Bancari, al via la mobilitazione. Sindacati: “Siamo assolutamente contrari alle posizioni espresse sin qui dall’Abi”

Fabi LogoA seguito dell’interruzione delle trattative con l’Abi sul rinnovo del contratto, i sindacati del settore bancario hanno proclamato due giornate di sciopero, in date ancora da definirsi. Fra le misure stabilite nella riunione di ieri delle segreterie vi è anche la decisione di allargare la conflittualità alle aziende e ai gruppi. Una mossa che viene spiegata come la conferma del blocco delle relazioni sindacali a ogni livello.

“Le organizzazioni sindacali hanno deciso unitariamente, alla ripresa dei lavori, di stigmatizzare alla controparte l’assoluta contrarietà alle posizioni fin qui rappresentate dall’Abi, e soprattutto su quanto emerso dall’ultimo comitato esecutivo dell’Abi stessa – si legge in un comunicato congiunto delle organizzazioni sindacali -. La denuncia di fondo è stata riferita al fatto che un confronto vero non è mai decollato soprattutto a causa del macigno messo dalle banche, fin dall’inizio, sul tavolo di trattativa, costituito dalla volontà di raggiungere l’obiettivo di destrutturazione del Ccnl in funzione esclusiva della riduzione dei costi.

Dopo due giornate di sciopero, che si sono rese necessarie proprio per l’impostazione rigida e inaccettabile che Abi ha determinato fin dal settembre 2013, non può essere oggi ipotizzabile una soluzione di mediazione sulle pervicaci posizioni di Abi.

La riforma delle popolari e l’avvio di processi di aggregazioni/ristrutturazioni non è pensabile che si gestisca senza il Ccnl, o con un Ccnl svuotato e depotenziato.

Mai come questa volta Abi ha forzato per portare la discussione ed il confronto esclusivamente sulle proprie posizioni, e non sulla Piattaforma sindacale e sul documento del Nuovo Modello di Banca al Servizio del Paese (ostinatamente rifiutato nel confronto da Abi).

A seguire le organizzazioni sindacali hanno rappresentato nuovamente in maniera sintetica le proprie priorità: un patto di sistema per la tutela occupazionale e il lavoro per i giovani; intangibilità dell’area contrattuale; recupero dell’inflazione; modello di banca, nuovi mestieri e nuove professionalità; tutele sulle ricadute conseguenti alla nuova normativa sul lavoro.

Le controproposte del Casl sono state:

  • Rinuncia a modificare l’Area Contrattuale (ritirando l’ultima proposta sui contratti complementari).
  • Nuova normativa sul lavoro: disponibilità a formalizzare la volontà di utilizzo non distorto della norma.
  • Salario di inserimento: Riduzione del gap attuale dal -18% al -10%.
  • Fondo Emergenziale: disponibilità per uno strumento che favorisca la ricollocazione dei lavoratori.
  • Inquadramenti: disponibilità di un ulteriore approfondimento sull’impianto proposto il 5 marzo con un generico “importante” rimando di confronto a livello di azienda/gruppo e proposta di fungibilità tra Aree (QD1/IV l 3 A) stabilita a livello nazionale.
  • Parte economica: proposta di aumento di 80 euro, che assorbe però l’aumento determinato degli scatti di anzianità e comprensivo dell’allungamento della valenza del contratto di sei mesi (nuova scadenza 31 dicembre 2017). Riproposizione della base di calcolo del Tfr su stipendio, scatti ed ex ristrutturazione tabellare. Tutte queste misure, che andrebbero per Abi a compensare la tenuta dell’Area Contrattuale, di fatto sono superiori all’aumento proposto di 80 euro; questa proposta quindi comporterebbe in realtà la restituzione di parte del salario da parte dei lavoratori, configurando il paradosso che per Abi questi dovrebbero sostanzialmente finanziarsi il rinnovo del Contratto Nazionale.

Le organizzazioni sindacali hanno valutato inaccettabile l’insieme delle proposte di Abi, considerato come un atto di rottura unilaterale da parte delle banche e si è dunque interrotta la trattativa.

Questa posizione di Abi si configura come un vero e proprio attacco all’istituto della contrattazione collettiva nazionale, la cui disapplicazione minacciata dalle banche, costituirebbe il primo caso in Italia e potrebbe determinare un pericoloso precedente per tutto il mondo del lavoro.

Le segreterie nazionali del credito si oppongono quindi con forza a questo progetto e, come già avvenuto nelle manifestazioni del 30 gennaio 2015, saranno forti del sostegno delle Organizzazioni confederali nazionali.

Le segreterie nazionali unitarie, riunitesi oggi a seguito dell’interruzione delle trattative, hanno ribadito gli obiettivi comuni sopra identificati e deciso la mobilitazione della categoria da attuarsi attraverso le seguenti iniziative: programmazione delle assemblee dei lavoratori e delle lavoratrici; proclamazione di due giornate di sciopero nazionale con date da definire e blocco delle prestazioni straordinarie; programmazione di una grande manifestazione nazionale in difesa del contratto collettivo nazionale di lavoro; allargamento della conflittualità alle aziende e ai gruppi bancari e conferma del blocco delle relazioni sindacali ad ogni livello.

Inoltre, di fronte alla disapplicazione contrattuale minacciata da Abi, le segreterie nazionali intraprenderanno tutte le iniziative, anche legali, a tutela della categoria”.