata nel Piano Industriale con soluzioni innovative, da un lato per efficientare i processi, dall’altro per migliorare i servizi e il supporto ai clienti. La prudenza nella gestione dei rischi, unita alla trasformazione digitale ormai avanzata del modello di business e all’autorevolezza nei nostri mercati di riferimento, basata sulla competenza delle Ifis People, ci consentono di guardare avanti con fiducia. Confermiamo quindi l’obiettivo di circa 160 milioni di euro di utile per l’esercizio 2024, in assenza di shock macroeconomici, pur in un contesto caratterizzato dal rallentamento della crescita e un costo della raccolta più elevato”, ha aggiunto Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis.
Il margine di intermediazione, in crescita del 3,5% a 704,6 milioni di euro rispetto ai 680,5 milioni di euro del 2022, beneficia della positiva correlazione del Settore Commercial & Corporate Banking (+8,2% rispetto al 2022) al rialzo dei tassi di interesse. Salgono a 397 milioni di euro i recuperi di cassa sui portafogli Npl, in crescita del 3,6% rispetto al 2022 a conferma della resilienza della raccolta nonostante il rialzo dell’inflazione.
I costi operativi, pari a 405,8 milioni di euro (+4,0% rispetto ai 390,4 milioni di euro del 2022), aumentano per le maggiori spese del personale (163,8 milioni di euro rispetto a 150,8 milioni di euro del 2022), principalmente per la crescita della remunerazione variabile e per gli accantonamenti a fronte del rinnovo del contratto collettivo dei dipendenti bancari, e per le maggiori altre spese amministrative (249,4 milioni di euro rispetto a 242,4 milioni di euro del 2022). “Il modesto incremento conferma la compensazione dell’effetto inflattivo con l’attento controllo dei costi e il continuo miglioramento dell’efficienza”, precisa l’istituto.
Il costo del credito è pari a 52,4 milioni di euro, in riduzione di oltre il 32% rispetto al 2022, e include 14 milioni di euro di accantonamenti sul portafoglio crediti in bonis a fronte di potenziali rischi macroeconomici.
La posizione di liquidità al 31 dicembre 2023 è pari a circa 1,4 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in BCE (LCR superiore a 1.100%).
Factoring, leasing, corporate banking & lending
Il contributo dell’area factoring ammonta a 172,9 milioni di euro, in aumento dello 0,7% rispetto al risultato dello scorso esercizio. Tale risultato è dovuto al maggior contributo delle commissioni nette (in aumento di 5,7 milioni di euro), come conseguenza dell’aumento dei rendimenti dei crediti gestiti.
Il margine di intermediazione dell’area leasing risulta pari a 62,1 milioni di euro, in miglioramento di 2,7 milioni di euro rispetto al medesimo dato al 31 dicembre 2022. Tale aumento è dovuto al maggior contributo del margine di interesse per 3,9 milioni di euro, il quale è stato compensato parzialmente dal minore margine commissionale per 1,2 milioni di euro.
Il margine di intermediazione dell’area corporate banking & lending, pari a 109,7 milioni di euro al 31 dicembre 2023, risulta in aumento di 22,2 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022 (+25,4%). La variazione positiva è determinata dall’effetto combinato dei seguenti fattori: – crescita di 16,5 milioni di euro del margine di interesse (+28,3%), grazie al positivo contributo offerto dal comparto Lending per 10,7 milioni di euro e dal comparto Corporate Banking (e in particolare della business unit Structured Finance) per 5,8 milioni di euro; – maggiori commissioni nette per 1,3 milioni di euro (+7,8%), principalmente derivanti dall’attività del comparto Corporate Banking; – incremento per 4,4 milioni di euro delle altre componenti del margine di intermediazione riconducibili al comparto Corporate Banking derivante dal maggior contributo generato dalle poste valutate al fair value, tra cui i fondi OICR (su cui si sono registrate nell’esercizio maggiori plusvalenze da valutazione) e le partecipazioni di minoranza (per le quali si è registrato un aumento degli utili netti realizzati dalle cessioni del 2023 rispetto al dato al 31 dicembre 2022).
Le rettifiche di valore nette su crediti del settore ammontano a 60,7 milioni di euro, in aumento di 12,2 milioni di euro. Tale variazione è riconducibile principalmente alle aree factoring e corporate banking & lending, in quanto sono avvenuti accantonamenti singolarmente rilevanti.
I costi operativi pari a 163,9 milioni di euro registrano un aumento del 3,4% da ricondursi all’incremento dell’organico, a maggiori remunerazioni variabili e ai costi incrementali di competenza del 2023 connessi al rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro (ccnl) dei dipendenti bancari.