Banca Ifis: utile 161 mln nel 2024. Focus su commercial & corporate banking

Banca Ifis LogoBanca Ifis ha chiuso il 2024 con un utile netto di 161,6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 160,1 milioni del 2023.

In questi tre anni abbiamo portato a termine con successo il piano industriale superando tutti gli obiettivi finanziari prefissati e orientando la banca, sempre di più, verso la digitalizzazione e la sostenibilità. L’utile cumulato raggiunto nel triennio è stato pari a 463 milioni di euro, superiore del 12% rispetto ai target di piano. La remunerazione degli azionisti, attraverso la nuova dividend policy approvata nel 2023 e la distribuzione di dividendi costanti, ci consente di raggiungere un payout ratio intorno al 70%. Questi risultati sono stati ottenuti mantenendo intatta la solida base patrimoniale della Banca, con un Cet1 pari al 16,1%, superiore di circa 100 punti base all’obiettivo di piano del 15,1%. In linea con la nostra visione di impresa che mette al centro la sostenibilità in tutte le sue dimensioni, abbiamo rafforzato il nostro impegno con iniziative distintive come il Social Impact Lab Kaleidos, attraverso cui abbiamo realizzato circa 40 progetti a elevato impatto sociale a favore delle persone nei territori nei quali operiamo”, dichiara Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis.

L’utile netto del 2024, pari a 162 milioni di euro, si è attestato su livelli superiori agli obiettivi di piano, come l’utile dei due esercizi precedenti: si tratta di un chiaro segnale della bontà e dell’efficacia della nostra azione trasformativa. La banca ha registrato una importante crescita nel business corporate e commercial banking, sia sotto il profilo dell’utile che dei volumi. La banca ha, inoltre, completato l’acquisizione di Revalea da Mediobanca e dispone ancora oggi di livelli di capitale che ci consentono di guardare con interesse ad ulteriori opportunità. Pur avendo di fronte un contesto meno generoso per il settore bancario, Banca Ifis può oggi guardare con ottimismo ad un futuro in cui sarà in grado di beneficiare del percorso impostato in questi ultimi tre anni al fine di favorire la sua ulteriore crescita”, dichiara l’amministratore delegato Frederik Geertman.

L’utile netto della capogruppo

L’utile netto di pertinenza della capogruppo ammonta a 161,6 milioni di euro, in aumento di 1,5 milioni di euro rispetto al 2023.

Focus su commercial & corporate banking

Di seguito le principali dinamiche dei singoli settori che concorrono alla formazione dei risultati economico-patrimoniali al 31 dicembre 2024.

L’utile netto del settore commercial & corporate banking è pari a 95,6 milioni di euro, in aumento di 16,9 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023 principalmente per l’incremento del margine di intermediazione e per le minori rettifiche nette su crediti.

Il margine di intermediazione del settore è pari a 351,4 milioni di euro, in aumento di 6,8 milioni di euro rispetto all’anno precedente grazie alle positive performance dell’area factoring (+5,2 milioni di euro). Complessivamente, a fronte della sostanziale stabilità delle commissioni nette, crescono il margine di interesse per 6,6 milioni di euro (+2,9%) e le altre componenti del margine di intermediazione.

Il margine di intermediazione deriva dall’effetto combinato delle varie aree del settore: factoring, leasing e corporate banking & lending.

Il contributo dell’area factoring ammonta a 178,5 milioni di euro, in aumento del 3,0% rispetto al risultato di fine esercizio 2023. Tale risultato è dovuto al maggior contributo del margine di interesse (in aumento di 7,5 milioni di euro), mentre le commissioni nette registrano una contrazione di 3,4 milioni di euro.

Il margine di intermediazione dell’area leasing risulta pari a 61,3 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il dato al 31 dicembre 2023.

Il margine di intermediazione dell’area corporate banking & lending, pari a 111,6 milioni di euro al 31 dicembre 2024, in aumento di 2,3 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023 (+2,1%). La variazione positiva è determinata dall’effetto combinato dei seguenti fattori:

  • stabilità del margine di interesse pari a 73,7 milioni di euro;
  • maggiori commissioni nette per 3 milioni di euro (+16,6%), derivanti principalmente dal comparto corporate banking;
  • sostanziale stabilità del contributo delle altre componenti del margine di intermediazione, pari a 16,4 milioni di euro al 31 dicembre 2024, principalmente per effetto delle valutazioni al fair value dei titoli del comparto corporate banking.

Altri risultati

Rispetto all’esercizio precedente vi sono minori rettifiche di valore nette per 20,3 milioni di euro (-33,4%).

I costi operativi sono pari a 164,1 milioni di euro al 31 dicembre 2024 e risultano sostanzialmente stabili rispetto all’esercizio precedente.

Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri al 31 dicembre 2024 sono pari a 3,2 milioni di euro, in riduzione rispetto al dato di 4,5 milioni di euro di fine esercizio 2023. Il decremento di 1,3 milioni di euro è da ricondurre principalmente a rilasci per la positiva risoluzione di contenziosi esistenti, il cui effetto ha più che compensato gli stanziamenti nell’esercizio effettuati a copertura di rischi connessi a contenziosi in essere su crediti di imposta per Super Ecobonus e altri bonus fiscali edilizi.

L’utile al 31 dicembre 2024 del settore npl è pari a 65,6 milioni di euro, in riduzione di 2,5 milioni di euro rispetto al termine dell’esercizio precedente.
Il margine di intermediazione del settore ammonta a 296,2 milioni di euro, in aumento di 1,7 milioni di euro rispetto al risultato del 31 dicembre 2023, riflette i minori acquisti di portafogli npl nel corso del 2024. La variazione è principalmente da ricondurre alle altre componenti del margine di intermediazione, in aumento di 7,3 milioni di euro, che ha più che compensato la variazione negativa per 4,5 milioni di euro delle commissioni nette, sostanzialmente riconducibile alle commissioni passive per la gestione del portafoglio della ex Revalea. “L’attività di recupero giudiziale e stragiudiziale non evidenzia impatti negativi significativi derivanti dal rialzo dell’inflazione e dei tassi di interesse ma risente delle tempistiche più lunghe dell’attività giudiziale”, si legge nel report di Banca Ifis.