Banca popolare dell’Emilia Romagna, utile netto di 43,1 milioni di euro nel terzo trimestre

Bper LogoIl consiglio di amministrazione della Banca popolare dell’Emilia Romagna ha esaminato ed approvato in data odierna i risultati individuali della banca e consolidati di gruppo dei primi nove mesi del 2013.

Il margine di interesse, spiega una nota, si attesta a 964,2 milioni di euro, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-1,7% anno su anno) principalmente a causa della significativa riduzione dei tassi di mercato (Euribor 3 mesi medio nei primi nove mesi in calo di quasi 50 bps rispetto allo stesso periodo del 2012) e della debole domanda per impieghi commerciali, solo in parte compensata dall’incremento del contributo del portafoglio di attività finanziarie; al netto di CR Bra, si rileva un decremento pari al 3,4%. Nel confronto con il trimestre precedente, invece, il margine di interesse risulta in leggero incremento (€ 327 milioni rispetto € 326,1 milioni; +0,3% trimestre su trimestre) in presenza di una forbice dei tassi che si è mantenuta sugli stessi livelli del trimestre scorso, con una riduzione di pari entità, sia del mark-up che del mark-down.

Le commissioni nette, pari a € 519,5 milioni, risultano in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-2,1% anno su anno), ma mostrano un incremento del 7,8% a parità di perimetro e considerando le variazioni normative intervenute nei due periodi a confronto. Anche nel confronto trimestrale si rileva una diminuzione delle commissioni (-1,6% trimestre su trimestre) principalmente imputabile alla consueta stagionalità. Tra le attività che hanno maggiormente contribuito al buon risultato complessivo si evidenziano quelle relative alla raccolta indiretta e “bancassurance” (+16,7% anno su anno).

Il risultato netto delle attività di negoziazione (compresi i dividendi pari a € 23,5 milioni, di cui una quota rilevante pari a € 18,4 milioni riferibile alla partecipata Arca Vita incassata nel secondo trimestre) si attesta a € 121,9 milioni, in apprezzabile incremento rispetto a € 101,6 milioni dei primi nove mesi del 2012. Hanno concorso a tale risultato utili realizzati per € 116,4 milioni (di cui € 75,8 milioni nel secondo trimestre dell’anno), plusvalenze nette per € 11,1 milioni per buona parte imputabili al mark-to-market relativo ai titoli governativi italiani in portafoglio, il contributo della “Fair Value Option” sulle passività finanziarie negativo per € 54,2 milioni (pure negativo per € 68,6 milioni al 31 dicembre 2012 e per € 51,8 milioni al 30 settembre 2012) e l’apporto positivo di altre componenti per € 25,1 milioni.

Il margine di intermediazione risulta pari a € 1.605,6 milioni al 30 settembre 2013, in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-0,4% anno su anno).

Le rettifiche nette su crediti e su altre attività si attestano a € 623,1 milioni (+47,1% anno su anno) condizionate, oltre che dal perdurare della fase recessiva dell’economia nazionale anche dall’approccio più restrittivo nei criteri di classificazione ed accantonamento. Il costo del credito complessivo al 30 settembre 2013 è risultato pari a 125 bps (167 bps annualizzato, a fronte dei 199 bps registrati nel 2012); al netto degli accantonamenti che possono essere definiti di natura straordinaria effettuati nel secondo trimestre dell’anno, il costo del credito del periodo ricalcolato pro-forma si attesterebbe quindi a 92 bps.

Il livello delle coperture dei crediti deteriorati risulta soddisfacente ed adeguato alla rischiosità del portafoglio crediti. In dettaglio, la copertura delle sofferenze risulta pari al 54,6%, sostanzialmente in linea con i livelli di fine giugno 2013 e fine 2012 (rispettivamente 54,8% e 54,9%); tenuto conto delle svalutazioni dirette su crediti in sofferenza ancora in essere pari a € 1,5 miliardi, la copertura delle sofferenze si attesta al 64,4%. Il coverage ratio sui crediti dubbi complessivi si attesta al 35,7% rispetto al 35,8% di giugno 2013 e al 36,8% di fine anno, in calo per effetto dell’incremento della quota di incagli che per loro natura incorporano un livello di copertura inferiore; tenendo poi conto delle svalutazioni dirette su sofferenze prima citate, la copertura dei crediti dubbi si attesta al 43,6%.

Il risultato netto della gestione finanziaria, pari a € 982,5 milioni nel periodo, registra un decremento del 17,4% rispetto allo stesso periodo del 2012, quale conseguenza delle rettifiche su crediti sopra citate.

I costi operativi, al netto degli altri oneri e proventi di gestione, risultano pari a € 879,1 milioni nei primi nove mesi dell’anno, in diminuzione del 3,7% anno su anno; tale diminuzione si attesta allo 0,5% se calcolata su base omogenea. In particolare le spese per il personale si attestano a € 591,8 milioni in calo dell’1,5% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso (-3,2% escludendo la componente riferibile alla CR Bra al 30 al settembre 2013 pari a € 10,2 milioni). Le altre spese amministrative ammontano a € 384 milioni, in crescita del 5,1% anno su anno; tali spese, altresì, risultano solo in leggero incremento (+0,3% anno su anno) escludendo le spese di periodo riferibili a CR Bra (€ 6,9 milioni) e l’impatto della voce “Imposte e tasse” inserita tra le spese amministrative.

