Banca Ifis: utile netto in crescita del 32% a 105,5 mln nel III trimestre 2022

Banca Ifis LogoIl consiglio di amministrazione di Banca Ifis ha approvato ieri i risultati al 30 settembre 2022 e ha nominato Ernesto Fürstenberg Fassio presidente e designato Sebastien Egon Fürstenberg presidente onorario dell’istituto. “Desidero ringraziare il consiglio di amministrazione della banca per la nomina a presidente. Sono felice di poter proseguire il percorso avviato – ormai quasi quarant’anni fa – da mio padre. Lavorerò per innovare nella tradizione il nostro gruppo”, ha dichiarato il neopresidente di Banca Ifis.

 “I risultati dei primi nove mesi confermano ancora una volta la solidità del gruppo, con un utile netto di 105,5 milioni di euro, in crescita del 32% rispetto allo stesso periodo del 2021. Si tratta di un dato che rappresenta un massimo storico per la nostra banca e che è guidato principalmente dall’andamento dei ricavi. Anche su questo fronte, infatti, registriamo i migliori nove mesi di sempre. Il nostro Cet1 Ratio, pari al 16,18%, ci posiziona tra le migliori banche italiane in termini di solidità patrimoniale, una solidità che ci consente di premiare i nostri azionisti con la distribuzione di un acconto sul dividendo e di confermare l’utile netto target per l’esercizio 2022 di 120 milioni di euro, come previsto dal piano industriale”, ha aggiunto Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis.

La nostra forte posizione reddituale, patrimoniale e finanziaria mostra la resilienza del nostro business e la nostra capacità di affrontare efficacemente la complessità del contesto macro-economico. Registriamo infatti tassi di crescita superiori a quelli dei mercati di riferimento nel factoring (+23%7 rispetto al +17% del mercato) e nel leasing, con erogazioni in aumento del 35% rispetto al +9% del mercato. Questi numeri sono un segnale che la nostra rete commerciale sta lavorando concretamente per supportare i nostri clienti. Registriamo infine un risultato che rappresenta un massimo storico anche sul fronte degli incassi npl dei primi nove mesi, confermandoci come uno degli attori principali dell’industry del credito deteriorato nel lavoro a supporto del sistema bancario italiano. Continueremo a impegnarci nella realizzazione del nostro Piano Industriale puntando su innovazione e digitalizzazione, su una gestione sostenibile del nostro business sul fronte sociale e ambientale e sulla nostra costante volontà di crescere ed evolverci per trovare soluzioni efficaci e veloci, per essere sempre più la smart bank in grado di affrontare insieme ai nostri clienti le sfide che ci attendono”, ha concluso Frederik Geertman.

Di seguito i principali risultati:

  • Il margine di intermediazione è in crescita del 9,6% a 488,7 milioni di euro (445,9 milioni di euro al 30.09.2021) e beneficia di maggiori ricavi nel settore npl, pari a 200,9 milioni di euro (+9,0% rispetto al 30.09.2021) e nel settore commercial & corporate banking, pari a 225,2 milioni di euro (+5,8% rispetto al 30.09.2021).
  • I costi operativi, pari a 278,5 milioni di euro (+7,9% rispetto a 258,2 milioni di euro del 30.09.2021), sono in aumento per le maggiori spese del personale (111,2 milioni di euro rispetto a 103,7 milioni di euro del 30.09.2021), principalmente per la crescita della remunerazione variabile e per il contributo, in termini di risorse, collegato all’acquisizione ex-Aigis, e le altre spese amministrative (171,5 milioni di euro rispetto a 161,7 milioni di euro del 30.09.2021) per maggiori costi legati al recupero dei portafogli npl e ad alcuni progetti strategici del Gruppo.
  • L’utile netto di pertinenza del gruppo è pari a 105,5 milioni di euro, in crescita del 32% rispetto agli 80,2 milioni di euro dei primi nove mesi del 2021.
  • Costo del credito pari a 48,9 milioni di euro, in diminuzione rispetto a 60,3 milioni di euro del corrispondente periodo del 2021. Il dato include accantonamenti aggiuntivi a fronte del rischio macroeconomico, nonostante ad oggi non si rilevino segnali di deterioramento della qualità dell’attivo.
  • Solida posizione di liquidità: circa 1 miliardo di euro al 30 settembre 2022 di riserve e attivi liberi finanziabili in Bce (Lcr superiore a 1.000%).

Requisiti di capitale

  • Cet1 pari a 16,18% (15,44% al 31 dicembre 2021) e Tcr pari a 20,49% (19,63% al 31 dicembre 2021), calcolati includendo gli utili nei primi nove mesi del 2022 al netto dell’acconto sul dividendo e della quota di dividendo prevedibile.

Il cda ha deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo per l’esercizio 2022 di 52,4 milioni di euro.