Banca Progetto in amministrazione giudiziaria

Gdf, Guardia di Finanza Usura Frode Fiscale Abusivismo finanziarioLa Guardia di Finanza di Milano ha annunciato oggi di aver sottoposto ad amministrazione giudiziaria, ex art. 34 del Codice Antimafia, una banca d’affari milanese. Il provvedimento, spiega un comunicato stampa, è stato disposto dalla Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano e costituisce il risultato di più ampie indagini delegate dalla Procura della Repubblica e dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Milano volte all’approfondimento dei rapporti tra l’istituto finanziario e soggetti legati a consorterie di ‘ndrangheta.

Sui mezzi di informazione, nella giornata odierna, è poi rimbalzato il nome di Banca Progetto, che in una nota stampa ha dichiarato che “l’istituto non è commissariato e che né la banca, né i suoi esponenti e dipendenti, sono oggetto di indagine. E che nell’ambito di un procedimento penale che non riguarda la banca, il provvedimento è stato emesso “in relazione ad asserite carenze istruttorie di 10 finanziamenti su circa 40.000 in essere, ed ha l’obiettivo di verificare, attraverso la nomina del dr. Donato Maria Pezzuto che si affiancherà alle strutture della Banca, l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di controllo interni“.

Cosa scrive la Guardia di Finanza

Il comunicato della Guardia di Finanza sull’amministrazione giudiziaria nei confronti di una banca milanese afferma che le indagini hanno accertato come “diverse società indirettamente gestite da soggetti contigui ad esponenti della c.o. di matrice ‘ndranghetista, hanno beneficiato negli anni di finanziamenti erogati dal citato istituto di credito con assistenza di garanzie statali previste dal Fondo Centrale di Garanzia a favore delle pmi del Mediocredito Centrale (Legge 662/1996), accedendo così agli aiuti di stato a sostegno dell’economia nell’emergenza del COVID-.19 piuttosto che a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

Gli approfondimenti condotti dai militari del Nucleo P.E.F. — G.I.C.Q. di Milano, coordinati da questa Direzione distrettuale antimafia, hanno evidenziato diverse criticità sull’operatività dell’istituto di credito, “con riguardo ai pericoli di permeabilità dello stesso in relazione ai rapporti con soggetti indagati per gravi delitti o destinatari di misure di prevenzione personali/patrimoniali”.

La disamina dei fascicoli bancari ha consentito di appurare come l’intermediario, “spesso eludendo i principi della normativa antiriciclaggio, ha erogato finanziamenti assistiti da garanzia statale in favore di società pienamente inserite all’interno di dinamiche criminali, in quanto oggetto della contestazione del delitto di trasferimento fraudolento di valori, in alcuni casi commessi con l’aggravante del metodo mafioso, consistito nell’agevolazione della “locale” di ‘ndrangheta di Legnano/Lonate Pozzolo (Va)“.