Banca d’Italia: focus su prestiti e digitale. Metà delle banche ha proposto finanziamenti online alle famiglie nel 2022

Banca d'Italia, logoAlla fine del 2022 più della metà degli intermediari italiani offriva prestiti alle famiglie mediante i canali digitali, prevalentemente credito al consumo. La quota di banche che proponevano finanziamenti online alle imprese era più contenuta e pari a quasi l’11%. L’ammontare dei finanziamenti bancari erogati nell’ultimo trimestre del 2022 attraverso i canali digitali era ancora modesto: quasi il 5% dei prestiti erogati alle famiglie e meno dell’1% di quelli alle imprese. A segnalarlo è la Relazione annuale sul 2022, diffusa oggi dalla Banca d’Italia.

Il rapporto tra banche tradizionali e fintech

Nell’offerta di prodotti e servizi digitali le banche tradizionali competono, o molto spesso collaborano, con altri operatori. Secondo i dati della Banca d’Italia, oltre la metà dei progetti e degli investimenti fintech in corso o programmati per il triennio 2023-25 dalle banche italiane prevede infatti la cooperazione con società non finanziarie esterne al gruppo.

La maggior parte delle iniziative in corso di sviluppo o in fase di produzione riguarda l’accesso e lo sfruttamento di dati esterni. Le collaborazioni in quest’ultimo settore potranno beneficiare dello sviluppo dell’open banking, ossia l’offerta di servizi basati sull’accesso alle informazioni sui conti della clientela da parte di prestatori di servizi autorizzati (third party providers, tpp) regolato nell’Unione europea dalla direttiva UE/2015/2366 (Revised payment services directive, Psd2).

Passato da 70 a 91 il numero dei prestatori di servizi

Nel 2022 si è avuto un aumento del numero di prestatori di servizi attivi in Italia (da 70 a 91); recenti indagini evidenziano tuttavia volumi ancora limitati rispetto al potenziale.

I nuovi rischi connessi all’uso delle tecnologie

Accanto alle significative opportunità derivanti dall’uso della tecnologia, la digitalizzazione dell’industria si associa a nuovi rischi per gli intermediari. Tra questi, uno dei principali deriva dagli attacchi informatici. Nel 2022 circa l’80% delle banche ha avviato progetti di verifica sulla sicurezza dei propri sistemi e servizi informatici. I rischi in questo comparto potranno essere ulteriormente mitigati dall’applicazione, a partire dal 2025, della normativa europea recentemente approvata sulla resilienza operativa digitale (Digital operational resilience act, Dora), che prevede l’introduzione di regole armonizzate sulla sicurezza dei servizi informatici.

Il crescente interesse verso le tecnologie dlt

I risultati di una recente indagine indicano un crescente interesse degli intermediari italiani verso le tecnologie basate sui registri distribuiti (distributed ledger technologies, dlt). Nel mese di giugno dello scorso anno la Banca d’Italia ha inviato una comunicazione nella quale sottolinea i potenziali benefici derivanti dall’utilizzo di queste tecnologie e l’esigenza di adeguati presidi per attenuare i rischi connessi con il loro impiego e con le criptoattività, strumenti il cui trasferimento è basato sulle Dlt.

Il regolamento europeo sui mercati delle criptoattività (Markets in crypto-assets regulation, Micar), che entrerà a breve in vigore e comincerà a essere applicato dalla seconda metà del 2024, introduce requisiti comuni per l’emissione di questi strumenti e la prestazione di servizi a essi collegati. Gli standard per il trattamento prudenziale delle esposizioni bancarie in criptoattività, pubblicati lo scorso dicembre dal Comitato di Basilea, permetteranno inoltre di armonizzare la regolamentazione prudenziale di queste esposizioni a livello globale”, precisa la relazione.