Nei mesi estivi la crescita dei prestiti alle società non finanziarie ha perso slancio, riflettendo le minori richieste di finanziamenti a fronte dell’abbondante liquidità accumulata nell’ultimo anno e mezzo e del miglioramento dei flussi di cassa indotto dai positivi sviluppi congiunturali. È quanto emerge dal Bollettino economico di ottobre, diffuso oggi dalla Banca d’Italia.
Il costo del credito a imprese e famiglie rimane basso
Ad agosto il tasso di interesse medio sui nuovi prestiti bancari alle imprese è rimasto invariato all’1,1%. Nello stesso mese quello sui nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è salito di un decimo di punto percentuale, all’1,5%. “Secondo le banche italiane intervistate nell’ambito dell’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro, nel secondo trimestre del 2021 le politiche di offerta sui prestiti alle famiglie e alle imprese sono rimaste favorevoli; anche per il terzo trimestre si sarebbero mantenute nel complesso invariate, con un lieve allentamento per il comparto del credito al consumo”, si legge nel report di Bankitalia.
L’offerta e la domanda di credito
Nell’ambito dell’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey, BLS), condotta lo scorso giugno e relativa al secondo trimestre del 2021, gli intermediari italiani hanno continuato a segnalare politiche di offerta nel complesso distese. “Le banche hanno indicato una sostanziale stabilità dei criteri di concessione dei finanziamenti alle imprese, pur citando tra i fattori di allentamento la pressione concorrenziale e il minore rischio percepito riguardo alle prospettive economiche generali – precisa il Bollettino economico -. Gli intermediari prefiguravano politiche di offerta immutate anche per il terzo trimestre dell’anno in corso. Per i prestiti alle famiglie, né i criteri di offerta né i termini e le condizioni hanno registrato variazioni nel secondo trimestre; con riferimento al terzo, le banche si attendevano criteri immutati per i prestiti destinati all’acquisto di abitazioni e un loro moderato allentamento per il credito al consumo”.
Nel secondo trimestre si è interrotta la crescita della domanda di fondi da parte delle imprese, in atto dall’avvio della crisi pandemica; “vi hanno inciso le minori esigenze di finanziamento delle scorte e del capitale circolante”. Per il terzo trimestre gli intermediari riportavano attese di un lieve incremento della domanda.
Secondo l’analisi della Banca d’Italia, dopo il moderato calo segnalato dalle banche nei primi tre mesi del 2021, nel secondo trimestre la domanda di mutui e quella di credito al consumo delle famiglie sono aumentate, sospinte dalle migliori prospettive del mercato degli immobili, dalla maggiore fiducia dei consumatori e dal basso livello dei tassi di interesse. Nelle anticipazioni degli intermediari, per il terzo trimestre le richieste di prestiti per l’acquisto di abitazioni si sarebbero mantenute inalterate, mentre quelle per il credito al consumo sarebbero lievemente cresciute. Nell’ambito dell’indagine è stato chiesto alle banche di valutare, per i primi sei mesi del 2021, l’impatto degli schemi di garanzie pubbliche connesse con l’emergenza pandemica. Le risposte “indicano un ulteriore allentamento dei criteri di offerta applicati ai prestiti garantiti concessi alle imprese. La domanda di questi finanziamenti ha continuato a espandersi, sebbene con minore intensità rispetto al semestre precedente. Le banche si aspettano andamenti analoghi anche in quello corrente”.
È stata anche richiesta una valutazione dell’effetto della quota di crediti deteriorati (non-performing loans, npl) presenti nei bilanci sulle condizioni di offerta nella prima metà del 2021. “La quasi totalità degli intermediari non ha riportato alcun impatto; ciò rifletterebbe sia l’aumento relativamente contenuto degli stessi prestiti deteriorati, sia la maggiore attenzione nella loro gestione da parte degli intermediari. Sulla base dell’Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita realizzata dalla Banca d’Italia nel mese di settembre, le condizioni di accesso al credito nel terzo trimestre dell’anno in corso sono nuovamente migliorate; nello stesso periodo la rilevazione sul clima di fiducia delle imprese condotta dall’Istat mostra invece un lieve peggioramento, in particolare per quelle operanti nel settore delle costruzioni”, chiarisce il Bollettino economico.
I nuovi crediti deteriorati sono diminuiti
Nel secondo trimestre il flusso dei nuovi crediti deteriorati in rapporto al totale dei finanziamenti è sceso all’1%, al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno. “Per i prestiti alle società non finanziarie l’indicatore è diminuito di 2 decimi di punto (all’1,3%), beneficiando della riduzione che ha riguardato le imprese operanti nei settori delle costruzioni e della manifattura. Il calo del flusso dei finanziamenti deteriorati alle famiglie consumatrici è stato più marcato (allo 0,9%). Nel secondo trimestre del 2021 l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti erogati dai gruppi bancari significativi si è ridotta, sia al lordo sia al netto delle rettifiche di valore, grazie alle cessioni di sofferenze e inadempienze probabili. Il tasso di copertura (il rapporto tra le rettifiche e la consistenza dei prestiti deteriorati) è lievemente salito”, conclude la Banca d’Italia.