Secondo quanto riporta la Banca centrale europea nel suo rapporto mensile sugli aggregati monetari e del credito, nell’Eurozona l’afflusso di finanziamenti a imprese e famiglie continua a rimanere debole, registrando in alcuni casi anche una flessione. Ad apparire in difficoltà sono soprattutto le imprese, ma anche le famiglie risentono degli effetti del credit crunch.
A giugno l’aggregato dei prestiti al settore privato ha segnato un calo dello 0,2% su base annua, a fronte del meno 0,1 del mese precedente
La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è rimasta leggermente positiva, registrando un più 0,3% su base annua, lo stesso valore di maggio. A crescere, però, continuano ad essere esclusivamente i mutui per l’acquisto di case e abitazioni, con un più 0,8% (anche in questo caso si tratta di un valore invariato rispetto al mese precedente), mentre i prestiti al consumo hanno segnato un pesante meno 1,9% (sempre in linea con maggio) e le altre forme di credito un meno 0,4%, dal meno 0,1 di trenta giorni prima.
Per quanto riguarda le imprese non finanziarie, i dati di giugno sono decisamente negativi: meno 0,6%. Solo il comparto dei prestiti a 5 anni ha tenuto parzialmente, attestandosi su un più 0,6%, un valore comuqnue più basso di due decimali rispetto a maggio. I finanziamenti tra 1 e 5 anni sono invece calati del 2,5%, e quelli a un anno dell1,9%.
I risultati dell’indagine della Bce appaiono decisamente in contrasto con le attese espresse nel primo trimestre dell’anno, quando le condizioni di credito erano decisamente migliorate rispetto ai picchi negativi registrati alla fine del 2011.
Sul versante della domanda, il dossier registra un’ulteriore contrazione della richiesta di prestiti da parte delle imprese nel periodo tra aprile e giugno a causa del continuo calo del fabbisogno per investimenti fissi. Viceversa, la decrescita della domanda di mutui sembra rallentare, mentre quella di prestiti al consumo è rimasta invariata. Gli esperti dell’istituto centrale europeo ipotizzano che la domanda di finanziamenti da imprese e famiglie, che viene considerata un indicatore affidabile del livello di fiducia nel sistema economico, continuerà a scendere anche nel terzo trimestre, anche se a un ritmo più contenuto rispetto al secondo.