L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte risulta pari a € 99,3 milioni nel periodo (€ 280 milioni nei primi nove mesi del 2012). Le imposte sul reddito di periodo sono calcolate pari a € 77,3 milioni ed evidenziano un tax rate particolarmente elevato (77,9%) condizionato in particolare dall’indeducibilità IRAP delle rettifiche su crediti ed in buona misura del costo del personale.

L’utile netto complessivo del periodo risulta pari a € 23,2 milioni (€ 138 milioni al 30 settembre 2012), che comprende un utile di periodo imputabile a terzi di € 9 milioni. L’utile netto di pertinenza della Capogruppo è quindi pari a € 14,2 milioni (€ 141,7 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente).

Stato patrimoniale: dati principali 

La raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie va­lutate al fair value) si attesta a € 45,5 miliardi, in calo del 3,7% rispetto alla fine del 2012 (-6.0% il dato pro-forma al netto di CR Bra che presenta un saldo di € 1,1 miliardi). Il calo è la conseguenza di una precisa scelta gestionale mirata al contenimento del costo della raccolta a difesa del margine di interesse, realizzata attraverso il decremento della raccolta obbligazionaria con controparti istituzionali, la rinuncia a partite particolarmente onerose e al riposizionamento di una parte di raccolta diretta da clientela verso il risparmio gestito e le polizze assicurative favorito dal buon momento di mercato. La raccolta diretta è costituita quasi integralmente dalla componente retail (75,1%) e il 63,7% è rappresentato da conti correnti e depositi liberi e vincolati a breve scadenza.

La raccolta indiretta da clientela, valorizzata ai prezzi di mercato, è pari a € 25,9 miliardi, in aumento dell’3,2% da inizio anno (+1,1% al netto di CR Bra che presenta un saldo di € 0,5 miliardi). Il portafoglio premi assicurativi, non compreso nella raccolta indiretta, si quantifica in € 2,5 miliardi (+13,8% da inizio anno), pressoché totalmente riferibile al ramo vita.

I crediti verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, sono pari a € 47,2 miliardi (-1,7% dalla fine del 2012); il dato pro-forma al netto di CR Bra registra un calo delle masse del 4,2%. Il calo registrato su base lorda (calcolato pro-forma) è comunque contenuto e pari al 2,9% il quale, pur risentendo delle difficoltà dell’economia e del calo della domanda per investimenti a livello di sistema, evidenzia la volontà del Gruppo di continuare a supportare l’attività della propria clientela nei territori di riferimento.

L’ammontare dei crediti deteriorati netti è di € 6,5 miliardi, in crescita del 25,9% dalla fine del 2012, con una componente di sofferenze di € 2,4 miliardi (+26,8%); tali importi risultano rispettivamente pari al 13,9% e al 5,1% del totale dei crediti netti verso clientela. Nel dettaglio, al 30 settembre, gli incagli netti risultano pari a € 3,2 miliardi (+28,9%), i crediti ristrutturati netti a € 0,3 miliardi (-17,2%) e i crediti scaduti netti a € 0,6 miliardi (+43,7%). Si ricorda che l’incremento degli incagli è stato registrato particolarmente nel secondo trimestre di quest’anno ed è essenzialmente riconducibile a variazioni di stato amministrativo (circa € 590 milioni su base lorda) da posizioni in bonis su cui sono stati effettuati gli adeguati accantonamenti a bilancio, in coerenza con gli esiti della revisione della qualità del credito effettuata dalla Banca d’Italia, conclusasi all’inizio del mese di luglio: l’azione di riclassificazione ha riguardato prevalentemente posizioni garantite appartenenti al settore immobiliare.

La posizione interbancaria netta risulta negativa per € 6,3 miliardi (in confronto ad un dato negativo per € 5 miliardi di fine 2012) derivante dallo sbilancio tra i crediti verso banche di € 1,7 miliardi e i debiti della stessa na­tura pari a € 8 miliardi (di cui € 4,6 miliardi derivanti dal rifinanziamento con la Banca Centrale Europea riconducibili alle operazioni di “LTRO” a tre anni); l’incremento dell’esposizione bilancia un parallelo incremento del portafoglio titoli. Gli strumenti finanziari, utilizzabili come collaterale per operazioni di rifinanziamento sul mercato, ammontano al 30 settembre 2013 a € 12,2 miliardi al netto dell’haircut, di cui € 3,8 miliardi disponibili (erano rispettivamente € 10 miliardi e € 2,1 miliardi al 30 settembre 2012).

