Banca d’Italia: polizze poco considerate nel credito alle imprese. Il 27% delle banche ha difficoltà a quantificare impatto coperture su rischio

Le banche tengono in considerazione solo parzialmente la presenza di una copertura assicurativa sui rischi operativi quando devono prendere una decisione sull’erogazione dei prestiti alle imprese e sulle relative condizioni. Ai fini della concessione del credito, gli istituti considerano inoltre più rilevanti i rischi tradizionali, cioè quello di insolvenza di un debitore commerciale e altre tipologie di rischio operativo, rispetto a quelli climatici e cibernetici. L’uso dell’informazione sulla copertura assicurativa è più diffuso tra gli intermediari di maggiore dimensione. Lo ricorda la Banca d’Italia nella Relazione annuale sul 2023, diffusa oggi.

Il 27% degli istituti ha difficoltà a quantificare l’impatto della polizza sul rischio di credito

Nel focus dedicato a “Il ruolo delle coperture assicurative delle imprese nell’erogazione di credito da parte delle banche italiane”, la relazione di Bankitalia evidenzia come i risultati delle due più recenti indagini regionali sul credito bancario (Regional Bank Lending Survey, RBLS) relative al biennio 2022-23 indichino che la presenza di una copertura assicurativa sui rischi operativi è tenuta in considerazione solo parzialmente nelle decisioni riguardanti l’erogazione dei prestiti e le relative condizioni.

Ai fini della concessione del credito, le banche ritengono più rilevanti i rischi tradizionali (quello di insolvenza di un debitore commerciale e altre tipologie di rischio operativo) rispetto a quelli climatici e cibernetici. Una quota non trascurabile di intermediari non tiene conto della sottoscrizione di una polizza da parte dell’impresa nel processo di concessione del finanziamento, pur considerando significativi i relativi rischi, in particolare quelli climatici (circa un terzo) e quelli cibernetici (poco meno della metà)”, si legge nel report.

Il 54% delle banche ha inoltre dichiarato di non considerare una o più categorie di polizza nella definizione delle condizioni da applicare ai prestiti; tra questi intermediari, circa la metà ha segnalato difficoltà nel quantificare l’impatto della polizza sul rischio di credito, mentre un terzo ha indicato che la tipologia di rischio a cui è riferito il contratto assicurativo non è inclusa nei propri modelli di valutazione.

Il 30% degli intermediari che non tengono conto delle polizze dichiara comunque di aver avviato o pianificato per il prossimo triennio progetti per integrare le informazioni sulle coperture assicurative nei modelli di valutazione del rischio.

Le possibili soluzioni

Secondo la Banca d’Italia, i principali ostacoli emersi dalle indagini potrebbero essere in parte superati se banche e assicurazioni collaborassero per sviluppare prodotti assicurativi idonei ad attenuare il rischio di credito e caratterizzati da una maggiore standardizzazione delle informazioni contenute nelle polizze.

Una più ampia condivisione dei dati tra questi intermediari potrebbe facilitare lo studio della relazione tra le coperture assicurative e il rischio di insolvenza delle imprese, contribuendo così a migliorare sia il processo di valutazione del merito creditizio sia le condizioni di accesso al credito.