Nel primo trimestre del 2023 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese hanno registrato un ulteriore irrigidimento che ha riflesso, come nel corso dello scorso anno, una maggiore percezione e una minore tolleranza del rischio. Questi due fattori, insieme ai costi di provvista e ai vincoli di bilancio, hanno contribuito anche all’inasprimento di tutti i termini e le condizioni generali applicati ai finanziamenti. Le condizioni di offerta dei prestiti alle famiglie finalizzati all’acquisto di abitazioni sono divenute lievemente più tese, mentre quelle per il credito al consumo sono rimaste invariate. I relativi termini e le condizioni sono stati inaspriti riflettendo l’aumento dei costi di provvista e dei vincoli di bilancio. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono un irrigidimento dei criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie mentre quelli sui finanziamenti alle famiglie rimarrebbero stabili.
È quanto emerge dall’Indagine sul credito bancario nell’area dell’euro, relativamente ai principali risultati per le banche italiane relativa al 1° trimestre 2023 e prospettive per il 2° trimestre del 2023, della Banca centrale europea (Bce).
La domanda di credito da parte delle imprese è diminuita riflettendo il calo degli investimenti fissi e l’aumento del livello generale dei tassi di interesse; la domanda per scorte e capitale circolante continua a esercitare un contributo positivo. Anche la domanda di mutui si è ridotta mentre è rimasta invariata quella per finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia continuano ad esercitare un contributo negativo. Nel trimestre in corso le richieste di finanziamento da parte di imprese e famiglie diminuirebbero ulteriormente.
Le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono peggiorate per tutte le componenti, inclusi i depositi a breve termine. Nel trimestre in corso gli intermediari si attendono un ulteriore deterioramento.
Nei sei mesi terminanti in marzo 2023 le variazioni del portafoglio di politica monetaria della BCE hanno esercitato un impatto negativo sulle condizioni di finanziamento, sulla posizione di liquidità e sulle attività totali delle banche. Le variazioni del portafoglio non hanno avuto alcun impatto sui criteri di offerta ma hanno contribuito all’irrigidimento dei termini e delle condizioni relative a tutte le categorie di prestiti.
Negli ultimi sei mesi, le operazioni di rifinanziamento Tltro III, attualmente nella fase di rimborso, hanno contribuito per la prima volta al peggioramento della situazione finanziaria delle banche. Le operazioni non hanno nel complesso contribuito alla variazione dei criteri di concessione dei prestiti, dei termini e delle condizioni di finanziamento e dei volumi erogati; le banche, tuttavia, si attendono un contributo negativo nei prossimi sei mesi.
Le decisioni relative ai tassi di interesse di riferimento della Bce hanno avuto un effetto positivo sulla redditività complessiva degli intermediari ascrivibile quasi interamente all’aumento degli interessi attivi netti.