Banca popolare dell’Emilia Romagna: approvati i risultati al 30 settembre 2012. Utile netto in calo del 16,2%

Il consiglio di amministrazione della Banca popolare dell’Emilia Romagna ha esaminato e approva­to i risultati individuali dell’istituto e consolidati del gruppo dei primi nove mesi del 2012. In Italia, i recenti dati congiunturali segnalano la prosecuzione della fase recessiva in atto da diversi trimestri. L’andamento negativo del Prodotto Interno Lordo, si legge in un comunicato, continua a riflettere l’effetto delle politiche restrittive adottate per il risanamento dei conti pubblici sulla domanda interna, in un contesto di elevata incertezza dovuta al permanere delle tensioni sul debito sovrano nei paesi periferici dell’Area Euro ed alla difficile situazione dell’economia reale del paese. Le prospettive macroeconomiche permangono deboli e i primi segnali di ripresa dovrebbero manifestarsi solo nella seconda parte del 2013. In tale difficile contesto, i risultati del Gruppo Bper nei primi novi mesi del 2012 evidenziano la buona tenuta della redditività sostenuta in particolare dal positivo andamento dei ricavi della gestione caratteristica e dal significativo contenimento dei costi operativi, ai quali si contrappone un incremento delle rettifiche su crediti conseguente, in particolare, al peggioramento della situazione relativa alla piccole-medie imprese.

Il margine di interesse si attesta a € 980,8 milioni (-0,8% anno su anno, +0,9% rispetto al trimestre precedente), in sostanziale tenuta nonostante la significativa riduzione dei tassi di mercato compensata dall’incremento del contributo del portafoglio di attività finanziarie. Nel terzo trimestre, il margine di interesse mostra segni di miglioramento rispetto al trimestre precedente come conseguenza sia delle azioni di repricing, sia dell’apporto del portafoglio titoli.

Le commissioni nette, pari a € 530,4 milioni (+2,8% anno su anno, -2,7% rispetto al trimestre precedente) mostrano un risultato positivo, attribuibile principalmente al contributo dell’attività bancaria tradizionale, ancora più apprezzabile se si considerano i maggiori oneri sostenuti a fronte della costituzione di nuove attività stanziabili.

Il risultato netto delle attività di negoziazione (compresi i dividendi) si è attestato a € 101,6 milioni, in significativo incremento rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente. Hanno concorso, in massima parte, a tale risultato utili realizzati per € 56 milioni,  plusvalenze nette per € 73,3 milioni per buona parte imputabili al mark-to-market relativo ai titoli governativi italiani in portafoglio, la plusvalenza di € 21,6 milioni realizzata a seguito del riacquisto di proprie passività subordinate e con segno contrario il contributo della ”Fair Value Option” sulle passività finanziarie negativo per € 51,8 milioni (era positivo per € 85,3 milioni al 30 settembre 2011 e negativo per € 18,4 milioni al 30 giugno 2012).

Il margine di intermediazione risulta pari a € 1.612,8 milioni nel periodo, con una crescita del 4,2% anno su anno. Nel terzo trimestre, il margine registra una crescita del 2,2%, principalmente grazie all’apporto dell’attività di negoziazione.

Le rettifiche nette su crediti e su altre attività finanziarie si attestano a € 423,7 milioni, in sensibile incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso  (+58,6% anno su anno), riferibili prevalentemente a rettifiche operate al comparto del credito (€ 420 milioni, +61,7% anno su anno), in conseguenza del protrarsi della recessione economica in atto e degli effetti provocati dal sisma in Emilia Romagna del maggio scorso (stimati in circa € 17 milioni). Nel terzo trimestre, le rettifiche nette su crediti ammontano a € 130,4 milioni in diminuzione del 31,7% rispetto al picco registrato nel secondo trimestre. Il livello di copertura dei crediti dubbi totali si attesta al 31,6% rispetto al 31,9% di giugno, principalmente per effetto dell’ingresso di posizioni che presentano un maggior peso delle garanzie sottostanti, mentre il coverage delle sofferenze risulta pari al 51,6% rispetto al 52,2% di giugno. Il costo del credito complessivo al 30 settembre 2012 è risultato pari a 87 bps (116 bps su base annua) in peggioramento rispetto ai 54 bps dello stesso periodo del 2011 (71 bps alla fine dello scorso esercizio).

Il risultato netto della gestione finanziaria, pari a € 1.189,2 milioni nel periodo, registra un decremento del 7,2% anno su anno (+24,3% rispetto al trimestre precedente, in particolare per i citati  contributi positivi della finanza e la sensibile diminuzione delle rettifiche nette su crediti).

