Bce: nell’Area Euro quasi una famiglia su due è indebitata

L’analisi mostra che, per quanto riguarda i prestiti ipotecari, il tasso di partecipazione è pari al 23,1% (inferiore al 29,3% riferito alla componente non ipotecaria), con un valore mediano di 68.400 euro (considerevolmente superiore ai 5.000 euro calcolati per i prestiti non ipotecari). All’interno di questa categoria, i mutui garantiti dall’abitazione di residenza sono più diffusi di quelli con un’ipoteca sugli altri immobili (19,4% contro 5,6%) e hanno anche un valore mediano leggermente più elevato. In termini di valore, il debito ipotecario costituisce l’82,8% del totale dei debiti ed è a sua volta composto per il 76,2% da mutui garantiti dall’abitazione principale e per il 23,8% da mutui con ipoteca sugli altri immobili.

Il ricorso delle famiglie ai finanziamenti ipotecari, rileva la Banca centrale europea, risulta di norma maggiore nella fascia di popolazione che ha stipendi più elevati. Oltre un terzo delle famiglie che appartiene a questa fascia ha acceso un mutuo fornendo come garanzia l’abitazione principale (con un valore mediano di 89.200 euro), contro appena il 5,8% (con un valore mediano di 43,200 euro) dei nuclei nel quintile di reddito più basso.

Osservando la distribuzione per classi di età delle famiglie con un debito ipotecario, si nota che questa presenta una configurazione a campana: la percentuale di nuclei che ha acceso un mutuo, garantito sia dall’abitazione principale sia dagli altri immobili, è massima nella classe intermedia (rispettivamente pari al 26 e 7,6%). Quanto alla condizione professionale del capofamiglia, il tasso di partecipazione e il valore mediano del debito ipotecario sono più elevati tra i lavoratori autonomi e quelli dipendenti.

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