“Per adeguarsi alle nuove regole le banche italiane hanno rafforzato la qualità del proprio capitale e migliorato gli indici di leva e di liquidità, senza contare su aiuti pubblici. Proprio grazie a questi risultati, anche negli anni della crisi, le banche hanno garantito il finanziamento delle famiglie e imprese. Ma quello che non è più possibile ipotizzare è un continuo cambiamento al rialzo dei requisiti patrimoniali”. Così il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, aprendo i lavori del Convegno annuale “Unione bancaria e Basilea3”, la due giorni che l’Associazione bancaria italiana dedica ai temi della vigilanza europea e dell’implementazione nel diritto nazionale delle novità regolamentari della vigilanza prudenziale.
“Occorre tener presente – ha aggiunto Sabatini – che ulteriori inasprimenti dei requisiti patrimoniali che deriverebbero per le banche dal nuovo pacchetto di misure, che rappresentano una modifica sostanziale del precedente quadro regolamentare denominato Basilea 3, impatterebbero sulla crescita economica in misura più marcata in Italia e in tutta l’Europa, dato il ruolo che il settore bancario svolge nel finanziamento dell’economia. Non abbiamo dubbi sul fatto che l’ampio pacchetto riformatore post-crisi finanziaria, e il rafforzamento patrimoniale creeranno un settore bancario più forte. Tuttavia occorre prestare attenzione alla lunga fase di transizione che durerà ancora molti anni e valutare l’interpretazione, troppo spesso effettuata nella maniera più restrittiva possibile, delle regole ed evitare misure che possano danneggiare la ripresa economica e, di conseguenza, la possibilità di erogare credito”.
Tra le questioni ancora aperte, al centro dell’edizione 2016 del convegno “Unione Bancaria e Basilea3”, anche la necessità della definizione del quadro normativo che porti rapidamente al completamento dell’Unione Bancaria europea. In tale quadro emerge la centralità del dibattito in corso relativo alla istituzione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi (Edis). Tale quadro dovrà in ogni caso preservare la possibilità che i sistemi di garanzia dei depositi, incluso quello europeo, possano svolgere interventi precoci e preventivi per evitare più costose procedure di risoluzione. A tal fine è necessario un migliore coordinamento delle disposizioni contenute nella direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi (Dgsd) e la direttiva sulla risoluzione delle crisi bancarie (Brrd) al fine di evitare penalizzazioni delle banche europee nel contesto globale dei mercati finanziari, senza introdurre ulteriori elementi di rigidità che renderebbero più complessa e costosa la loro capacità di raccolta e quindi di sostegno all’economia.
Il dibattito odierno ha visto il confronto tra esperti del settore e autorità di vigilanza nazionali ed europee, tra cui Paolo Angelini, vice capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia e Mario Nava, direttore Monitoraggio del sistema finanziario e gestione delle crisi presso la Commissione Europea.
I lavori del convegno si concluderanno domani con una tavola rotonda a cui interverranno, tra gli altri, Alessio De Vincenzo, dirigente Servizio Regolamentazione e Analisi Macroprudenziale Banca d’Italia, Rainer Masera, preside della Facoltà di Economia Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma e Gianfranco Torriero, vice direttore generale dell’Abi.