I costi operativi, al netto degli altri oneri e proventi di gestione, risultano pari a € 912,5 milioni nei primi nove mesi dell’anno, in diminuzione del 3,3% anno su anno, a conferma del continuo impegno del Gruppo nel perseguire strutturali politiche di contenimento dei costi. Tale risultato risulta influenzato dagli accantonamenti straordinari pari a € 22,5 milioni, per esodi incentivati e “Fondo di Solidarietà” conseguenti la firma dell’accordo siglato con le OO.SS. in data 15 settembre 2012, nell’ambito di quanto previsto dal Piano Industriale 2012-2014, a cui si aggiungono costi conseguenti il sisma dello scorso maggio stimati in circa € 4 milioni, oltre che, in positivo, dalla plusvalenza di € 20,9 milioni, realizzata per la cessione del ramo d’azienda rappresentato dall’operatività per “banca depositaria”. In particolare le spese per il personale risultano pari a € 600,7 milioni, in crescita del 2,1% anno su anno, (al netto del sopra citato accantonamento straordinario, risultano in diminuzione dell’1,7%) ). Le altre spese amministrative ammontano a € 365,4 milioni, in diminuzione del 2,1% anno su anno grazie ad una efficiente gestione della spesa corrente: positivo trend confermato anche dal calo riscontrato rispetto al trimestre precedente

L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte si attesta, nel periodo, a € 280 milioni (-12,2% anno su anno).

Le imposte sul reddito di periodo sono calcolate pari a € 142,5 milioni. Il tax rate si attesta al 50,9% (49% nello stesso periodo dell’anno scorso). Si sottolinea che il potenziale credito d’imposta per il recupero dell’IRES pregressa per i periodi d’imposta dal 2007 al 2011, derivante dalla deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro, non ancora accertato al 30 settembre 2012, è stato stimato in circa € 30,5 milioni.

L’utile di periodo risulta pari a € 138 milioni, in calo del 16,2% anno su anno (€ 164,8 milioni nei primi 9 mesi del 2011). Il dato pro-forma, considerando il credito d’imposta sopra citato, risulta pari a € 168,5 milioni (+2,3% anno su anno).

L’utile di pertinenza della Capogruppo risulta pari a € 141,7 milioni nel periodo, al netto della perdita d’esercizio imputabile a terzi di € 3,7 milioni, registrando un incremento dell’1,8% anno su anno. Il dato pro-forma, considerando il credito d’imposta sopra citato, risulta pari a € 167,8 milioni (+20,5% anno su anno).

La raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie va­lutate al fair value) si attesta a € 46 miliardi, in calo del 5,3% rispetto alla fine del 2011, principalmente attribuibile al decremento della raccolta con controparti istituzionali ritenute particolarmente onerose e al trasferimento della liquidità degli enti locali sul conto della Tesoreria dello Stato presso Banca d’Italia, come previsto dal decreto “Salva Italia” (€ 0,9 miliardi).

La raccolta indiretta da clientela, valorizzata ai prezzi di mercato, è pari a € 26,3 miliardi, in crescita del 2,5% da inizio anno in particolare per il positivo andamento dei valori di mercato. Il portafoglio premi assicurativi, non compreso nella raccolta indiretta, si quantifica in € 2,2 miliardi (+5,1% da inizio anno), pressoché totalmente riferibile al ramo vita.

I crediti verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, sono pari a € 48,4 miliardi, in crescita dello 0,4% da inizio anno, nonostante la crisi economica e la restrizione all’accesso al credito in atto a livello di sistema.

L’ammontare dei crediti deteriorati netti è di € 5,6 miliardi, +29,9% da inizio anno, con una componente di sofferenze di € 1,9 miliardi (+23,3%); tali importi risultano rispettivamente pari all’11,6% e al 4% del totale dei crediti verso clientela. L’evoluzione dell’ammontare dei crediti dubbi risulta in aumento a seguito dell’acuirsi della recessione che sta interessando l’economia nazionale nonché, nel confronto con la fine dell’anno precedente, dell’adeguamento normativo relativo ai crediti scaduti. Nel dettaglio, gli incagli netti risultano pari a € 2,6 miliardi, i crediti ristrutturati netti a € 0,4 miliardi e i crediti scaduti netti a € 0,7 miliardi.

