Aumentano le difficoltà degli agenti immobiliari a reperire un mutuo per i propri clienti. A segnalarlo è il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia – 1° trimestre 2023, diffuso oggi dalla Banca d’Italia.
Secondo l’indagine, condotta presso 1.458 agenti immobiliari dal 3 aprile al 4 maggio 2023, la quota di operatori che segnalano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti è salita al 30%, il valore più alto dall’inizio del 2015. “Circa la metà degli agenti segnala che fra le cause prevalenti di cessazione dell’incarico a vendere vi è un valore delle offerte ricevute ritenuto troppo basso dal venditore; una frazione analoga indica prezzi richiesti giudicati troppo elevati dai compratori”, precisa il rapporto.
Acquisti finanziati da mutuo sono scesi dell’1,2%
La quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è ancora scesa, soprattutto nelle maggiori aree metropolitane, attestandosi nel complesso al 64,1%, rispetto al 65,3% del trimestre precedente. Il rapporto fra l’ammontare del prestito e il valore dell’immobile si colloca su valori elevati, al 76,6%, seppur in lieve calo rispetto alla precedente rilevazione.
| 2022 | 2022 | 2022 | 2022 | 2023 |
Quota di acquisti finanziati con mutuo | 69,7% | 67,5% | 68,0% | 65,3% | 64,1% |
Rapporto tra prestito e valore dell’immobile | 78,4% | 78,9% | 79,0% | 77,3% | 76,6% |
Fonte: Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia – 1° trimestre 2023
Tempi di vendita si accorciano a 5,5 mesi. Sconto scende all’8,2%
Lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali è tornato a diminuire (all’8,2% da 8,8%), attestandosi su valori molto bassi. Anche i tempi di vendita sono scesi, portandosi a 5,5 mesi da 6,1 e facendo registrare il nuovo minimo dall’inizio della rilevazione.
Agenti, prospettive mercato immobiliare rimangono sfavorevoli
Secondo il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia – 1° trimestre 2023 della Banca d’Italia, le aspettative degli agenti per il II trimestre sono divenute leggermente meno negative rispetto sia al proprio mercato di riferimento sia a quello nazionale: i saldi tra attese di miglioramento e di peggioramento sono passati a -21,2% e -25,8%, rispettivamente da -25,6% e -28,3% dell’indagine precedente. “Prevale il pessimismo anche su un orizzonte biennale. Le attese di diminuzione dei nuovi incarichi a vendere nel II trimestre continuano a prevalere, seppur meno rispetto alla rilevazione precedente, su quelle di aumento (-13,4 punti). Si è ulteriormente ampliato il saldo negativo fra attese di aumento e di diminuzione dei prezzi di vendita nel II trimestre (a -17,5 punti da -15)”, precisa l’analisi.
Continuano a prevalere i giudizi di stabilità dei prezzi
La quota di operatori che esprimono giudizi di stabilità delle quotazioni immobiliari è rimasta preponderante nel I trimestre del 2023, pur riducendosi lievemente (a 61,7%, da 64,9% della rilevazione precedente). Il saldo fra i giudizi di aumento e di riduzione dei prezzi è tornato appena positivo (a 0,9 punti percentuali) per effetto di una più ampia percentuale di agenti che ravvisano un incremento delle quotazioni immobiliari, salita al 19,6% (da 17,1).
Canoni di affitto in aumento e sconti al minimo (-2%)
La percentuale di operatori che hanno dichiarato di aver locato almeno un immobile nel I trimestre dell’anno è tornata ad aumentare, al 78,1%. Circa un agente su due segnala un aumento dei canoni di affitto; il saldo rispetto a quanti ne riportano una riduzione si è portato sul valore più alto dall’inizio della rilevazione (a 45,9 punti, da 36,3) in tutte le aree geografiche, in misura più accentuata nel Centro e nel Meridione, che si sono avvicinati ai livelli del Nord.
La maggioranza degli operatori continua a prefigurare un ulteriore rialzo dei canoni di locazione per il II trimestre (con un saldo pari a 35,6 punti, da 34,5).
Il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore è diminuito, registrando un nuovo minimo al 2%.
La quota di agenzie che hanno riportato un aumento degli incarichi a locare si conferma inferiore a quella di chi ne ha segnalato una riduzione, con un saldo pressoché stabile rispetto all’indagine precedente (a -37,5 punti percentuali).