Modello di business e tassi di default, possibili evoluzioni alla luce del nuovo quadro macroeconomico e regolamentare nonché all’aumento dei tassi di interesse, valutazione degli operatori buy now pay later (bnpl) rispetto alle banche tradizionali, implicazioni legate alla tutela dei consumatori e legati alla mancata segnalazione delle esposizioni ai sistemi di informazioni creditizie. Sono i temi al centro di “Buy now pay later, caratteristiche del mercato e prospettive di sviluppo”, il focus del numero 730 (novembre 2022) delle Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers) della Banca d’Italia, a cura di Lorenzo Gobbi.
Gli esordi del bnpl e lo sviluppo accelerato nel 2020
Gobbi ricorda come il modello del bnpl in chiave fintech sia nato intorno al 2012 quando venne introdotto in Europa Klarna, seguita l’anno successivo da Affirm negli Stati Uniti e due anni dopo da Afterpay in Australia. A oggi le piattaforme più utilizzate a livello mondiale, oltre alle già citate Klarna, Affirm e Afterpay (acquisita da Block – Square nel 2021), sono Quadpay e Sezzle (entrambe acquisite dall’australiana Zip Co rispettivamente nel 2021 e nel 2022).
Fra gli operatori più attivi nel nostro Paese vale la pena di ricordare Scalapay, unicorno italiano fondato nel 2019, Klarna, Soisy, Pagodil, Pagolight, Clearpay, Oney, AppPago e, ingresso più recente, PayPal.
I rischi per i consumatori e per le agenzie di credito
“Buy now pay later, caratteristiche del mercato e prospettive di sviluppo” si sofferma diffusamente sui rischi per i consumatori e sulle conseguenze legate alle mancate segnalazioni ai sistemi di informazioni creditizie (sic).
Le piattaforme bnpl sono di facile utilizzo, valutano le richieste di credito in tempi estremamente rapidi, spesso in maniera istantanea, e richiedono agli utilizzatori un numero esiguo di informazioni. Il customer journey pertanto è molto agevole e attrae anche categorie di utenti, quali ad esempio i giovani (generazione Z), privi di storia creditizia. Anche per queste ragioni si dà spesso risalto alla possibilità che il bnpl possa favorire l’inclusione finanziaria. “In realtà tale valutazione non tiene conto di fattori relativi alla natura degli acquisti finanziati dalle piattaforme bnpl e al possibile sovraindebitamento degli acquirenti. Come già richiamato, infatti, la natura degli acquisti effettuati con piattaforme bnpl attiene soprattutto a beni voluttuari. Nella maggior parte dei casi, inoltre, esiste un gap informativo sull’esposizione debitoria dei soggetti finanziati, in quanto gli operatori bnpl non forniscono alle agenzie di credito dati sui prestiti erogati, rendendo di fatto impossibile valutare l’esposizione complessiva di un soggetto nei confronti del sistema”, si legge nell’analisi.
I pericoli per i consumatori: default sui mutui e nuovi prestiti per pagare il debito
La possibilità che vengano favoriti acquisti impulsivi ed eccessivi rispetto alle capacità di spesa degli acquirenti rischia di favorire l’accumulo inconsapevole di una quantità di debiti non sostenibili. “Tale circostanza potrebbe in extremis compromettere la capacità di rimborso di debiti a più lungo termine (es mutui immobiliari) o addirittura comportare l’apertura di altri finanziamenti per coprire le rate del bnpl”, precisa Gobbi.
E cita i risultati di un sondaggio rivolto a marzo 2022 dall’organizzazione britannica Citizen Advic a più di 2.000 cittadini del Regno Unito che avevano utilizzato piattaforme di bnpl nei 12 mesi precedenti. I dati raccolti mostrano che il 42% degli intervistati si è indebitato a vario titolo per pagare le rate dei propri finanziamenti bnpl: in qualche caso i consumatori hanno chiesto aiuto ad amici e familiari o anticipi sullo stipendio, in altri casi hanno usato scoperti di conto, ma più spesso hanno utilizzato carte di credito (26% degli intervistati).
Secondo lo stesso sondaggio, la fascia d’età più vulnerabile sarebbe quella che va dai 18 ai 34 anni, in cui il 51% degli intervistati ha dichiarato di essersi indebitato per ripagare le rate del bnpl, rispetto al 39% della fascia 35-54 anni e al 24% della fascia dai 55 anni in su.
Le misure a tutela dei consumatori
La Commissione europea ha proposto di estendere l’ambito di applicazione della Direttiva sul credito ai consumatori (Ccd) al bnpl. In prospettiva, se venisse accolta, richiederebbe agli operatori bnpl di svolgere una valutazione approfondita del merito creditizio degli utilizzatori. “Sarà da valutare la capacità degli operatori di adattarsi alle nuove regole rafforzando i presidi per la tutela degli utenti senza snaturare l’attuale modello di business incentrato su snellezza e rapidità. Non è chiaro infatti se le piattaforme sarebbero, per esempio, ancora in grado di concedere finanziamenti in tempo reale, anche se di piccolo importo, come quelli che hanno consentito ai consumatori di fare acquisti urgenti anche in situazioni di emergenza”, prosegue l’analisi.
Nessun obbligo di segnalare esposizioni ai sic. GB al lavoro per una soluzione
Il numero 730 delle Questioni di Economia e Finanza (Occasional Papers) della Banca d’Italia sottolinea infine un elemento “potenzialmente rilevante non considerato né dalla proposta della Commissione né dall’orientamento generale del Consiglio”, e cioè “la segnalazione delle esposizioni a banche dati creditizie”.
“Al momento in Italia per il credito ai consumatori non esistono obblighi regolamentari che impongano di segnalare le esposizioni (in bonis o deteriorate) di un soggetto verso il sistema, ancorché esistono sistemi di informazioni creditizie di natura privata (es. Crif, Experian, Ctc) a cui per prassi gli intermediari segnalano i finanziamenti concessi e da cui ricevono informazioni utili per la valutazione del merito di credito dei clienti. Gli operatori bnpl, non seguendo questa prassi, rendono più difficile la determinazione dell’esposizione complessiva di un soggetto. Ciò può complicare il processo di valutazione del merito di credito, specialmente quando le piattaforme non acquisiscono informazioni riferite alla situazione economico-patrimoniale della clientela, e potrebbe determinare situazioni di asimmetria informativa a vantaggio degli operatori che hanno già costruito una storia creditizia con il cliente. Alcuni paesi stanno già lavorando su questo fronte. Per esempio in Gran Bretagna il governo ha iniziato discussioni con le agenzie di credito affinché queste sviluppino una metodologia per le segnalazioni dei prestiti bnpl”, conclude Gobbi.