Sono tre le tipologie di soggetti attivi in Italia nel settore della bancassicurazione. Le assicurazioni pure, in tutto 53 aziende, con un fatturato che si aggira intorno al miliardo di euro; le compagnie afferenti a gruppi banco-assicurativi, in tutto 13, con un fatturato di 2,3 miliardi circa e i gruppi banco-assicurativi esteri, in tutto 59, con un fatturato anche in questo caso pari a un miliardo. Sono alcuni dei dati presentati oggi dal professor Riccardo Cesari, consigliere dell’Ivass, durante il forum sulla bancassicurazione che si è svolto a Roma.
Cesari ha sottolineato che il 23% del mercato danni e vita è coperto dai gruppi banco-assicurativi. La componente vita conta per il 30% e quella danni per appena l’1,3%.
Analizzando le commistioni tra banche e assicurazioni, l’esperto dell’Ivass ha evidenziato che le banche possiedono partecipazione nelle imprese assicurative con quote societarie medie del 43,1%. Viceversa, le quote delle banche possedute dalle assicurazioni si fermano al 10,5%.
Nella sua analisi Cesari ha quindi preso in considerazione la redditività dei gruppi banco-assicurativi, mostrando che negli ultimi anni questi soggetti hanno ottenuto un Roe annuo medio del 7,6%, contro il 5,2 delle assicurazioni pure e il 6,7 delle società estere.
Proseguendo nella disamina il conigliere Ivass ha evidenziato che il ricorso agli sportelli tradizionali da parte dei gruppi banco-assicurativi è in diminuzione: se nel 2011 il 90% delle erogazioni veniva veicolato attraverso gli sportelli oggi si è scesi al 60%. Parallelamente il canale dei promotori finanziari è passato dal 10% circa al 40%.
L’ultima parte dell’intervento di Cesari è stata dedicata ai pacchetti Ppi, payment protection insurance. Nel 2014, secondo i dati presentati alla platea, questi prodotti sono arrivati a una valore complessivo di 1,5 miliardi, con una quota significativa veicolata tramite le banche. Diversamente i prodotti stand alone nell’82% dei casi sono stati veicolati attraverso il canale delle agenzie.