Banca d’Italia: le 7 banche a rilevanza sistemica nazionale per il 2025

Banca d'Italia, logoLa Banca d’Italia ha identificato per il 2025 i gruppi bancari Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Bper Banca, Mediobanca, Iccrea e Banca Nazionale del Lavoro come istituzioni a rilevanza sistemica nazionale (other systemically important institutions, o-sii) autorizzate in Italia.

Lo ha reso noto Palazzo Koch, precisando che Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Bper Banca, Mediobanca, Iccrea e Banca Nazionale del Lavoro dovranno mantenere, dal 1° gennaio 2025, una riserva di capitale (buffer o-sii) pari, rispettivamente, a 1,50, 1,25, 0,50, 0,25, 0,25, 0,25 e 0,25 per cento delle proprie esposizioni complessive ponderate per il rischio.

L’identificazione ha preso in considerazione, per ciascuna banca/gruppo bancario, il contributo dei quattro profili indicati dagli orientamenti dell’Eba: dimensione, importanza per l’economia italiana, complessità e interconnessione con il sistema finanziario.

Sulla base dei dati riferiti al 31 dicembre 2023, il punteggio complessivo che indica la rilevanza sistemica a livello nazionale di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Bper Banca, Mediobanca, Iccrea e Banca Nazionale del Lavoro supera la soglia di 300 punti base utilizzata dalla Banca d’Italia e conforme alle linee guida dell’Eba”, si legge in una nota della Banca d’Italia.

In particolare, il punteggio complesso di Unicredit è sceso sotto la soglia dei 3.000 a dicembre 2023. “L’applicazione meccanica delle classi di rilevanza avrebbe portato all’applicazione di una riserva di capitale pari all’1,25 per cento dell’esposizione complessiva al rischio. La riduzione del punteggio si è tuttavia concentrata nella seconda parte dello scorso anno ed è stata determinata principalmente dalle componenti di complessità e interconnessione, che risultano storicamente volatili. La diminuzione potrebbe quindi avere natura temporanea. Sulla base di tali valutazioni, la Banca d’Italia ha deciso di mantenere la riserva per Unicredit all’1,50 per cento per il 2025”, conclude Bankitalia.