Le attività finanziarie ammontano complessivamente a € 8,4 miliardi, in incremento del 16,4% rispetto alla fine del 2012; esse rappresentano il 13,7% del totale attivo, tra le più basse esposizioni a livello di sistema. I titoli di debito rappresentano il 90% del portafoglio complessivo ed ammontano a € 7,6 miliardi: di essi, € 6,2 miliardi sono riferiti a titoli governativi, di cui la quasi totalità rappresentati da titoli di Stato italiani, ed € 1,2 miliardi sono riferiti a Banche ed enti sovranazionali. L’esposizione ai titoli di debito dei paesi periferici dell’Eurozona risulta limitata a soli € 140 milioni, in calo rispetto ai € 168,9 milioni di fine anno, costituiti prevalentemente da titoli spagnoli.

A fronte delle attività disponibili per la vendita (“AFS”) pari a € 5,9 miliardi, sono presenti riserve da valutazione positive complessive per € 111,6 milioni, al netto del relativo impatto fiscale, come risultanza della sommatoria di riserve positive riferite ai titoli di debito, titoli di capitale e OICR per un valore di € 148 milioni e di riserve negative per € 36,4 milioni; la riserva netta riferibile ai soli titoli governativi risulta positiva per € 15,6 milioni. Inoltre, relativamente al portafoglio di attività finanziarie detenute fino a scadenza pari a € 1,2 miliardi, la differenza tra il fair value ed il valore di bilancio risulta positiva (“riserva implicita”) per € 48 milioni.

I mezzi patrimoniali di Gruppo ammontano a complessivi € 4,7 miliardi (-1,4%), con una quota di patrimonio di pertinenza di terzi pari ad € 0,7 miliardi. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo, che include il risultato dell’esercizio, si attesta a € 4,0 miliardi, in riduzione dello 1,1% da inizio anno.

Capital ratios    

I ratios patrimoniali, determinati sulla base della metodologia standard di Basilea 2, evidenziano i seguenti valori:

“Core Tier 1 ratio” 8,43% e “Tier 1 ratio” 8,48% in significativo incremento rispetto ai dati di fine 2012 (rispettivamente 8,27% e 8,30%); tale incremento sarebbe ancora più rilevante al netto del consolidamento di CR Bra (rispettivamente a 8,56% e 8,59%)

“Total capital ratio” 12,05% (12,13% a fine 2012); il dato risulta pari all’12,17% al netto di CR Bra.

Principali dati di struttura al 30 settembre 2013     

Il Gruppo è presente in diciotto regioni italiane, con 1.326 sportelli bancari, di cui 28 riferibili alla CR Bra, oltre alla Sede in Lussemburgo di BPER (Europe) International s.a..

I dipendenti del Gruppo sono pari a 11.723 unità, di cui 198 riferibili alla CR Bra; al netto di questi ultimi risulta pertanto una riduzione di 309 unità rispetto a fine 2012 (erano 11.834) ed un calo di 340 unità rispetto a settembre 2012 (erano 11.865); si ricorda che il ridimensionamento di organico registrato nel terzo trimestre 2013 include 269 risorse la cui cessazione dal servizio è conseguenza dell’applicazione dell’accordo sindacale siglato il 15 settembre 2012 in tema di esodi incentivati e “Fondo di solidarietà” ed avente decorrenza 1 luglio 2013.

Principali fatti di rilievo intervenuti successivamente al 30 settembre 2013         

Il Consiglio di Amministrazione della Banca popolare dell’Emilia Romagna società cooperativa, in data 30 ottobre 2013, ha approvato le linee guida di un progetto strategico di semplificazione e razionalizzazione della struttura organizzativa e di governo del Gruppo bancario: esso prevede la confluenza nella Capogruppo delle Banche aventi sede legale nella Penisola, da attuarsi tra la fine del 2014 ed il primo semestre del 2015. Tale percorso integra quanto già previsto ed attuato nell’ambito del Piano industriale 2012-2014 e pone le basi per delineare le progettualità prioritarie del prossimo Piano. Si ricorda, a tale proposito, che sono già state concluse con successo le operazioni di incorporazione nella Capogruppo di Meliorbanca e delle tre Banche del centro Italia (Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila e Banca Popolare di Aprilia) rispettivamente in novembre 2012 e maggio 2013.

Prevedibile evoluzione della gestione            

Nell’ultima parte dell’anno pare avviarsi a ritmo lento e graduale una ripresa dell’attività economica, pur in un contesto congiunturale che permane difficile e condizionato da rilevanti fattori di incertezza politica ed economica. La debolezza della domanda interna continuerà a limitare le possibilità di ripresa del credito e potrebbe determinare pressioni sui ricavi del sistema bancario. La qualità del credito continuerà, seppur in misura minore rispetto allo scorso anno, a condizionare le prospettive di redditività del settore, mentre dovrebbe proseguire il processo di controllo dei costi.

Il Gruppo BPER, per l’ultima parte dell’anno, si pone come obiettivi prioritari il mantenimento di un’adeguata solidità patrimoniale, il consolidamento della redditività bancaria tradizionale e il contenimento dei costi operativi. Il costo del credito, pur mostrando i primi segnali di normalizzazione, rimarrà elevato, ma in ogni caso su livelli inferiori a quelli registrati nel 2012.

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