La posizione interbancaria netta risulta negativa per € 6,2 miliardi (in confronto ad un dato negativo per € 2,4 miliardi di fine 2011) derivante dallo sbilancio tra i crediti verso banche di € 2,3 miliardi e i debiti della stessa na­tura pari a € 8,5 miliardi (di cui € 4,4 miliardi derivanti dal rifinanziamento con la Banca Centrale Europea, interamente riconducibile all’operazione di “LTRO” a tre anni). L’incremento dell’esposizione ha compensato il decremento della raccolta di tipo finanziario a breve termine con la clientela. Gli strumenti finanziari utilizzabili come collaterale per operazioni di rifinanziamento sul mercato ammontano al 30 settembre 2012 a € 10 miliardi al netto dell’haircut, di cui € 2 miliardi disponibili.

Le attività finanziarie ammontano complessivamente a € 7,4 miliardi, in incremento del 30,4% rispetto alla fine del 2011 riferibile prevalentemente a titoli governativi italiani. I titoli di debito rappresentano l’87,4% del portafoglio complessivo ed ammontano a € 6,4 miliardi: di essi, € 5 miliardi sono riferiti a titoli governativi, di cui la quasi totalità rappresentati da titoli di stato italiani ed € 1,2 miliardi sono riferiti a Banche. L’esposizione ai titoli di debito dei paesi periferici dell’Eurozona risulta limitato a soli € 171 milioni, come da seguente dettaglio: Portogallo € 21,3 milioni, Irlanda € 35 milioni, Grecia € 0,3 milioni e Spagna € 114,3 milioni.

A fronte delle attività disponibili per la vendita (“AFS”) pari a € 4,7 miliardi, sono presenti riserve da valutazione positive complessive per € 161,7 milioni, al netto del relativo impatto fiscale, come risultanza della sommatoria di riserve positive riferite ai titoli di debito, titoli di capitale e OICR per un valore di € 198 milioni e di riserve negative per € 36,3 milioni; la riserva netta riferibile ai soli titoli governativi risulta positiva per € 47 milioni.

Il patrimonio netto consolidato del Gruppo, che include il risultato dell’esercizio, si attesta a € 4,2 miliardi, in incremento del 6,8% da inizio anno, grazie in particolare alla variazione delle riserve nette da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita e all’utile realizzato nei nove mesi. La quota di patrimonio di pertinenza di terzi risulta pari ad € 0,7 miliardi. I mezzi patrimoniali di Gruppo ammontano così a complessivi € 4,9 miliardi (+5,9%).

I ratios patrimoniali, determinati sulla base della metodologia standard di Basilea 2, evidenziano i seguenti valori:

  • Core Tier 1 ratio” 8,29% e “Tier 1 ratio” 8,32% in ulteriore miglioramento di 46 bps rispetto alla fine del 2011;
  • “Total capital ratio” 11,57% (11,54% a fine 2011).

Il miglioramento dei requisiti patrimoniali è stato raggiunto, oltre che per l’apporto dell’utile realizzato nel periodo, anche attraverso un’efficace azione di ottimizzazione delle attività ponderate per il rischio (RWA in diminuzione di circa € 0,6 da fine 2011) e le operazioni di aumento di capitale gratuito realizzate su alcune banche del Gruppo con utilizzo di riserve disponibili, in particolare riferite a riserve di rivalutazione immobili (+8 bps sul CT1). L’eventuale accertamento del credito d’imposta di cui alla nota 2 potrà portare un ulteriore beneficio ai ratios stimato in circa 6 bps sul CT1.

Il Gruppo è presente in diciassette regioni italiane, con 1.297 sportelli bancari, a cui si aggiungono 4 filiali di Meliorbanca S.p.A., oltre alla Sede in Lussemburgo di BPER (Europe) International s.a..

I dipendenti del Gruppo sono pari a 11.865 unità, 100 in meno rispetto a fine del 2011 (erano 11.965).

Principali fatti di rilievo intervenuti successivamente al 30 settembre 2012

In coerenza con quanto previsto dal Piano Industriale 2012-2014, nell’ambito delle operazioni straordinarie, stanno proseguendo le attività volte alla razionalizzazione del Gruppo, in particolare per quanto attiene il progetto di fusione per incorporazione della controllata Meliorbanca nella capogruppo BPER, deliberato dai rispettivi Consigli di Amministrazione nello scorso mese di ottobre e di cui si prevede la finalizzazione alla fine del corrente mese.

Prevedibile evoluzione della gestione

Lo scenario macroeconomico permane negativo e l’evoluzione della crisi del debito sovrano in Europa, unitamente all’elevata volatilità dei mercati finanziari, influenzeranno l’operatività delle banche anche nell’ultima parte dell’esercizio. A fronte di tale situazione, il Gruppo BPER continuerà a perseguire gli obiettivi dichiarati del Piano Industriale 2012-2014, concentrando i propri sforzi sulle azioni di razionalizzazione e semplificazione del Gruppo e di contenimento dei costi.

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